La giornata di mobilitazione di ieri è servita anche per ricordare Vincenzo Franchina, il lavoratore originario di Sinagra morto a seguito dell’esplosione che si è verificata nella centrale di Suviana
MESSINA – Una giornata di mobilitazione in memoria di Vincenzo Franchina, il lavoratore di Sinagra morto a seguito dell’esplosione della centrale di Suviana, e di tutti i morti sul lavoro. Pietro Patti e Ivan Tripodi, segretari generali di Cgil e Uil messinese hanno voluto dare rilievo a un fatto di cronaca che ancora una volta mostra come il tema della sicurezza debba diventare una priorità.
“La mattanza non si ferma” affermano Patti e Tripodi
Lo sciopero di quattro ore per tutti i settori privati e di otto ore per l’edilizia, era stato deciso da tempo dalle due organizzazioni sindacali proprio per evidenziare il dramma delle morti sul lavoro, ma anche per chiedere una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale di fare impresa. Assemblee si sono svolte in tutti i luoghi di lavoro. “La mattanza non si ferma – hanno affermato Patti e Tripodi – e le responsabilità del silenzio del Governo nazionale sul tema della salute e sicurezza sono enormi. Nonostante la strage che quotidianamente miete vittime innocenti, nel solo 2023 in Italia sono morti 1.041 lavoratori, i provvedimenti assunti dal Governo Meloni sono assolutamente insufficienti poiché, evidentemente, non si vuole affrontare con forza, decisione e convinzione, una questione che si è, ormai, trasformata in un dramma sociale. È inammissibile uscire di casa per andare a lavorare e perdere la vita”.
Dopo l’incidente di Bargi, nel comune di Camugnano, vicino Bologna, il presidio con flash-mob organizzato a piazza Unione Europea è stato attraversato emotivamente dalla morte di Vincenzo Franchina, 36 anni a maggio, originario di Sinagra, comune di duemila abitanti in provincia di Messina, costretto a emigrare, come tanti, al Nord. Lavorava per una ditta che faceva manutenzione per Enel e viveva a Genova insieme alla moglie, infermiera al Gaslini, anche lei emigrata da Raccuja, altro centro montano del messinese.
Faceva parte della folta schiera di “trasfertisti”
Senza opportunità di lavoro si svuotano i borghi e i piccoli comuni: a Messina tra il 2012 e il 2022 sono andati via 8.124 giovani tra i 15 e i 29 anni. A preferire regioni del Nord o l’estero sono persone qualificate come era Vincenzo, elettricista industriale, che lavorava per una ditta specializzata in impianti elettrici con sede in Campania ma con appalti in giro per l’Italia, per questo era impegnato nella Centrale di Bargi insieme ad altri operai di varie regioni e ditte tutte esterne ad Enel. Faceva parte della folta schiera di “trasfertisti”, molti siciliani, senza una sede unica di lavoro, che vanno dove la propria azienda ottiene contratti, appalti e subappalti, da grandi gruppi. I “trasfertisti”, che non sempre hanno il riconoscimento di tutti i loro diritti contrattuali, hanno sovente alte specializzazioni, sono tecnici, manutentori, esperti di settori delle costruzioni, professionalità costruite nel tempo ma che, come hanno sottolineato i sindacati, i territori stanno perdendo.
A esprimere il dolore dell’intera comunità di Sinagra è stato nei giorni scorsi il sindaco Antonio Musca: “Conoscevo bene Vincenzo, ho avuto il privilegio di celebrarne le nozze a gennaio 2023. Frequentava da ragazzo la scuola dove insegnavo all’epoca, ogni tanto gli davo anche un passaggio a casa. Una persona educata, di rara gentilezza come tutta la sua famiglia”.
“Una tragedia nella tragedia – ha sottolineato Nino Alibrandi, segretario Cisl, sindacato che non ha seguito Cgil e Uil nello sciopero nazionale – perché ha perso la vita un giovane andato via dalla sua terra, che stava costruendo la propria famiglia da poco più di un anno. Un pensiero va anche al bimbo di pochi mesi che ha perso il padre”.
“La sicurezza nei luoghi di lavoro – ha aggiunto Alibrandi – è la priorità del sindacato e deve esserlo anche per il Paese. Lo grideremo forte sabato a Roma all’Assemblea Cisl delle delegate e dei delegati alla sicurezza. Non abbasseremo la guardia per sollecitare il pieno rispetto delle norme, con più controlli, ispezioni e sanzioni in tutte le imprese e punizioni certe e severe per chi in nome del profitto non ha rispetto per la vita umana. Chiediamo di estendere la Patente a crediti in ogni settore produttivo, di allargare le tutele previste nei cantieri pubblici anche ai grandi appalti privati e di rilanciare l’esperienza partecipativa dei comitati aziendali Covid sui temi della prevenzione. Serve un ulteriore potenziamento del contingente degli organi di vigilanza e incrocio delle banche dati e rafforzare la sorveglianza sanitaria, incentivando il reclutamento di medici competenti nelle aziende”.