Non bisogna imprecare per gli ostacoli che si incontrano perché essi fanno parte della vita di ciascuno di noi
La strada della vita è piena di buche, di ostacoli, di cavalli di Frisia e di ogni altro elemento che ci impedisce di camminare o di correre su una strada piana.
Non bisogna imprecare per gli ostacoli che si incontrano perché essi fanno parte della vita di ciascuno di noi. Bisogna invece assumere la consapevolezza che gli ostacoli e gli impedimenti che si incrociano possono e devono essere superati nel migliore dei modi, con calma e lucidità.
Infatti, a che serve innervosirsi o eccitarsi se non a perdere la lucidità necessaria ad affrontare le avversità e a superarle? E come fare per superarle? Trovando idonee soluzioni specifiche a ogni caso, ma anche ispirandosi ad eventi passati.
Perché questo stato mentale si formi nel tempo – esso infatti non è naturale o spontaneo – è necessario avere la consapevolezza che gli ostacoli arrivano a tutti/e, ma bisogna fronteggiarli in maniera adeguata, per superarli. Bisogna anche avere la consapevolezza che gli ostacoli sono spesso fonte di crescita e di evoluzione della persona e della specie umana nel suo complesso.
Intendiamoci, non tutte le avversità si possono superare. Vi sono infatti, per esempio, malattie gravi con le quali si può convivere cronicizzandole oppure che portano alla morte del corpo. Vi è un proverbio che dice: “Se c’è una soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è una soluzione perché ti preoccupi?”.
Ciò non toglie che bisogna essere sempre pronti/e mentalmente e fisicamente a trovare soluzioni. Quando si è provata la prima e non ha funzionato, bisogna provare la seconda e poi la terza, la quarta e così via fino a quando essa si trova.
Vi è una metafora secondo la quale, quando non riesci ad abbattere una porta, continua a dare spallate; magari fino alla novantanovesima non hai ottenuto alcun risultato, ma poi con la centesima la porta cadrà.
Che vuol dire? Che bisogna essere convinti/e di potercela fare e, per conseguenza, tentare continuamente senza stancarsi fino a quando il risultato sperato non arriva.
Tutto ciò è facile a dirsi e più difficile a farsi, però se non ci si mette nelle condizioni positive di affrontare le cose negative che ci capitano, le prime non si risolvono e noi diventiamo succubi, quindi perdenti.
Per ciò è necessaria la perseveranza e anche, perché no, una certa dose di ottimismo.
Possiamo cadere a ogni pié sospinto, ma la nostra capacità dev’essere quella innanzitutto di non metterci a piangere (metaforicamente); in secondo luogo, di non inneggiare alla sfortuna, che non c’entra; subito dopo, di tentare di rialzarsi e ripetere i tentativi fino al risultato voluto.
Grande è chi non si lamenta quando cade e pensa subito come rialzarsi, in modo che a forza di tentativi ci riesca e si rimetta in cammino.
Purtroppo, nella generalità dei casi, questo non avviene perché sentiamo spesso lamentazioni di ogni genere e, soprattutto, ripetiamo, una sorta di ode alla sfortuna, come se essa c’entrasse nelle cose che ci capitano.
È chiaro che il caso stabilisce ciò che va bene e ciò che va male, ma noi dobbiamo metterci del nostro per fare andare bene le cose e, quando vanno male, tentare di ricondurle nell’alveo delle cose positive.
Ripetiamo, si tratta di una posizione mentale, avendo la precisa cognizione che nella vita di ognuno di noi vi è del bello e del meno bello.
La “normalità”, ecco uno stato che non si apprezza sufficientemente, perché la normalità vuol dire che le cose vanno senza patemi, che funzionano in modo ordinato e che si susseguono con una sequenza positiva anche se alternata a fatti negativi.
La normalità e la buona salute, due condizioni che si dovrebbero valorizzare maggiormente. Ci sembra che le cose debbano andare normalmente e che la salute sia un diritto, ma non è così. Le cose vanno come debbono andare e noi ci dobbiamo mettere del nostro per farle andare bene.
La salute alterna periodi buoni e cattivi e anche in questo caso dobbiamo avere la mente atta a superare i momenti bui e a ripristinare la buona salute, quando i rimedi ci sono.
Come si evince dal ragionamento, vivere in modo “normale” non è semplice, tuttavia, si può fare se ci mettiamo buona volontà, buonsenso, capacità e voglia di guardare avanti per costruire e non per distruggere.