Sono urgenti le polizze anticatastrofi - QdS

Sono urgenti le polizze anticatastrofi

Sono urgenti le polizze anticatastrofi

venerdì 09 Febbraio 2024

Rendere obbligatorie a tutti i proprietari di beni fissi, quali immobili, terreni ed altri, le polizze di assicurazione

Ogni volta che si verifica una catastrofe naturale (terremoti, alluvioni, frane, esondazioni, inondazioni, eruzioni e via di seguito), i danni ai settori pubblico e privato si contano in decine di miliardi. Dopo di che, comincia la solita commedia all’italiana dei risarcimenti per i danni subiti dai privati, mentre i danni subiti dal territorio e quelli dal patrimonio pubblico restano irrisolti per decenni. Un esempio per tutti: la ricostruzione del Belice dopo cinquant’anni non è ancora finita; ancora, la ricostruzione dell’Irpinia dopo quarant’anni dal terremoto non è ancora terminata.

Si dirà che la nostra burocrazia non funziona normalmente, per cui non potrebbe funzionare per eventi straordinari, con la conseguenza che vi sono ancora comuni dell’Aquila distrutti dai terremoti non ancora ricostruiti e altri del Lazio, come Ariccia, che andrebbero visitati per comprendere ciò che intendiamo.
Il quadro è così fotografato e non sappiamo chi sia nelle condizioni di contraddirlo.

Vi è un secondo elemento contrario alla ricostruzione ed è la disponibilità delle risorse finanziarie, che non si riescono a cavar fuori dal bilancio dello Stato perché esso è già onerato da un debito pubblico arrivato a una soglia al di là di ogni ragionevolezza; un debito pubblico che vola verso i tremila miliardi e con il rapporto col Pil di oltre il centoquaranta per cento.

Cosicché, la mancanza di denaro e l’inefficienza della Pubblica amministrazione sono i due elementi che impediscono i risarcimenti e le ricostruzioni, che così si allungano per decenni e che forse si completeranno quando arriveranno le successive generazioni.

Si potrebbe dire che tutto questo è ineluttabile, che i terremoti non sono prevedibili e quindi le conseguenze vanno accettate, che la lava eruttata dall’Etna non si può deviare ed altre obiezioni simili.
Tuttavia, se la specie umana non si può opporre agli eventi naturali enormi, al di là delle proprie possibilità, può adottare dei rimedi, il primo fra i quali è quello di rendere obbligatorie a tutti i proprietari di beni fissi, quali immobili, terreni ed altri, le polizze di assicurazione, per cui in caso di catastrofi naturali ad affrontare l’emergenza sarebbero le compagnie assicuratrici, le quali sovente si riassicurano per esempio con i Lloyd’s di Londra.

Non è tutto, perché anche Stato, Regioni, Comuni ed enti pubblici in genere dovrebbero assicurarsi contro gli eventi catastrofici, di modo che quando essi sfortunatamente si verificano, le assicurazioni rimedierebbero ai relativi danni rapidamente e con le relative risorse si potrebbero effettuare le ricostruzioni.

Per fare quello che precede, ci ha pensato parzialmente la Legge di Bilancio 2024 (213/2023). Essa prevede l’obbligo di assicurazione per tutte le imprese ad eccezione di quelle agricole riguardante terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali. Le polizze debbono essere contratte entro il 31 dicembre 2024. Le modalità verranno prodotte mediante un decreto congiunto del Mef e del Mimit.

Insomma, qualunque cosa dovrebbe essere assicurata con almeno due effetti positivi. Il primo è che le catastrofi naturali non provocherebbero catastrofi finanziare da parte dello Stato e di altri enti pubblici; il secondo è che i rimborsi avverrebbero in pochi mesi e non in decine di anni, consentendo così la ricostruzione e la rimessa in funzione di tutti i beni.

Qualcuno avrebbe un’obiezione, senza aver fatto opportuna riflessione: una legge di tal fatta sarebbe un favore alle assicurazioni. A prima vista potrebbe sembrare così, ma se ci pensate bene non lo è affatto perché le stesse sono in concorrenza non solo nazionale, ma internazionale e quindi nel loro bilanciamento fra costi e ricavi tendono a diminuire i premi in modo da acquisire migliore e maggiore clientela.

Peraltro, va sottolineato che il meccanismo descritto è già in atto per i veicoli circolanti e non circolanti, ove l’assicurazione obbligatoria sta funzionando molto bene, soprattutto dopo che il risarcimento del danno è stato affidato alla propria assicurazione.

Il quadro è chiaro, migliorabile. Non resta al ceto politico che varare una legge analoga anche per i beni pubblici, in modo da mettere a posto una questione annosa, mai risolta in questo mezzo secolo.

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