I recenti movimenti in Consiglio comunale hanno dato vita a un effetto domino che ha messo la maggioranza di fronte alla prima vera prova di compattezza. Ora si cercano nuovi equilibri
PALERMO – Forza Italia ha aperto ufficialmente la prima crisi dell’era Lagalla. È bastato il passaggio di un consigliere comunale (Salvo Alotta) tra le fila degli azzurri per far emergere malumori che evidentemente covavano da mesi sotto la cenere, mandando in tilt il centrodestra al punto che i forzisti hanno minacciato di uscire dalla maggioranza.
Come un sassolino che provoca una frana, tutto è iniziato a luglio con l’addio di Salvatore Di Maggio alla Lega per abbracciare la Nuova Dc: non un semplice cambio di casacca ma il segnale d’inizio della “campagna acquisti” in vista delle elezioni Europee e, se mai ci saranno, Provinciali. A Di Maggio hanno fatto seguito Natale Puma (vicino all’assessore Andrea Mineo), passato da Forza Italia al gruppo misto (in vista, sembrerebbe, di un’adesione a Fratelli d’Italia) e, per l’appunto, Alotta, eletto con la lista del sindaco Lavoriamo per Palermo e finito alla corte di Renato Schifani.
Il problema è che Lagalla avrebbe preferito rimandare a un secondo momento i movimenti di partito e ancor di più il ventilato rimpasto in Giunta, dando priorità all’approvazione degli atti più urgenti e dei documenti contabili. Al momento, tanto per fare un esempio, in Consiglio comunale è in discussione il Piano triennale delle opere pubbliche 2023. Il partito fondato da Silvio Berlusconi, al contrario, insiste da mesi sul rimpasto perché non si sentirebbe più adeguatamente rappresentato all’interno dell’esecutivo: stando alle voci di corridoio, infatti, gli assessori Mineo e Rosi Pennino, nominati poco più di un anno fa in quota Gianfranco Miccichè, sarebbero prossimi all’addio in seguito alla scissione tra l’attuale governatore e l’ex presidente dell’Ars. Finora, però, gli azzurri non hanno trovato sponda tra gli alleati: Fratelli d’Italia sta temporeggiando, dovendo già pensare alla sostituzione del vicesindaco Carolina Varchi, che dovrebbe dimettersi nell’arco di pochi mesi per concentrarsi sul suo incarico parlamentare a Roma.
Alla fine a perderci è stato Lagalla, che ha visto ridursi il suo gruppo consiliare di riferimento da cinque a quattro componenti (quello di Forza Italia è rimasto numericamente invariato), proprio mentre sono in corsa le trattative con Davide Faraone per costruire, con l’appoggio dei centristi di Matteo Renzi, un nuovo soggetto politico, un “partito del sindaco” che lo aiuti a smarcarsi e a rafforzare la sua posizione rispetto al resto della coalizione. Così si spiega, probabilmente, la reazione stizzita dell’ex rettore, che ha chiesto ad Alotta di lasciare la presidenza della Commissione Scuola. Più facile a dirsi che a farsi, visto quello che è successo con la Commissione Bilancio, ma comunque un modo per mettere i puntini sulle “i” con gli alleati.
La reazione di Forza Italia, però, è stata roboante: “Dispiace osservare come il partito – ha detto il coordinatore cittadino Domenico Macchiarella – non trovi a oggi adeguata rappresentanza all’interno della Giunta comunale di Palermo, rispetto agli accordi di maggioranza presi ad inizio sindacatura. Registriamo, infatti, il permanere di una situazione di stallo nell’affrontare la questione della sostituzione di alcuni assessori, inizialmente attribuiti a Forza Italia, con i quali ormai da tempo si è interrotto il rapporto fiduciario. Il nostro gruppo consiliare si è sempre distinto per lealtà e senso di appartenenza a questa amministrazione e lo ha fatto anche quando questo ha significato un sostegno a scelte impopolari”.
Poi Macchiarella ha lanciato un vero e proprio aut aut a Lagalla: “Forza Italia è il partito che maggiormente ha contribuito alla vittoria del professore Lagalla attraverso i risultati della propria lista e il grande apporto mediatico e sostanziale garantito da esponenti di spicco e quadri del partito. I tempi sono più che maturi per aggiornare e riequilibrare la nostra presenza in Giunta, se questo ‘deficit di rappresentanza’ dovesse protrarsi saremo costretti a riconsiderare i termini della nostra permanenza in maggioranza”.
Anche i rapporti tra il sindaco e la Nuova Dc si sarebbero raffreddati: un indizio in tal senso potrebbe essere la recente astensione dell’assessore Giuliano Forzinetti dal voto alla delibera sulla Cuba. Il capogruppo Domenico Bonanno ha sostanzialmente appoggiato le richieste azzurre invitando Lagalla a ricompattare la maggioranza: “La dinamicità della politica non ci sorprende ma è evidente che ci siano situazioni che stanno causando una mancanza di serenità nella maggioranza. I cittadini l’anno scorso hanno premiato il sindaco e la sua coalizione sulla base di un programma ambizioso e condiviso. Nel rispetto del mandato che ci hanno conferito gli elettori, occorre rasserenare gli animi e ritrovare unità d’intenti; Palermo ha bisogno di una coalizione compatta che lavori per il raggiungimento di obiettivi importanti per la città. La Democrazia cristiana, con lealtà e spirito di squadra, ha sempre garantito impegno e numeri in Aula, nel rispetto degli alleati e dei cittadini”.
“Ci aspettiamo in tal senso dal sindaco – ha concluso Bonanno – che riannodi le fila della maggioranza, lavorando affinché si ritrovino le ragioni dello stare insieme e riconoscendo ai partiti la giusta rappresentanza, da loro nominativamente indicata, negli organi in cui si lavora per la città e nel rispetto della volontà popolare”.
Ovviamente sembra fantapolitica ipotizzare che i forzisti possano lasciare la maggioranza così presto ma di sicuro Lagalla e Schifani dovranno darsi da fare per ricucire lo strappo ad appena dodici mesi dall’insediamento dell’ex rettore a Palazzo delle Aquile.
Le parole di Lagalla: “La priorità al Consuntivo”
Apertura di massima a discutere con gli alleati del futuro assetto della maggioranza e della composizione della Giunta comunale, ma allo stesso tempo ferma determinazione per mettere al primo posto gli interessi della città, rispettando una serie di scadenze importanti per il Comune. Questa la posizione del sindaco Roberto Lagalla rispetto alle richieste di Forza Italia e ai malumori all’interno del Governo cittadino. Come dire, sì al dialogo ma senza mettere gli interessi di parte davanti a quelli della collettività.
“Sarò pronto ad ascoltare le sollecitazioni legittime da parte delle forze politiche – ha detto il primo cittadino al QdS.it – ma in questo momento, per il bene della città, la massima priorità è l’approvazione del Consuntivo 2022 in Consiglio comunale, passaggio che permetterà al Comune di avere agibilità finanziaria, capacità di spesa e possibilità di assumere”.