Il tema al centro del convegno organizzato dai quattro Lions Club della Zona 20 (Noto Città del Barocco, Avola, Pachino Rosolino Terra del Sole e Palazzolo Acreide) ha riunito esperti e professionisti
NOTO (SR) – L’emergenza sanitaria tra problematiche, criticità ed eccellenze è stato il tema del convegno organizzato dai quattro Lions Club della Zona 20 (Noto Città del Barocco, Avola, Pachino Rosolino Terra del Sole e Palazzolo Acreide) svoltosi della prestigiosa Sala Gagliardi di Noto nel pomeriggio di venerdì 6 ottobre. Dopo i saluti del presidente di Zona, Santa Morello, che ha evidenziato l’importanza di aprire un dibattito su un tema, come quello scelto, sul quale urge trovare soluzioni, il presidente del Club “Noto Città del Barocco”, Luca Giovanni De Felice, nella presentazione del service, ha sottolineato che l’idea di discutere di emergenza sanitaria “nasce dalla volontà di affrontare un argomento delicato e scottante”.
A moderare l’incontro, Carlo Alberto Tregua, direttore del nostro quotidiano, che partendo dal concetto cardine riposto nell’articolo 32 della Costituzione – “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” – ha aperto i lavori sfatando il mito della progressiva diminuzione delle risorse destinate all’area sanitaria. Nulla di più falso: secondo l’Osservatorio Conti pubblici la spesa sanitaria del 2013 si aggirava intorno ai 109,6 miliardi. Il governo Meloni nella Nota di aggiornamento del Def ha stimato che quest’anno le risorse per la sanità si aggireranno intorno ai 134,7 miliardi di euro, contro i 131,1 miliardi del 2022.
La parola è poi passata a Paolo Bellini, professore ordinario di Scienze Politiche dell’Università Insurbia di Varese, il quale ha incentrato la sua relazione sul rapporto tra politica ed emergenza sanitaria: “Le emergenze – e lo abbiamo visto con il Covid – fanno emergere un tema importante, vale a dire ciò che pretendiamo dai sistemi politici in relazione all’accesso alle cure. Nella dinamica di un’emergenza sanitaria emerge il rapporto originario che dovrebbe legarci allo stato, quel rapporto che Hobbes chiamava ‘di obbedienza e protezione’. Quella che Hobbes riconduceva alla protezione dai nemici esterni, nel tempo si è ampliata alla salute, al diritto alla casa, al lavoro e ciò ha provocato un conflitto tra il diritto alla vita e le libertà civili: nella recente emergenza il primo ha avuto la meglio sulle seconde. Ciò è accaduto perché ci assoggettiamo al potere quando abbiamo paura. Quando temiamo per il nostro stile di vita vogliamo che il potere si redima nei nostri confronti”.
Giovanni Puzzo, pediatra e consigliere all’Ordine dei Medici di Siracusa, ha iniziato il suo intervento sulle “Problematiche sanitarie del territorio” partendo dal quesito “Perché è difficile parlare di salute?”. “Forse – spiega Puzzo – perché confondiamo informazione, che non richiede un feedback, con comunicazione, che invece vive sul feedback. C’è quindi un problema di linguaggio inadeguato”. Altro spinoso tema affrontato da Puzzo è stato quello del numero chiuso della facoltà di medicina: “È su un altro campo che va cercata la stortura del sistema sanitario perché non è una questione di numero di medici: il numero dei medici in rapporto ai cittadini in Italia è più alto delle media europea (4 medici su 1000 in Italia contro 3,8 su 1000 in Europa)”.
Di partecipazione civica ha parlato Aldo Garozzo, presidente dell’Osservatorio Civico di Siracusa: “All’inizio degli anni ‘70 Gaber cantava Libertà è partecipazione. Lo Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970) e la legge che ha istituito il servizio sanitario nazionale (la n.833/1978) contemplano la partecipazione. Il Covid ha cambiato il paradigma di partecipazione perché ha portato una nuova coscienza su ambiente e sanità. La stessa Missione 6 del Pnrr richiede partecipazione. Lo sviluppo dipende esclusivamente da fatti culturali. Se c’è un piano nazionale che nella sanità mette dentro questo gene per me è un fatto positivo”.
La ginecologa Gloria Gallo ha infine parlato delle principali problematiche che incontra nel suo lavoro e delle soluzioni adottate per superarle: “La mancata aderenza allo screening avviene per i motivi più disparati: dalla bassa percezione del rischio alla comunicazione. La soluzione che abbiamo adottato è quella di lanciare campagne di sensibilizzazione nelle piazze e nelle scuole perché crediamo che la prevenzione debba iniziare sin da giovani”.
Presente all’incontro anche il sindaco di Noto (e consigliere regionale Anci Sicilia), Corrado Figura: “Quello dell’emergenza sanitaria è un tema centrale soprattutto perché l’arrivo del Covid che ha mostrato l’inadeguatezza del sistema sanitario e della rete ospedaliera”. Di fronte a una politica nazionale e regionale che non conosce le esigenze del territorio “l’Anci Sicilia chiede alla Regione tavolo tecnico che abbia ad oggetto la rete ospedaliera dell’Isola”.