Trattori ancora in marcia, oggi dalle Madonie le richieste in quattro punti

Trattori ancora in marcia, oggi dalle Madonie le richieste in quattro punti

Trattori ancora in marcia, oggi dalle Madonie le richieste in quattro punti

Mauro Seminara  |
sabato 03 Febbraio 2024

Redatto dal comitato delle Madonie un documento in quattro punti con le richieste per far rientrare la protesta. A Termini Imerese oltre 150 trattori in marcia. No a tavoli tecnici e sindacati.

Oggi dal movimento dei trattori siciliani “La Sicilia alza la voce”, a sfilare in corteo sono stati oltre centocinquanta trattori del Comitato Spontaneo Agricoltori delle Madonie e della Valle del Torto. Il raduno nella zona industriale di Termini Imerese, in provincia di Palermo, per dare il via alla “marcia della lumaca” dei trattori lungo la strada statale 113 fino alle porte di Cefalù. Una manifestazione molto partecipata quella madonita, con – secondo gli organizzatori – circa cinquecento agricoltori e oltre 250 tra trattori ed altri mezzi in corteo. Si tratta dell’ennesimo gruppo del comparto agricolo che lascia il proprio lavoro nei campi per aderire alla protesta che negli ultimi giorni ha visto insorgere imprenditori agricoli in tutta Italia ed anche i Germania e Francia con trattori arrivati fino al cuore dell’Unione europea durante il Consiglio europeo straordinario a Bruxelles.

Nessuna rappresentanza sindacale

“Manifestiamo per i nostri disagi e le nostre preoccupazioni per quelle che sono le politiche europee che sono state adottate, con la nuova Pac, con l’avallo dei governi nazionali e regionali e dei sindacati compiacenti che ormai non ci rappresentano più”. Questo è quanto questa mattina ha spiegato al Quotidiano di Sicilia l’imprenditore agricolo Salvatore Cappadonia, designato sul momento portavoce in loco per l’intero comitato spontaneo. “Oggi il grido è forte – prosegue Cappadonia – ed è la chiara dimostrazione del dire no a tutto questo e di rappresentarci da soli, visto e considerato ci hanno lasciati e ci hanno abbandonati al nostro destino”. La rottura con istituzioni e confederazioni di imprese viene quindi rimarcata anche dall’area delle Madonie e della Valle del Torto.

Le politiche “tinte di green”

L’imprenditore agricolo di Cerda, intervistato dal Quotidiano di Sicilia, rincara la dose sulla politica europea e sul “green” che agevolerebbe soltanto le multinazionali del settore agricolo, tema sul quale in vero il Parlamento europeo ha avviato azioni per il cosiddetto greenwashing. Circa due settimane addietro l’Europarlamento ha dato il via libera definitivo a una direttiva che migliorerà l’etichettatura dei prodotti e vieterà l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti. Iniziative corrette ma tardive ed insufficienti a fronte delle condizioni in cui versa il settore agricolo ed in particolare quello italiano, che parrebbe essere oggi uno dei più danneggiati. “Queste politiche, tingendosi di green dreneranno risorse verso le multinazionali dell’agroalimentare – afferma Salvatore Cappadonia – gettando nel girone dell’inferno le piccole e medie aziende che saranno destinate a chiudere”.

Quattro punti chiave sul tavolo per far rientrare i trattori

Le politiche cui fa riferimento Cappadonia, in nome e per conto del comitato spontaneo madonita, riguardano una serie lunga di misure politiche che negli anni hanno accumulato per gli imprenditori del settore insofferenza prima e vera e propria asfissia dopo. Una stratificazione di norme e regolamenti che svantaggiano i produttori italiani – in questo caso riferito ai siciliani – mentre avvantaggiano i produttori esteri agevolati dalle importazioni di prodotti economicamente competitivi ma privi degli standard di qualità assicurati e pretesi in Italia.Ecco quindi che mentre la protesta del movimento dei trattori siciliano, quel collettivo “La Sicilia alza la voce”, provincia dopo provincia, continua a marciare lasciando le terre per protestare, dal Comitato spontaneo agricoltori delle Madonie e della Valle del Torto arriva nero su bianco un documento con richieste stilato in quattro punti chiave indirizzato al Ministero dell’Agricoltura, alla Presidenza della Regione Siciliana, all’Assessorato regionale dell’agricoltura ed al prefetto di Palermo. I quattro articoli redatti vedono al punto uno la riforma dei regolamenti europei e la tutela dei prodotti agroalimentari italiani. Un tema che certo non vedrà divisione tra gli imprenditori siciliani e quelli romagnoli o veneti. Seguono, nel breve elenco delle richieste, la riforma della Pac (Politica Agricola Comunitaria, ndr), interventi sulle leggi nazionali e riforme anche sulle leggi regionali.

Un programma articolato ma chiaro

Le richieste degli imprenditori non sono semplici pretese di massima ma un dettagliato programma di riforme che dimostra come oltre ad alzare la voce hanno anche fatto i compiti, avvalendosi anche di consulenze per redigere il documento indirizzato alle istituzioni. Per rendere l’idea ai nostri lettori, le richieste indicate al punto uno hanno due commi con i quali si specifica che: i prodotti agroalimentari extraeuropei devono rispondere ai requisiti di qualità e tutela della salute di quelli europei e non mediante l’uso di tecniche e chimica vietati in Europa; gli indici di conversione monetaria dei prodotti agroalimentari importati dovranno equiparare i differenziali di valuta.Per la Pac si entra nel dettaglio di nove interventi tra i quali anche la modifica del regolamento UE sull’erogazione dei contributi ed il finanziamento di tutte le domande presentate al bando 2023 del Psp 2023-2027. Poi un tetto massimo al carburante agricolo e l’esonero Iva sui contributi a fondo perduto per le leggi nazionali ed infine una serie di interventi legislativi regionali come la dichiarazione dello stato di calamità per la siccità, la modifica del calendario venatorio per risolvere il problema dei cinghiali ed altri tre dettagli tra i quali anche il condono tombale al dieci per cento delle cartelle esattoriali dei canoni irrigui pregressi.

L’intervento della Regione Siciliana con l’Unità di crisi

Tra i principali compiti assegnati alla Commissione dell’Unità di crisi istituita ed annunciata ieri dalla Regione Siciliana ci saranno – si legge nella nota di Palazzo d’Orléans – quelli di: ricevere le segnalazioni delle aree più colpite e richiedere l’eventuale intervento della Protezione civile; individuare la necessità di deroghe e provvedimenti che derivano dallo stato di crisi; inglobare le strategie di adattamento climatico dell’agricoltura nei bandi del Piano strategico della Politica agricola comune (Psp). “La Commissione – si legge nella nota della Regione – è aperta al confronto con le associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e rappresentanti del settore agricolo”. Sul confronto però sembra presentarsi qualche difficoltà. “Noi non chiediamo tavoli tecnici, noi chiediamo risposte concrete”, dichiara Salvatore Cappadonia aggiungendo: “I nostri disagi, i nostri problemi, sono alla loro mercé; farci prendere nuovamente in giro con la scusa di tavoli tecnici a noi non basta più, vogliamo atti concreti e soprattutto fatti, basta parole”.

Trattori uniti ma soprattutto indipendenti

Inevitabile, anche alla luce delle dichiarazioni già rese al Quotidiano di Sicilia ieri da un altro imprenditore agricolo del movimento La Sicilia alza la voce, chiedere anche al comitato delle Madonie e della Valle del Torto cosa accomuna i trattori siciliani a quelli del resto d’Italia ed a quelli francesi e tedeschi, ma soprattutto se esiste ancora un rapporto con confederazioni di imprese agricole, genericamente definite sindacati: “Noi siamo indipendenti, noi siamo agricoltori ed allevatori, non ci interfacciamo con nessuno, la nostra protesta è univoca e saremo coraggiosi e siamo convinti di portarla avanti da soli”. Questa la risposta di Salvatore Cappadonia con cui, anche per i trattori della bassa Madonie e della Valle del Torto, questa mattina a Termini Imerese è stata ribadita la determinazione degli aderenti alla protesta di andare avanti fino in fondo e senza intermediazioni. Già oggi il comitato organizzativo preparava la prossima protesta: venerdì 9 febbraio sarà il turno di Bolognetta, con ineludibili ripercussioni sul traffico della Palermo-Agrigento.

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