La gauche francese è sempre stata spaccata e frazionata da odi personali e giacobinismi esasperati
Sembra incredibile, per chi non è un attento osservatore, ma la questione ebraica in Francia determina profondamente la politica. Intanto fate caso ad un nome, Raphael Glucksmann, fondatore di Place Publique, di origini ebraiche askenazite, lui probabilmente è colui che farà saltare il Nuovo Fronte Popolare che viene attribuito a Melenchon, ma di cui quest’ultimo è solo, con la sua France Insoumise, una componente, seppur particolarmente accanita, da cui il nome che significa ribelle.
Il Nuovo Fronte, che è stato costituito per fermare le destre, riunisce, come l’originale del 1936-38, la gauche francese, compresi i comunisti e i socialisti dell’ex presidente Hollande, e come prima della guerra è un fronte molto diviso. La gauche francese è sempre stata spaccata e frazionata da odi personali e giacobinismi esasperati, poi i socialisti si sono come in Italia divisi, ed hanno avuto il loro apice con Mitterand. Melenchon e Glucksmann hanno coabitato per queste elezioni, dopo essersi combattuti aspramente alle europee, anche per l’antisemitismo dichiarato di Melenchon.
A destra troviamo un altro esponente di origini ebraiche di provenienza algerina, Éric Zemmour di Reconquete. E poi c’è Pierre Moscovici, ex commissario europeo molto attaccato da Melenchon. La questione ebraico-palestinese sarà certamente tra i primi nodi da sciogliere per formare il nuovo governo. Quella che invece non è tacciata di antisemitismo, nonostante il padre, è proprio Marine Le Pen, che ha già un suo nemico naturale nei mussulmani. I quali avendo nemico comune gli ebrei han votato in parte per Melenchon.
Come la laica Francia sia ostaggio delle religioni è un paradosso che farebbe rivoltare nella tomba Russeau e Diderot. Manca solo che entrino in campo i nostalgici di Lefevre e poi siamo al completo.