Caso Saguto: Cassazione conferma responsabilità ma Appello bis per pena più lieve - QdS

Caso Saguto: Cassazione conferma responsabilità ma Appello bis per pena più lieve

Caso Saguto: Cassazione conferma responsabilità ma Appello bis per pena più lieve

Redazione  |
giovedì 19 Ottobre 2023

La Corte di Cassazione ha sostanzialmente confermato le responsabilità in relazione ad alcune accuse per Silvana Saguto.

La Corte di Cassazione ha sostanzialmente confermato le responsabilità in relazione ad alcune accuse per Silvana Saguto, l’ex presidente della Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo radiata dall’ordine giudiziario. La pena per l’ex magistrata dovrà essere però rideterminata al ribasso con un processo di appello bis davanti ai giudici di Caltanissetta.

La ricostruzione

I supremi giudici della sesta sezione penale, presieduta da Giorgio Fidelbo, con la sentenza pronunciata questo pomeriggio hanno infatti dichiarato irrevocabile la sentenza di Appello in alcuni punti, riqualificato altri capi di imputazione, dichiarato prescritte altre accuse e pronunciato assoluzione per alcune imputazioni contestate agli imputati. L’ex magistrata in Appello, con la sentenza emessa il 20 luglio del 2022, dai giudici di Caltanissetta era stata condannata a 8 anni e 10 mesi, quattro mesi in più del primo grado. Il processo vede un totale di dodici imputati.

Difesa Di Maria, ‘cadute tutte accuse, soddisfatti per assoluzione’

“Siamo molto soddisfatti per la decisione nei confronti del nostro assistito, Roberto di Maria, che era stato ingiustamente travolto da questa dolorosa vicenda”. Così gli avvocati Vittorio Manes e Renata Accardi, difensori dell’allora preside della facoltà di giurisprudenza di Enna, condannato in Appello a un anno e dieci mesi e oggi definitivamente assolto dalla Cassazione nell’ambito del processo sul caso Saguto.

“Auspichiamo che questa sentenza, con la quale cade definitivamente anche l’ultima accusa di peculato, ritenuto dalla Corte di cassazione del tutto inconfigurabile, possa riportare finalmente serenità dopo anni di indicibile sofferenza” aggiungono i penalisti.

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