Osservatorio regionale del mercato del lavoro, il commento del presidente di Confindustria Sicilia. “Una grande opportunità per rafforzare la rilevanza delle competenze”
PALERMO – È stato istituito qualche giorno fa presso l’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, l’Osservatorio regionale del mercato del lavoro.
Ne fanno parte l’assessore Nuccia Albano, i dirigenti dei dipartimenti del Lavoro, della Famiglia e delle politiche sociali, della Formazione professionale, il presidente del Ciapi Giscomo Scala, oltre ai rappresentanti regionali del mondo sindacale, datoriale e universitario.
Tra gli enti coinvolti c’è Confindustria Sicilia. Il Quotidiano di Sicilia ha intervistato il numero uno dell’associazione, Alessandro Albanese.
Presidente Albanese, quali sono attualmente le vostre richieste sulla base delle esigenze che ha il mercato del lavoro in Sicilia?
“Prima di tutto una nota: l’Osservatorio è una grande opportunità, con grande plauso Confindustria Sicilia accoglie l’iniziativa. Le richieste e le necessità sono diverse, ma una cosa è certa: servono competenze. Verticali o orizzontali, purché siano forti approfondite e cariche di valore. Fondamentali il problem solving e il saper lavorare in squadra ma altrettanto necessarie sono le competenze tecniche, solo a titolo di esempio nell’ambito della programmazione informatica o relative alla conoscenza delle macchine industriali. La vera questione è che c’è ancora un profondo divario tra la domanda di lavoro e l’offerta di competenze in Sicilia. Per colmare questo divario, è fondamentale stabilire una stretta connessione tra il mondo della formazione e quello delle imprese, che permetterebbe di rafforzare il legame tra teoria e pratica, aumentando la rilevanza delle competenze acquisite dagli studenti. Solo attraverso questo percorso si può arrivare a una maggiore occupabilità. L’esempio migliore sono gli Its, ossia Istituti di formazione superiore, simili e in alcuni casi equiparati alla formazione universitaria. Gli Its vengono realizzati in partenariato con le imprese, che collaborano al programma di studio. Attraverso gli Its le imprese formano i ragazzi. E gli studenti Its nel 90% dei casi trovano un lavoro ancora prima di conseguire il diploma. Gli Its formano professionalità perfettamente tarate sulle esigenze delle imprese. Il loro modello rappresenta il futuro della formazione”.
Tanti sono i giovani che lasciano la Sicilia. L’Osservatorio può aiutarli? E in che modo?
“Grazie alla sua ampia partecipazione dei rappresentanti datoriali, delle istituzioni e dei rappresentanti dei lavoratori, può fornire uno sguardo completo sul mondo del lavoro, incluse le sue dinamiche e le sue tendenze. Questo permette di raccogliere e diffondere dati integrati sull’occupazione. Attraverso la raccolta e la pubblicazione di dati aggiornati sulle opportunità di lavoro e sulle tendenze del mercato, l’Osservatorio può fornire un contributo concreto ai giovani che lasciano la Sicilia. Poi occorre un contesto favorevole. Gli sgravi per rientro dei cervelli sono stati finora un ottimo strumento per far tornare i giovani siciliani. Fondamentale è il suo mantenimento”.
C’è una zona della Sicilia che in questo momento necessità di più sostegno dal punto di vista occupazionale?
“La Sicilia ha bisogno di un’efficiente rete di collegamento tra mondo della formazione e mondo delle imprese, piuttosto che di un sostegno specifico per un’area. Questo è importante per garantire che le competenze acquisite dai giovani durante la formazione siano in linea con le esigenze del mercato del lavoro. Ciò potrebbe contribuire a stimolare l’occupazione in diverse aree della Sicilia e promuovere lo sviluppo economico complessivo della regione”.