I vecchi rubano il futuro ai giovani - QdS

I vecchi rubano il futuro ai giovani

I vecchi rubano il futuro ai giovani

mercoledì 04 Ottobre 2023

Ambiente, Pensioni, Debito

La situazione ambientale, economica e finanziaria del nostro Paese sta attraversando un periodo di grande difficoltà, sia in conseguenza della congiuntura internazionale (l’aumento del prezzo dell’energia e le conseguenti inflazione e speculazione), sia per le condizioni ambientali, sempre più degradate, nonché per il sistema previdenziale e pensionistico che continua a espandersi oggi e a sottrarre risorse al domani.

Cominciamo dall’ambiente, per il quale, purtroppo, come Paese possiamo fare ben poco perché l’inquinamento riguarda tutto il Globo. Conseguentemente, un piccolo territorio come il nostro (250 mila chilometri quadrati) è meno di un puntino in tutta la Terra.

Tuttavia, pur essendo di una dimensione così ridotta, è necessario agire, anche a titolo di esempio, su cosa si potrebbe fare: diminuire le emissioni di gas a effetto serra, ridurre la produzione di rifiuti e costruire contemporaneamente i termovalorizzatori per creare energia e biocarburante, migliorare i servizi di trasporto pubblico, ridurre i consumi energetici, permutare il sistema di riscaldamento capillare delle caldaie con centrali comunali che distribuiscano l’acqua calda in tutti gli immobili, rimboschire le zone colpite dagli incendi, promuovere l’agricoltura biologica e così via.

Mettere i conti a posto è un’altra questione che deve essere affrontata il prima possibile, il che è un dovere di qualunque Governo, a prescindere che sia conservatore o progressista.
I conti in ordine sono il presupposto di una sana gestione, che consegna la situazione attuale alle future generazioni. Ogni Governo ha il dovere di fare programmi che tengano conto di ciò che troveranno i giovani e le giovani, magari sacrificando il presente. Oggi avviene esattamente il contrario a prescindere dal colore politico dell’Esecutivo.
Continuare ad aumentare il debito pubblico fino a tremila miliardi (2025) è un comportamento insano. Ma, si obietterà, bisogna venire incontro ai poveri, ai meno abbienti, ai disabili, a chi ha necessità vere di vario tipo.

È indiscutibile quanto precede, solo che questo è un falso modo di agire perché all’interno dei circa mille e cento miliardi di spesa pubblica si potrebbero effettuare tosature di spese inutili recuperandone il controvalore, da utilizzare proprio per le voci che abbiamo prima elencato.
Non è quindi necessario tagliare le spese indispensabili per chi ha bisogno, ma quelle inutili (e sono molte) che alimentano il clientelismo.

Vi è una terza questione da non sottovalutare, ma che rientra nel rapporto Presente-Futuro e riguarda il sistema previdenziale, che ha iniziato un processo il cui punto finale sarà il collasso. Un procedere insensato dei Governi degli ultimi trent’anni, che hanno allargato le maglie della spesa pensionistica aumentando la platea dei beneficiari, i quali continuano ad andare in pensione in un’età giovanile.
Continuare a implementare le uscite per nuovi pensionati, oltre a mantenere l’enorme quantità dei vecchi, è un comportamento iniquo che si traduce in una sintetica frase: “I vecchi rubano la pensione ai giovani”. Perché di questo si tratta e cioè di pagare oggi assegni a chi non ne ha il diritto, che si trasformeranno nel taglio degli assegni cui i giovani, quando andranno in pensione, avranno diritto.
Non si capisce come una cosa così ovvia non venga presa in considerazione se non per le ragioni ben note del rapporto clientelismo-consenso.

Il Governo si appresta a varare la Legge di bilancio 2024 dopo avere approvato la Nadef (Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza) che ha inviato all’Ue. Si tratta di una legge giustamente prudente, ma che comunque aumenta il debito al di là della soglia nominale del tre per cento, che è il rapporto fra Debito e Pil.
Non vi sono margini per aumentare questo indebitamento, mentre non abbiamo notato propositi di taglio delle spese inutili e degli sprechi, che da più parti vengono quantificate in una quarantina di miliardi.
I veri statisti dovrebbero guardare più lontano rispetto ai/alle cittadini/e, per mettere in atto provvedimenti che tengano in conto la necessità di un giusto equilibrio fra Presente e Futuro della Comunità.
Insistiamo su questo punto che è obiettivo e inequivocabile.

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