La siciliana Maria Concetta Borgese proposta al premio Strega Poesia 2024 - QdS

La siciliana Maria Concetta Borgese proposta al premio Strega Poesia 2024

La siciliana Maria Concetta Borgese proposta al premio Strega Poesia 2024

lunedì 01 Aprile 2024

Le sue poesie arrivano dritte al cuore, come un fulmine che termina la sua corsa nell’anima di chi legge

Le sue poesie arrivano dritte al cuore, come un fulmine che termina la sua corsa nell’anima di chi legge. Maria Concetta Borgese, siciliana doc, è stata proposta, con la silloge Luci e ombre, al premio Strega Poesia 2024. Nata a San Pier Niceto, comune del messinese, la Borgese è Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Premiata in numerosi concorsi di poesia, è inoltre accademico emerito dell’Accademia “Ruggero II di Sicilia” e a lei è stato conferito l’Oscar per la letteratura e la carriera 2023.

“Luci e ombre”, il titolo della silloge di Maria Concetta Borgese

Luci e ombre, il titolo della silloge, rende a pieno l’idea degli interrogativi che, scorrendo le pagine, suscita nel lettore. L’opera è suddivisa in quattro parti (Bolle di sapone, Sassi bagnati, Anima nuda, Nirvana), ognuna delle quali risulta avere una sua particolare intensità, dando l’idea di una poetessa completa e capace di mostrare la maturità raggiunta. Dai versi si percepisce quel gusto mediterraneo che ben si addice alla personalità dell’autrice.

I colori, i suoni, le immagini che trasmette, sono parte integrante della terra nella quale è nata e cresciuta, l’amata Sicilia. Lo dimostra a pieno l’amore per il mare a cui ha dedicato parte dei suoi componimenti. Ed è così che, leggendo le poesie che compongono la silloge, si intuisce immediatamente il percorso proposto dalla Borgese. Si alternano soffi di zefiro a mareggiate personali, crepuscoli pieni di nostalgia a luci che si spengono. Il rapporto con il mare è quello che colpisce particolarmente. Non tanto per sua genesi, la Borgese, da siciliana doc, ne è a stretto contatto, ma per l’uso che ne fa. Il mare come elemento che, nel solco dell’infinito leopardiano, riesce a contenere e poi svelare i mille aspetti della nostra esistenza. Il mare come elemento per riflettere, per trarre un bilancio della propria vita, per abbandonarsi e poi, come è nello spirito delle poesie della Borgese, rinascere. Nei suoi versi c’è una particolare forma di pessimismo che non si limita alla sua affermazione ma che è la base per la ripartenza. L’incognito resta l’orizzonte al quale la poetessa guarda, direbbe Croce, con animo perturbato e commosso, ma mai indomito, perché alla fine la ragion pura riesce comunque a prevalere.

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