ARS, il voto segreto punto debole della maggioranza - QdS

ARS, il voto segreto punto debole della maggioranza

ARS, il voto segreto punto debole della maggioranza

Mauro Seminara  |
giovedì 01 Febbraio 2024

La "salva ineleggibili" affossata con voto segreto ha mostrato una maggioranza divisa malgrado il vertice mattutino voluto da Schifani e prima della giunta per la nomina dei manager della sanità.

Una giornata ricca di fibrillazioni quella di ieri per la politica regionale siciliana. Tensioni culminate con il voto segreto che all’ARS, nel pomeriggio, ha affossato il disegno di legge d’interpretazione autentica di due nome regionali meglio conosciuto come “salva ineleggibili” e a seguire gli esponenti di Fratelli d’Italia che disertano la giunta convocata per le nomine dei manager della sanità siciliana. Il Ddl che avrebbe dovuto risolvere la vicenda dei deputati – tre di Fratelli d’Italia ed uno di Sud chiama Nord – sul cui conflitto di ineleggibilità era intervenuta la magistratura, consentendo di non doversi dimettere fino all’esito del ricorso opposto dai deputati al giudizio sulla illegittima elezione, è stato affossato con il voto segreto che nella scorsa legislatura il presidente dell’ARS Gianfranco Micciché aveva proposto di abolire. Già in altre occasioni il ricorso al voto segreto non aveva portato buoni risultati alla maggioranza del Parlamento siciliano, e ieri si è confermato questo trend negativo con 34 voti contrari alla “salva ineleggibili” e soltanto 30 favorevoli. Dieci i franchi tiratori che si sono opposti all’approvazione del Ddl grazie al voto segreto.

Schifani all’ARS prima della giunta

Il deputato Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, cui è iscritto uno dei quattro ineleggibili, ha accusato il presidente Schifani di essere presente in aula allo scopo di intimidire la maggioranza in vista del voto sul Ddl salva ineleggibili, quindi sulla prova di maggioranza in vista della giunta che in serata avrebbe dovuto chiudere la quadra sulla nomina dei manager della sanità pubblica siciliana. De Luca ha quindi annunciato la ferma intenzione del suo movimento di votare contro la norma salva ineleggibili, “anche in caso di voto segreto”. Pari con il compagno di partito Ismaele Lavardera, che di suo ha elencato quali urgenze potevano motivare un salva qualcosa, ma certo non potevano essere quattro deputati la maggiore urgenza per i siciliani.

Una prova difficile per testare la maggioranza

Si è spinto molto oltre il deputato del Partito Democratico Emanuele Dipasquale, annunciando: “se dovesse passare questa norma io andrò in Procura e vi denuncerò a tutti”. La tesi sostenuta dal deputato dem è che il Ddl all’ordine del giorno era una chiara sfida alla magistratura. Nuccio Di Paola aveva invece puntato il dito proprio nel punto in cui la maggioranza mostrava la propria crepa, definendo il nuovo assetto con Forza Italia, DC e Lega da una parte e Fratelli d’Italia ed MPA dall’altra, ed affermando che con il voto segreto la norma sarebbe stata certamente affossata. Voto segreto chiesto ad esempio da Antonello Cracolici del Partito Democratico, che è stato infatti letale per la maggioranza. A poco è valso il tentativo mattutino del presidente Schifani di serrare i ranghi con un vertice di maggioranza. Non è però detto che con votazione palese nominale la “salva ineleggibili” avrebbe mostrato un diverso equilibrio in aula.

Una maggioranza incrinata sulle nomine in sanità

La prova di forza con la “salva ineleggibili” seguiva un pacifico accordo sul rinvio in commissione Affari istituzionali della riforma delle Province, con il proposito di rivedere qualche dettaglio prima di un nuovo approdo a Sala d’Ercole in tempi brevi. E tra la riforma delle province e la salva ineleggibili, fortemente voluta da Fratelli d’Italia, che tentando il tutto per tutto sperava di salvare tre deputati all’ARS, c’era la nomina dei direttori generali il cui accordo tra gli “sponsor” si era trascinato fino all’ultimo giorno utile senza produrre, almeno in apparenza, certezze su nomi e sedi di designazione. Alle 19 si sono aperti i lavori in giunta per definire le nomine dei manager cui alla mezzanotte di ieri scadeva la proroga di incarico.

Fratelli d’Italia apre la crisi del governo siciliano

Ma, colpo di scena, il knockout all’ARS sul disegno di legge “salva ineleggibili” ha prodotto la protesta di Fratelli d’Italia i cui esponenti dell’esecutivo hanno disertato la seduta di giunta. Conferma che in giunta ci sono due azionisti di maggioranza con parità di quote, ma che la loro società non è un romantico idillio e adesso la crisi di coppia è ancora più evidente. Le rassicurazioni sul buon esito della votazione sulla “salva ineleggibili” da parte di Schifani al vertice di maggioranza mattutino e la presenza dello stesso governatore all’ARS nel pomeriggio non hanno ottenuto l’effetto richiesto da Fratelli d’Italia che ha così deciso di chiudere male la giornata politica siciliana. Il presidente Schifani non ha rinviato la giunta per l’assenza degli esponenti meloniani e questo pare essere stato adesso motivo per dichiarare aperta la crisi di governo regionale.

Schifani soddisfatto per le nomine dei manager

“Abbiamo definito i nuovi assetti della sanità in Sicilia – ha affermato ieri sera il presidente della Regione, Renato Schifani, al termine della giunta  – nei tempi che avevamo stabilito. È un altro impegno rispettato, così come quello relativo alle selezioni per il ruolo di direttori sanitari e amministrativi che dovranno affiancare i nuovi manager. La giunta ha scelto figure qualificate sul piano della professionalità per la guida delle aziende e degli ospedali. I neo manager dovranno gestire la delicata fase che il sistema sanitario regionale si accinge a vivere, in attuazione delle linee che il governo intende imprimere per rendere il settore più moderno, efficiente, sostenibile economicamente e, soprattutto, sempre più attento ai cittadini. Una sanità che curi, ma soprattutto si prenda cura dei pazienti. Stiamo portando avanti un importante lavoro per il completamento di strutture ospedaliere attese ormai da anni, per l’abbattimento delle liste d’attesa e per la razionalizzazione della rete sanitaria, affrontando anche le questioni legate al personale medico e ausiliario. Un’opera che richiede lo sforzo sinergico del governo e dei manager per garantire ai siciliani, al pari dei cittadini di altre regioni, una sanità di alta qualità e che consenta loro di curarsi nel migliore dei modi nella loro terra”

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