La pubblicità è una cosa seria
Vi è una questione che sembra secondaria, ma che oggi vogliamo portare alla vostra attenzione. Essa è peraltro da voi conosciuta, ma forse non ci avete fatto caso.
Di che si tratta? Si tratta dei cartelloni 6×3, o poster, o come si vogliano chiamare, cosiddetti selvaggi in quanto non autorizzati. Ciò vuol dire che per la loro affissione non viene pagata la tassa di pubblicità dovuta ai Comuni e si deturpa l’ambiente.
Le imprese che si occupano di questo lavoro sono normalmente serie e lo fanno con scrupolo, cioè scelgono siti sulle strade che non danno fastidio, installano postazioni corrette ed estetiche in modo da non disturbare i/le conducenti dei veicoli e i/le passanti. Insomma, c’è differenza tra chi fa un lavoro professionale e chi invece, come capita sovente nel nostro Paese, commette abusi di ogni genere.
Il guaio è che tali abusi non vengono colpiti adeguatamente e tempestivamente. Da chi? Dai vigili urbani, i quali dovrebbero, appunto, vigilare, affinché le imprese facciano installazioni compatibili con l’ambiente circostanze e paghino regolarmente le tasse.
In questo argomento non possiamo evitare di inserire una questione più generale e cioè che non tutti i settemilanovecento Comuni italiani autorizzano l’installazione di tali cartelloni (o poster pubblicitari) nelle vie delle loro città.
Nelle nostre peregrinazioni abbiamo infatti notato con piacere che a Milano, Bologna, Firenze, Genova e altre città non vi è l’ombra di queste postazioni.
Ovviamente codesti Comuni hanno fatto una scelta difficile, perché rinunziano a delle entrate, ma hanno messo sulla bilancia la compatibilità a un ambiente salvaguardato con la remunerazione che deriva dall’installazione dei citati poster.
A Roma, invece, essi sono autorizzati e ve ne sono di ogni tipo e in tutte le strade, così come in molti centri di Mezzogiorno e Isole.
Questo fatto potrebbe essere giustificato dalla carenza di entrate che hanno i Comuni del Sud e che quindi devono inghiottire la pillola, cioè l’autorizzazione di tali postazioni. Però potrebbero fare una selezione e consentirne l’installazione in punti inoffensivi alla vista.
Vi è un’altra questione che intendiamo sottoporre alla vostra attenzione e cioè il fatto che non sempre alla scadenza prevista vengono saldati con puntualità i pagamenti per l’eventuale prolungamento “dell’esibizione” dei manifesti. Ciò perché i Comuni, soprattutto quelli più popolosi, non hanno adottato un sistema digitale di controllo automatico dei tempi di esposizione in cui le tasse sono regolarmente pagate.
Di che si tratta? Di un sistema digitale che obbliga le imprese a inserire nella parte alta di ciascun manifesto due lampioni ben visibili: uno verde e uno rosso. Quando l’impresa paga la tassa al Comune, dall’ufficio centrale dello stesso si accende automaticamente la luce verde. Ma, nello stesso momento, comincia la temporizzazione, per cui, se la scadenza è a quindici giorni, un mese o oltre, il giorno in cui finisce il tempo si spegne il lampione verde e si accende quello rosso, segnalandolo automaticamente alla centrale del Comune, il quale potrebbe fare partire una Pec per invitare al pagamento istantaneo della tassa.
Vi è anche un altro beneficio di tipo ambientale e sociale in quanto precede e cioè che tutti/e i/le cittadini/e sono nelle condizioni di verificare che quell’installazione è autorizzata e che, contestualmente, la relativa tassa è stata pagata, in quanto la luce verde è accesa.
In questo modo tutte le installazioni fuorilegge diventerebbero evidenti, perché non munite dei lampioni verde e rosso. Tutte le altre si autodenuncerebbero con la luce rossa accesa.
Così semplificata l’organizzazione dei poster in un Comune, non resterebbe altro al sindaco che mandare in giro i vigili con le autogru, le quali potrebbero smontare tutte le installazioni abusive e portarle alle centrali di smaltimento, con la conseguenza che a nessun abusivo verrebbe in mente di installare dei poster perché dopo due giorni verrebbero tolti.
Che ne dite? È una proposta che facciamo a tutti i sindaci: ci auguriamo che la leggano e la mettano in atto con tempestività.