Istat: Palermo e Catania sotto i 20 mq per abitante contro una media nazionale di 30 mq. Disastro a Messina: solo 5 mq. Ma negli ultimi dieci anni qualcosa è migliorato
PALERMO – Pochissimo il verde pubblico nei capoluoghi siciliani. Un bene indispensabile, che dona salubrità all’aria e all’intero territorio, fondamentale per combattere le conseguenze del cambiamento climatico, eppure ancora fin troppo sottovalutato e a cui non si dà il valore che merita. Secondo i dati Istat del report Ambiente da poco pubblicato, nel 2021 a Palermo erano disponibili meno di 15 metri quadrati di verde urbano per abitante. Ancora più in basso Messina, che scende tra i 5 e i 6 mq per abitante. Catania risale un po’, superando i 17 mq, ma almeno la metà di questi non sono direttamente accessibili.
Numeri disastrosi e preoccupanti, rispetto alla media nazionale, che supera i 30 mq per abitante. Per macroarea territoriale, sono proprio le Isole a segnare i numeri peggiori, con una media di circa 17 mq di verde per abitante, ma soltanto poco meno di 9 mq di questo è accessibile. Nord Ovest, Centro e Sud presentano dati simili in termini di verde pubblico, tra i 26 e i 28 mq ad abitante, ma sono accessibili soltanto tra i 18 e i 20 mq nel Settentrione e nel Centro, e nel Sud ci si ferma ad appena 9 mq. I numeri più alti vengono raggiunti nel Nord Est, con oltre 60 mq di verde per abitante, ma è accessibile solo per la metà.
Per la Sicilia un percorso lungo per riuscire a recuperare un gap decennale
Un percorso ancora lungo, quello della Sicilia, quindi, per riuscire a recuperare un gap decennale. In positivo, l’andamento tra il 2011 e il 2021, che vede, in termini di forestazione urbana nei Comuni capoluogo, un andamento di crescita quasi costante per le Isole, tanto da ottenere, in un decennio, un aumento di poco più del 30% degli ettari adibiti a verde urbano. Le Isole sono superate soltanto dal Nord Ovest, che cresce di circa il 33%. I risultati sono più contenuti al Sud, con un aumento di quasi il 20%, e al Centro, che si ferma a poco meno del 10%.
A livello nazionale, nei comuni capoluogo, dove vive il 30% della popolazione italiana (17,6 milioni di abitanti), il verde urbano rappresenta in media il 2,9% del territorio (572 kmq), pari a 32,5 mq per abitante. Le aree naturali protette (comprese quelle della Rete Natura 2000) sono invece pari al 16,7% (oltre 3.268 kmq). Complessivamente le aree verdi urbane e protette, al netto delle sovrapposizioni, coprono 3.841 kmq, pari al 19,6% del territorio dei capoluoghi.
Tra i capoluoghi metropolitani spiccano Venezia e Torino (40,5 e 22,5 mq per abitante), mentre agli ultimi posti si trova Genova al Nord, insieme a Messina, con meno di 6 mq per abitante. La disponibilità di aree verdi accessibili è minore nei capoluoghi metropolitani rispetto agli altri capoluoghi, di dimensione più ridotta (16,0 contro 23,3 mq per abitante in media).
Si tratta di una grossa falla: le aree di forestazione urbana e periurbana contribuiscono alla riduzione delle emissioni e dell’effetto “isola di calore” tipico delle aree urbane, condizione che ha mostrato i suoi effetti nelle ultime estati, particolarmente torride, in cui sono state raggiunte temperature molto alte mai segnalate prima.
In un’ottica di prevenzione, sono stati realizzati interventi di forestazione urbana in 55 capoluoghi, contro i 30 del 2011, estesi per 12,7 milioni di mq, corrispondenti a 34 mq per ettaro di superficie urbanizzata. Tali aree sono particolarmente diffuse nei capoluoghi del Nord, che presentano valori molto superiori a quelli delle altre ripartizioni: 77 mq per ettaro nel Nord-est, e 40 mq nel Nord-ovest; soltanto 20 mq nel Centro, appena 8 mq al Sud e soltanto 6 mq per ettaro nelle Isole.