Ecco cosa prevedono gli aggiornamenti
Un taglio da 270 milioni alla voce lavori garantiti, possibilità di incappare in penali sin dal primo giorno, una fidejussione molto più onerosa. Sono i termini della proposta che potrebbe essere recapitata alla Servizi idrici etnei (Sie), nell’ambito della convenzione quasi trentennale che porterà la società – per il 51 per cento pubblica e per il 49 per cento di proprietà di alcune imprese, tra cui spiccano i nomi delle famiglie Cassar, Virlinzi e Zappalà – a gestire il servizio in via esclusiva nei 58 Comuni della provincia di Catania. Il condizionale, però, è d’obbligo: il compito di formularla sta all’Ati, l’assemblea composta dai sindaci che da mesi non riesce a trovare la quadra su un accordo – quello con Sie – la cui obbligatorietà è fuori discussione dopo le sentenze del Cga.
Proprio stamani l’Ati tornerà a riunirsi per una seduta che si attende da mesi. All’ordine del giorno, infatti, ci sono le modifiche proposte dai Comuni di Catania, Acireale, Misterbianco, Gravina di Catania, Biancavilla, Tremestieri Etneo e Bronte; ovvero i soci che a fine 2023 si sono opposti alla bozza di convenzione che era venuta fuori dalle trattative tra il presidente dell’Ati, il lombardiano Fabio Mancuso, e i privati di Sie.
Servizio idrico, aggiornamento del montante
Il principale dei nodi da sciogliere riguarda l’ammontare dei lavori che Sie avrà diritto a eseguire direttamente nel corso dei 29 anni in cui vestirà i panni di gestore unico del servizio idrico in provincia. Il tema, su cui in questi mesi si è dibattuto all’interno dell’Ati, concerne il metodo con cui aggiornare le cifre che hanno caratterizzato la gara d’appalto che a metà anni Duemila fu vinta dal raggruppamento di società che poi diedero vita a Sie: all’epoca il montante era pari a 1,3 miliardi di euro; dei quali 810 milioni in capo a Sie alla stregua di un affidamento diretto mentre i restanti 510 da cofinanziare per una quota del 39,3 per cento.
La bozza portata in assemblea a dicembre prevedeva una riparametrazione tenendo conto delle percentuali offerte in sede di gara e il programma dei lavori inseriti nel piano d’ambito presentato nel 2019, e poi annullato dal Cga ma per motivi che nulla hanno a che vedere con la pianificazione degli interventi da effettuare. Seguendo questa logica, il montante passerebbe a oltre 2,3 miliardi, mentre la fetta di lavori affidata direttamente a Sie schizzerebbe a quasi un miliardo e quattrocento milioni.
La nuova bozza, che sarà sottoposta al voto dell’Ati, prevede invece che il montante venga aggiornato “sulla base dei reali tassi di inflazione con applicazione degli indici Foi, ovvero quelli che tengono conto dei consumi delle famiglie che fanno capo ai consumi delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente. Così facendo – dunque senza contare quanto previsto nel piano d’ambito del 2019 e in attesa della redazione del nuovo – la quota di lavori spettanti a Sie, pari alla rivalutazione degli 810 milioni della gara, si ridurrebbe a un miliardo e 121 milioni.
Servizio idrico, le altre modifiche
Tra le nuove condizioni che potrebbero essere sottoposte alla Sie c’è quella che riguarda l’obbligo di farsi carico dell’organico degli attuali gestori, tenendo conto di quelli assunti fino al 13 dicembre 2022. Nella precedenza versione, il termine era stato fissato allo stesso giorno dell’anno precedente. Salterebbe invece l’introduzione di un periodo transitorio, che nella prima bozza era motivato per via del “lungo periodo di tempo trascorso dalla stipula della convenzione originaria” correlato alla “diversa attuale situazione”, nel corso del quale non si potrebbero applicare a Sie penali e sanzioni. Previsto inoltre che nel caso di revoca della concessione “per motivi di pubblico interesse” o “in caso di cessazione anticipata per inadempimento del soggetto concedente (l’Ati, ndr)” a Sie spetterebbero rimborsi pari al valore delle opere realizzate, più le penali da sostenere in conseguenza della risoluzione e un dieci per cento sui lavori ancora da eseguire.
Servizio idrico, aggiornamento della fidejussione
Se il montante va aggiornato, anche la fidejussione deve essere ritoccata al rialzo. Questa posizione, fatta propria dai sindaci dissidenti, ha trovato posto nella nuova bozza di convenzione in cui l’importo originario di dieci milioni passa a 16,5 milioni. Il tutto tenendo conto che “entro trenta giorni dall’approvazione del nuovo piano d’ambito, a pena di risoluzione, l’importo della garanzia dovrà, comunque, essere integrato tenuto conto dell’eventuale adeguamento del valore dell’affidamento”.
Servizio idrico, proroga delle gestioni transitorie
Mentre nel testo della nuova bozza è stato aggiunta l’ipotesi di una risoluzione unilaterale dei rapporti con Sie, senza indennizzi, nel caso in cui un tribunale dovesse stabilire “l’invalidità o inefficacia” della convenzione del 2005, all’ordine del giorno della seduta di oggi c’è anche una proposta che guarda al presente: i sindaci chiedono di autorizzare la proroga delle attuali gestioni fino al completo trasferimento della gestione a Sie. Una necessità che nasce dalla volontà “di consentire la continuità del servizio idrico senza pregiudizi per le comunità amministrate”.
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