Gli scenari di Natale della politica - QdS

Gli scenari di Natale della politica

Gli scenari di Natale della politica

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 06 Dicembre 2023

Babbo Natale cosa porterà ai politici italiani? Sostanzialmente siamo al pareggio, il risultato di un anno fa cambia pochissimo

Babbo Natale cosa porterà ai politici italiani? Sostanzialmente siamo al pareggio, il risultato di un anno fa cambia pochissimo, grandi riforme non sono state fatte, il PNRR non ha ancora dato i suoi effetti, c’è un aumento dell’occupazione che però proviene dal recupero del Covid e di cicli lunghi, che a volte poco hanno a che fare con la politica. L’opposizione è più sindacale e sociale che politica, e questo lo si vede dai sondaggi sul PD fermo praticamente ad un anno fa, senza avere oneri di governo.

Solitamente in Italia all’opposizione si cresce sempre, non è il caso del partito della Schlein. Sorprende l’ambigua resistenza del movimento 5stelle, che secondo gli opinionisti dopo Grillo si sarebbe squagliato, e non è stato così. Stessa profezia per il partito di Berlusconi senza Silvio, è un po’ calato ma non tanto, alla prova del voto europeo si vedrà. Salvini è fermo più o meno al voto del 2022, ma approfitterà delle europee per schiacciare sull’acceleratore dei temi più identitari e meno governativi, il proporzionale li premia.

Cosa che non può fare la Meloni che ha il boccino del comando, e quindi delle responsabilità. Il partito della Premier dopo il voto era cresciuto costantemente, fino ad arrivare alla mitica soglia del 30%, poi è cominciata una altalenante discesa. Salvini si differenzierà sempre più da lei, lo fece con il Conte I, e questo lo porto quasi al 36% alle scorse europee, e tattica vincente non si cambia. La partita tra i due può essere vera o finta. Il voto europeo del 2019 staccò Salvini da Conte e ci fu crisi di maggioranza in estate. Conte votò democristianamente Ursula, non traendone grandi vantaggi per il posizionamento del suo partito, che però allora era ancora grillino oggi non si sa cos’è ancora. Lo scenario prevedibile è che, indipendentemente dai risultati, Meloni voterà la maggioranza Ursula, anche con spaccatura del suo gruppo europeo, pur non risultando decisiva, mentre Salvini sicuramente no. Lo farà perché governa, mentre i suoi partiti alleati in Europa no.

Questa divisione produrrà effetti in Italia? Inevitabilmente, al di là dei tentativi di Tajani che parla di doppio forno alla Andreotti. Queste cose erano possibili nella Prima Repubblica, non nella Repubblica del Web. Regole sul patto di stabilità e Mes divaricheranno Matteo e Giorgia. E la maggioranza si spaccherà. Nonostante l’ambizione del Premierato la Premier rimarrà in sella, sfruttando le prerogative del detestato parlamentarismo, trovando sicuramente dei responsabili. Li trovò l’inesperto Conte figuratevi la molto più politica Premier di Fratelli d’Italia. Giorgia non andrà al voto, gli italiani non capirebbero perché il centrodestra litighi e poi si ricompatti per il potere e non per le promesse non mantenute. Tra l’altro il suo partito ancora è giovane e su molti territori deve maturare classe dirigente, e se perdi ruolo e strumenti è difficile strutturarsi.

Per quest’anno si mangerà il panettone del centrodestra attuale, l’anno prossimo probabilmente ci sarà un pandoro più classico, senza uvetta e canditi più sovranisti, e con tanto zucchero a velo democristiano.

Così è se vi pare

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