Gela, confiscati beni a un esponente di Cosa nostra - QdS

Gela, confiscati beni a un esponente di Cosa nostra

Gela, confiscati beni a un esponente di Cosa nostra

sabato 04 Maggio 2024

Proprietà mobili e immobili, per un valore di circa 500mila euro, sono state sottratte a un 55enne a seguito della sentenza della suprema Corte di Cassazione. Il sequestro era già avvenuto nel 2019

GELA – La Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Caltanissetta ha eseguito il decreto di confisca di alcuni beni per un valore di circa 500mila euro. La confisca è stata emessa dalla sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, divenuto irrevocabile a seguito di sentenza della suprema Corte di Cassazione.

I beni sono riconducibili a un esponente di vertice dell’organizzazione criminale Cosa nostra afferente al gruppo degli Emmanuello che operano a Gela. L’irrevocabilità del decreto di confisca ha consentito allo Stato di acquisire definitivamente beni immobili e beni mobili registrati che risultano essere il frutto del reimpiego dei proventi dell’attività illecita.

Confiscati ben 27 beni

L’esecuzione del provvedimento ha permesso l’acquisizione definitiva, a favore dell’erario dello Stato, di 27 beni tra cui un’impresa individuale di allevamento di ovini e caprini e l’intero complesso aziendale, costituito anche da beni mobili registrati e numerosi mezzi agricoli; 19 beni immobili, di cui quattro fabbricati e 15 terreni; tre beni mobili registrati, un’autovettura, un autocarro e un motoveicolo e quattro rapporti finanziari, due depositi a risparmio e due conti correnti.

I suddetti beni erano stati sottoposti a sequestro, nel dicembre del 2019, con decreto della sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, su proposta del questore della Provincia di Caltanissetta, a seguito delle indagini di natura patrimoniale espletate dal personale dell’ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura nissena, che aveva verificato come il valore dei beni nella piena disponibilità dell’appartenente al sodalizio criminale era sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dallo stesso, accertando, quindi, che i beni oggi acquisiti definitivamente erano frutto delle attività illecite poste in essere e ne costituivano il reimpiego.

L’uomo, 55enne, sorvegliato speciale della Polizia di Stato, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, pluripregiudicato per diverse tipologie di reato, tra cui ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi da sparo, furto e pascolo abusivo, è stato condannato, alla pena di otto anni di reclusione, poiché riconosciuto colpevole del reato di associazione di tipo mafiosa, per avere fatto parte del sodalizio criminoso denominato del gruppo Emmanuello di Cosa nostra, con sentenza del Tribunale di Caltanissetta del 2010, confermata dalla locale Corte di Appello nel 2012 e divenuta irrevocabile nel 2013.

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