Al cimitero monumentale della Contea i parenti non possono visitare i defunti da più di un decennio perché migliaia di tombe sono transennate e interdette. Una possibile soluzione è la sinergia tra pubblico e privato
MODICA – Migliaia di loculi del cimitero monumentale della città della Contea, a distanza di oltre dieci anni, si trovano ancora oggi transennati e interdetti ai parenti dei defunti.
Tombe non accessibili perché a rischio crollo
Una spiacevole situazione che va avanti da troppi anni e dalla quale non si riesce a venirne a capo. Come già segnalato e denunciato da tanti cittadini, infatti, vi sono ad oggi migliaia di tombe non raggiungibili giacché transennate per pericolo di crollo: clamoroso caso le strutture della confraternita Di Vittorio i cui 4.500 loculi da oltre dieci anni e sino ad oggi sono inagibili ai visitatori.
Sono tanti altri i loculi ad oggi non accessibili e per i quali occorre ricercare una possibile soluzione alla grave, triste e annosa problematica, associata, altresì, ad una trascuratezza nella ripulitura degli spazi attigui a tali strutture ed in particolare nel degrado, causato dalla permanenza anche per settimane dei fiori ammassati e non raccolti.
Insomma un quadro abbastanza increscioso in un luogo in cui, la sacralità, il culto e la devozione ai propri morti, il rispetto per chi ne onora la memoria, non può che suscitare sentimenti di pietà e considerazione e la negazione di questi diritti civili e naturali per un tempo tanto ingiustificatamente lungo, non può che sollevare indignazione e nello stesso tempo il dovere da parte di tutti gli organi preposti ad intraprendere tutte le azioni possibili volte a dare soluzione a tali gravosi problemi, ma veniamo alle cause per cui si è arrivati nel corso degli anni a tale grave situazione.
In realtà, queste confraternite di loculi, situate nel vecchio cimitero cittadino, realizzate nei decenni passati con spirito e intenti solidaristici fra soci riuniti in cooperative, adesso scontano la cattiva gestione dei propri organi e in alcuni casi la loro assenza totale insieme alla mancanza di fondi necessari alla manutenzione ordinaria e straordinaria di tali strutture funerarie, pertanto, i pochi soci oggi rimasti non sono in grado da soli a sopperire al necessario e le conseguenze sono ormai da anni sotto gli occhi di tutti.
Da parte sua il Comune è intervenuto soltanto per garantire e preservare l’incolumità pubblica dei cittadini, transennando le aree a rischio senza riuscire a trovare una soluzione tale da consentire ai cittadini coinvolti di onorare i propri cari defunti.
Una strada percorribile potrebbe essere quella di una collaborazione tra pubblico e privato per addivenire insieme ad una soluzione dignitosa e rispettosa di chi non c’è più.