E' in arrivo nei prossimi mesi in Italia il reddito alimentare 2024: ecco a chi spetterà e come sarà possibile ottenerlo
In Italia sta per arrivare il cosiddetto reddito alimentare. Di tale contributo si parla già da quando in legge di Bilancio 2023 furono stanziate le risorse (1,5 milioni per l’anno scorso, aumentati a 2 milioni per il 2024 e 2025) per avviare la fase di sperimentazione per una nuova misura di sostegno per le famiglie bisognose. Con il Reddito alimentare, compatibile con altre misure come ad esempio l’Assegno di inclusione, alle famiglie in seria difficoltà economica è prevista la consegna di pacchi alimentari, realizzati utilizzando i prodotti rimasti invenduti nella grande distribuzione.
Dopo una lunga attesa, adesso, il reddito alimentare dovrebbe divenire realtà, anche se è bene specificare che sarà un progetto limitato rispetto a quelle che erano le attese: nella legge di Bilancio 2023, infatti, si parlava di far partire questa misura nelle città metropolitane d’Italia, tuttavia alla fine solamente alcuni tra questi Comuni ne saranno interessati.
Reddito alimentare, come funziona e a chi spetta
Il Reddito alimentare, come disciplinato dal Decreto n. 78 del 26 maggio 2023 del ministro del Lavoro, è un sostegno che consiste nella distribuzione gratuita di pacchi alimentari realizzati con i prodotti invenduti dei negozi che fanno parte della distribuzione alimentare. Rientrano tra questi casi, per esempio, le confezioni rovinate o i prodotti vicini alla scadenza. Per il Reddito alimentare viene prevista una sperimentazione di tre anni. A chi è riservato il contributo? Il Reddito alimentare è riservato alle persone che si trovano in condizione di povertà assoluta. Grazie a questa misura si riuscirà così a raggiungere un doppio obiettivo: da una parte il sostegno ai più bisognosi, dall’altra evitare gli sprechi (ogni anno circa 230 mila tonnellate di cibo risultano invendute). Nella distribuzione dei pacchi alimentari avranno un ruolo cruciale gli enti del Terzo settore, coinvolti attivamente nella piena operatività della misura. Il loro coinvolgimento è stato previsto dopo una serie di incontri tra le parti istituzioni e le organizzazioni.
Dove spetta il Reddito alimentare
Solo alcuni Comuni capoluogo delle città metropolitane prenderanno parte alla prima fase di sperimentazione del Reddito alimentare. A seguito dell’accordo raggiunto in sede di Conferenza unificata del 20 dicembre 2023, infatti, sono stati individuati i seguenti Comuni per l’attuazione della sperimentazione:
- Genova;
- Firenze;
- Napoli;
- Palermo.
Almeno fino al termine della fase sperimentale, che dovrebbe concludersi a fine 2025, non ci saranno quindi altre città coinvolte.
Quando arriva il Reddito alimentare
Dopo l’individuazione dei Comuni interessati, manca poco per l’avvio del Reddito alimentare in Italia. Lo scorso 5 febbraio, infatti, il ministero del Lavoro ha pubblicato l’avviso rivolto alle suddette città dettando i termini per la presentazione dei progetti di Reddito alimentare finalizzati alla riduzione dello spreco alimentare tramite la gestione delle eccedenze con azioni di solidarietà sociale. Nel dettaglio, questi progetti dovranno prevedere il coinvolgimento dei soggetti pubblici o degli Enti del Terzo settore, già operativi nell’ambito dell’assistenza alimentare a persone in condizione di grave deprivazione materiale, come pure degli operatori settore alimentare che si renderanno disponibili a donare i prodotti alimentari invenduti. Solo una volta definiti questi aspetti la misura potrà partire. A tal proposito, il ministero del Lavoro ha fissato la scadenza per il 31 marzo prossimo. È lecito immaginare che, considerando i tempi tecnici, per la partenza del Reddito alimentare bisognerà attendere almeno fino a maggio 2024.
Reddito alimentare, come ottenerlo
Per ottenere il Reddito alimentare sarà probabilmente necessario prenotare i pacchi attraverso un’applicazione. Dopodichè ciascun beneficiario potrà andare a ritirarli in uno dei centri di distribuzione. Dovrebbe essere prevista anche la possibilità, per le categorie fragili, di riceverlo direttamente a casa: probabilmente questa ipotesi varrà per gli anziani e le persone non autosufficienti. Tuttavia, va ricordato che le modalità di richiesta e consegna potrebbero variare per ogni Comune, quindi è ancora presto per dare una risposta definitiva.
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