Rdc, Ketty Damante (M5s): “Cancellata la dignità” - QdS

Rdc, Ketty Damante (M5s): “Cancellata la dignità”

Rdc, Ketty Damante (M5s): “Cancellata la dignità”

mercoledì 18 Ottobre 2023

La senatrice al QdS: “Spaccatura sociale senza precedenti”. “Sanità e salario minimo, governo forte con i deboli”

ROMA – Salario minimo, povertà, sanità. Temi caldissimi su cui si consuma quotidianamente uno scontro politico senza esclusione di colpi. Il Quotidiano di Sicilia ha intervistato la senatrice Ketty Damante (M5s) per approfondire le ragioni che vedono le opposizioni in netta controtendenza rispetto alla linea indicata dall’Esecutivo Meloni.

Salario minimo, si aspetta un atteggiamento di dialogo e di collaborazione da parte dell’Esecutivo?
“Stiamo assistendo a un gioco delle parti indegno, degenerato in uno scontro politico-istituzionale che si sta consumando sulle spalle di 3,5 milioni di lavoratori poveri. Meloni, che tanto predica sul coraggio di metterci la faccia, per negare questa misura di civiltà si è vigliaccamente nascosta dietro Brunetta con l’investitura del Cnel, mortificando il Parlamento. La maggioranza vorrebbe rinviare il salario minimo in Commissione: una sceneggiata indegna per affossare la nostra proposta e lasciare l’Italia nella lista dei 5 Paesi europei su 27 senza salario minimo. Il M5S ha iniziato questa battaglia 10 anni fa, è riuscito a convincere tutte le forze di opposizione e continuerà a lottare in Parlamento e nelle piazze. Ci aspettiamo che la maggioranza venga in aula per dirci cosa vuole fare della nostra proposta sottoscritta da migliaia di italiani che fissa una soglia minima a 9 euro l’ora”.

Reddito di cittadinanza: è ormai archiviato?
“Per la maggioranza di destra-centro sì, per il M5S invece non è affatto così. In un momento storico tra i più difficili per il nostro Paese, in cui l’inflazione sta aggravando i problemi delle fasce deboli, il carovita esplode e gli stipendi arretrano, il governo elimina l’unico sostegno al reddito che portava sollievo a chi vive al di sotto della soglia di povertà e che ha salvato oltre un milione di persone nei mesi più duri della pandemia. Da un giorno all’altro 169mila famiglie si sono trovate senza alternative, senza sostegni, senza i preannunciati corsi di formazione, senza alcuna prospettiva occupazionale. La posizione del Governo è chiarissima: ‘debole coi forti e forte coi deboli’. Mentre propone ai cittadini ricette di lacrime e sangue fatte di taglio dei sostegni, di nessun aiuto contro il carocarburante, di contratti più precari con la conseguente fuga dei nostri giovani all’estero, si dedica anima e corpo a fare la guerra ai rave party, a difendere i compagni di partito e i debiti delle squadre di calcio di serie A, senza disturbare troppo le banche sugli extraprofitti. Questa destra ha fatto sparire la parola dignità dal Paese creando una spaccatura sociale senza precedenti”.

Sanità: cosa ci dice in merito?
“I 3 miliardi in più per le liste d’attesa annunciati dalla Meloni non sono lontanamente sufficienti a risolvere il problema delle lunghissime attese dei cittadini per usufruire dei servizi sanitari. Oggi circa 4 milioni di persone non si possono curare, i medici e il personale sanitario sono pochi, allo stremo e malpagati. Il governo Conte era arrivato a superare quota 7% del Pil di investimenti in sanità, riportando l’Italia in media con gli altri Paesi europei. Oggi per raggiungere quel livello mancano circa 20 miliardi. Alla premier andrebbe ricordato il dramma dell’emergenza Covid, con personale medico e sanitario e terapie intensive carenti a causa di decenni di tagli indiscriminati, firmati da centrodestra e da centrosinistra. Sarebbe folle continuare a ignorare i disastrosi problemi del nostro SSN. Tutto si poteva pensare dopo l’inferno passato con la pandemia fuorché che qualcuno avrebbe avuto il coraggio di tagliare ancora sulla sanità, e per di più in nome di priorità come le spese militari, l’invio di armi o gli spalmadebiti per le società di calcio”.

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