Stupro Foro Italico, le parole di Asia: "Mai detto è stato bellissimo"

Stupro Foro Italico, le parole di Asia: “Non ho mai detto è stato bellissimo”

Stupro Foro Italico, le parole di Asia: “Non ho mai detto è stato bellissimo”

Redazione  |
sabato 06 Luglio 2024

La giovane, citata a deporre su alcuni aspetti della vicenda dai legali dei 7 indagati che avevano subordinato all’ammissione dell’esame la richiesta di abbreviato, è comparsa davanti ai giudici.

Asia, la 19enne vittima di uno stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo, ha negato di aver mai avuto una relazione sessuale col datore di lavoro dell’ex fidanzato. Ha anche negato di avergli parlato della violenza subita definendola “un bellissimo rapporto”.

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La giovane, citata a deporre su alcuni aspetti della vicenda dai legali dei 7 indagati che avevano subordinato all’ammissione dell’esame la richiesta di abbreviato, è comparsa davanti ai giudici di Palermo.

Stupro Foro Italico: le dichiarazioni

In aula ha smentito sia di aver avuto un rapporto col datore di lavoro del suo ex, sia di avergli detto la frase da lui riferita: “è stato bellissimo farlo con sette persone“. Il processo è stato rinviato al 9 settembre per l’esame degli imputati. Angelo Flores (il maggiore del branco che filmò la violenza col telefonino), Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao. Un settimo imputato, allora minorenne, è già stato condannato.

La testimonianza del ragazzo chiamato all’una di notte

Si è rivelata irrilevante la testimonianza del ragazzo che avrebbe chiamato, attorno all’una di notte, il cellulare della 19enne stuprata. Il teste, che avrebbe contattato la vittima pochi minuti dopo il suo arrivo sul luogo della violenza insieme al branco, è stato citato dai legali degli indagati, tutti detenuti. I difensori, chiedendo l’esame del ragazzo, volevano accertare se la 19enne gli avesse chiesto aiuto al telefono nei momenti drammatici dello stupro al Foro Italico. Ma il teste ha negato di averla mai contattata, sostenendo che il suo cellulare era usato allora anche dal cugino e da un altro familiare.

Stessa tesi per i messaggi che la vittima gli avrebbe mandato intorno alle 2. Dopo lo stupro, sembra gli abbia detto “non posso più”, frase che avrebbe significato l’impossibilità di incontrarlo. L’esame del testimone, che non ha dato un contributo decisivo alla difesa, era condizione posta dai legali per la richiesta del rito abbreviato. Il ragazzo ha anche detto di non conoscere la 19enne che, invece, sentita poi dai giudici, ha sostenuto di averlo incontrato più volte.

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