Aziende autonome di soggiorno e turismo siciliane alle battute finali

Aziende autonome di soggiorno e turismo siciliane alle battute finali

Aziende autonome di soggiorno e turismo siciliane alle battute finali

Michele Giuliano  |
venerdì 13 Ottobre 2023

La Giunta ha approvato i bilanci di liquidazione, ora si attendono i decreti per chiudere la partita. Il lungo addio: la storia arriva fino al 2005 quando i 14 enti furono soppressi con legge

PALERMO – A quasi due decenni dalla legge che ne ha deciso la liquidazione, sono stati finalmente approvati dalla giunta regionale i bilanci finali di liquidazione delle aziende autonome di soggiorno e turismo di Acireale, Agrigento, Caltagirone, Capo D’Orlando, Catania e Acicastello, Cefalù, Enna, Erice, Gela, Giardini Naxos, Isole Eolie, Messina, Milazzo, Nicolosi, Palermo e Monreale, Patti e Tindari, Piazza Armerina, Sciacca, Siracusa e Taormina.

E questo vuol dire che la definitiva chiusura di quelli che nel tempo sono stati definiti “carrozzoni” della Regione sembra essere dietro l’angolo.

Aziende autonome di soggiorno e turismo in Sicilia, la storia che ha portato alla chiusura è lunga

Questo passaggio segue la trasmissione degli atti da parte dell’assessore regionale all’Economia, corredati di parere favorevole della Ragioneria generale della Regione, rilasciata nel 2009. La storia che precede la firma finale della giunta regionale è lunga. Parte dal 2005 quando, con legge regionale, sono state soppresse le 14 aziende, inattive da decenni. Ne ripercorre la storia l’assessore regionale dell’economia Marco Falcone, nella lettera di presentazione e richiesta di approvazione dei bilanci alla giunta regionale: “La prima fase della liquidazione è stata curata dai commissari liquidatori nominati dall’Assessore al Turismo i quali hanno adottato nel 2008 i bilanci finali di liquidazione”.

È intervenuta quindi la legge regionale numero 6 del 14 maggio 2009, che all’articolo 69 stabilisce che sia l’assessorato regionale del Bilancio e delle finanze a definire le operazioni di liquidazione delle aziende autonome di soggiorno e turismo, prevedendo tra l’altro, l’assunzione di tutte le iniziative occorrenti a far fronte agli eventuali saldi negativi.

I passaggi burocratici non si fermano qui: a seguito della rimodulazione dell’assetto organizzativo dell’assessorato regionale dell’Economia, decisa con il decreto presidenziale n. 33 del 21 dicembre 2015 “Regolamento di attuazione dell’articolo 56 della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9″, la competenza relativa alle aziende autonome di soggiorno e turismo è stata trasferita al “Servizio Liquidazioni A.T.O., enti ed aziende regionali”. Le funzioni e i compiti di tale servizio sono state incardinate presso l’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni.

Ci sono voluti 18 anni

Un percorso lunghissimo, quindi, che ha richiesto, in tutto, 18 anni, in attesa ormai dell’ultimo passo, che è la firma, da parte dell’assessore regionale dell’Economia, dei decreti di liquidazione, e del passaggio finale all’Assemblea regionale siciliana.

“Il nostro obiettivo – aveva già detto poche settimane fa il presidente della Regione Renato Schifani – è raggiungere la piena certezza delle azioni di snellimento avviate dalla Regione, archiviando per sempre le tante vicende di iter amministrativi che partono senza mai avere un’effettiva conclusione. Il taglio degli enti inutili rappresenta uno dei principali banchi di prova e su questo stiamo mantenendo gli impegni con un nuovo impulso al riordino dell’amministrazione regionale”.

Le aziende autonome di soggiorno e turismo sono stati istituite nel 1926, allo scopo di promuovere e coordinare le politiche turistiche di una particolare località, riconosciuta preventivamente come località turistica, in un momento in cui si stava cominciando a imporre il turismo di massa e non solo delle elitè economiche. Tali aziende sono state abolite nel 1983, con l’attuazione della nuova legge-quadro sul turismo, la quale prevedeva che tutte le regioni, sia a statuto ordinario che a statuto speciale, costituissero in loro sostituzione le Aziende di promozione turistica a valenza provinciale o regionale. Appena 40 anni, quindi, sono serviti per riuscire a chiudere il cerchio, e liberarsi di un ente ormai vuoto di senso.

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