In crescita progressiva il gruppo di cantieristica navale nazionale con un margine operativo lordo al 30 settembre pari a + 60% rispetto allo stesso periodo del 2022. Ordini per 22,2 miliardi di euro.
Negli scorsi giorni il consiglio di amministrazione di Fincantieri S.p.A. si è riunito sotto la presidenza del generale Claudio Graziano e ha approvato le informazioni finanziarie intermedie al 30 settembre 2023.
Nei primi nove mesi dell’anno risulta un trend positivo e una posizione più che solida che riguarda vari cantieri navali italiani e con commesse già pronte per lavoro senza soluzione di continuità anche il prossimo anno e fino al 2030.
L’azienda pubblica italiana, uno dei più importanti complessi cantieristici navali al mondo con oltre 230 anni di storia e più di 7.000 navi costruite, pare navigare con il vento in poppa, e mentre incassa crediti avanza sulla progettazione e sull’evoluzione tecnologica. Un gruppo specializzato e qualificato, con infrastrutture e bacini di carenaggio che possono produrre in contemporanea lavorando su ogni genere di nave, tanto da continuare ad attrarre committenti nazionali ed esteri che variano da commesse di gruppi privati a Stati che per la Difesa affidano la costruzione di navi di superficie e sottomarini. Alla chiusura della relazione finanziaria di fine settembre, Fincantieri vanta un margine operativo lordo (EBITDA, Earnings Before Interests Taxes Depreciation and Amortization) in crescita del 60% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Fincantieri, piano industriale in espansione
Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, ha dichiarato: “I risultati raggiunti nei primi nove mesi del 2023 dimostrano una progressione positiva verso gli obiettivi che ci siamo dati nel nuovo piano industriale in termini operativi, economici e finanziari”. Mentre lo sguardo del gruppo volge alla sostenibilità ambientale e al suo mercato, Fincantieri pianifica la propria strategia con un portafoglio di 22,2 miliardi di euro in ordini che le garantiscono l’attività in cantiere fino al 2030.
Da poco chiuso, il piano industriale 2023-2027 presenta infatti oltre venti grandi navi per la Marina Militare italiana che sono già finanziate o pianificate. Tra queste, anche due sottomarini di prossima costruzione.
Diciassette navi consegnate da dieci stabilimenti
Ad Ancona, Fincantieri ha consegnato la terza nave da crociera di lusso realizzata per Regent Seven Seas Cruises, brand di lusso del gruppo Norwegian Cruise Line Holdings Ltd. La consegna è avvenuta quindi nello stesso porto in cui l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale (Adsp) e Fincantieri hanno sottoscritto un accordo di programma per favorirne lo sviluppo. Norwegian Cruise Line Holdings Ltd. controlla anche il brand Norwegian Cruise Line (NCL), che riceverà da Fincantieri altre quattro navi della classe “Prima” e “Oceania Cruises” nei prossimi anni.
“La soddisfazione per la performance produttiva – spiega l’ad Folgiero – nasce dal fatto che le 17 navi che abbiamo consegnato nel periodo in 10 cantieri sono state realizzate grazie alla competenza ed alla dedizione delle nostre persone, avendole progettate durante il Covid e costruite in un contesto caratterizzato dall’escalation del costo dei materiali e da alcune difficoltà nel reperimento della manodopera”.
Fincantieri, strategia industriale e Difesa
Nel mese di ottobre, Fincantieri ha siglato un protocollo d’intesa con Leonardo (Finmeccanica) per definire iniziative e sviluppi di sistemi di difesa per le infrastrutture critiche sottomarine. Lo sviluppo riguarda l’ambito della subacquea e potrà includere anche sistemi droni sottomarini. Ma la tessitura di rapporti strategici di Fincantieri con altri partner per diversi possibili sbocchi industriali non si ferma a Leonardo, pur essendone probabile successivo beneficiario indiretto, e sotto il vessillo della difesa ambientale e della decarbonizzazione, Fincantieri ha sottoscritto un accordo con il Registro Italiano Navale ed Aeronautico (RINA) finalizzato a uno studio di fattibilità per la propulsione navale nucleare.
Su questa linea di interventi ha tra l’altro firmato un finanziamento, a cinque anni garantito al 70% da SACE, per un importo pari a 800 milioni di euro, già erogato lo scorso mese per adeguare le linee di produzione al Piano di Sostenibilità 2023-2027. Al riguardo, Folgiero ha affermato che “il Gruppo prosegue quindi nella positiva delivery del Piano Industriale 2023-2027 con l’implementazione delle iniziative strategiche volte a perseguire una posizione di leadership nell’innovazione del settore verso la nave digitale e green, insieme all’eccellenza operativa nell’execution del backlog anche attraverso la modernizzazione dei cantieri”.
Traghetti, navi da crociera e navi militari
Il fornitore unico per la Marina Militare italiana, che è anche partner per la americana US Navy e altre marine militari estere, pare aver preso un buon passo sui settori “offshore wind“. In attivo è infatti il bilancio sul settore navi da crociera, con per oltre tre milioni di euro, anche se il dato vede una riduzione del 4,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se da una parte si registra una lieve flessione, sostenibile, dall’altra si constata la tipologia di commesse ricevute dal gruppo e l’evoluzione delle capacità produttive anche per cantieri navali, come quello di Palermo, che negli ultimi anni avevano subito momenti di crisi.
Proprio a Palermo Fincantieri produrrà ogni singola parte della nave traghetto commissionata dalla Regione Siciliana per i collegamenti con le isole minori, e dal bacino di carenaggio più grande, nel porto del capoluogo siciliano, verrà varata una delle prime navi green ad alte prestazioni della rivoluzione cantieristica nazionale per i collegamenti civili interni. Nell’insieme, per i settori offshore e navi speciali, Fincantieri ha acquisito ordini per 887 milioni di euro, con una crescita pari al 64%. La compensazione che dalla lieve flessione dell’offshore va all’incremento complessivo è da attribuirsi allo specifico settore dell’eolico offshore in cui il gruppo Fincantieri è uno dei primari attori globali.