Il Festino, ‘U Fistinu, è passato. Questo era un anno particolare, ricorrevano i 400 anni dalla fine della Peste a Palermo
Il Festino, ‘U Fistinu, è passato. Questo era un anno particolare, ricorrevano i 400 anni dalla fine della Peste a Palermo, grazie alla sua Santa Patrona, Rosalia, vergine ed eremita. Come tutti gli eventi particolari a qualcuno è piaciuto ad altri no, chi ne ha apprezzato la dimensione numerica, la grande folla, chi le ricadute turistiche, chi la direzione artistica e musicale che avvicina le nuove generazioni ed i nuovi normotipi sociali, altri sono inorridito per gli stessi motivi, per la lesione delle tradizioni, per la direzione più in linea con carnevali o eventi di rivendicazione di diritti civili.
Le verità assolute non ci sono, o come sempre stanno in mezzo, una riflessione però risulta necessaria. Per gestire un evento di tale portata, una devozione così particolare e veicolata a livello internazionale, con un potenziale antropologico e culturale espresso parzialmente, non si può improvvisare in un mese, con un budget instabile. Occorrerebbe una fondazione stabile, con un bilancio proprio, ed una programmazione di respiro, a cui partecipi anche la Chiesa palermitana, mettendo a fattore comune anche il Santuario di Monte Pellegrino, la Regione, che con la Forestale gestisce il promontorio della Santa eremita, il promontorio più bello del mondo secondo Goethe, ma il meno valorizzato, e magari la Camera di Commercio, viste le ricadute turistiche e non solo. Facciamo qualcosa di ben fatto, e non improvvisato, in questa città ex Felicissima, ma che può diventare almeno contenta di sé stessa, e non nemica della cuntentizza.
Facciamo per una volta uno sforzo di coesione, che di divisioni ne abbiamo abbastanza, che il mondo di Palermo, e quello esterno, apprezzi, qualcosa con merito e meriti, e non solo clientela politica, qualcosa che lasci il segno, che qualcuno, Lei signor Sindaco pro tempore, possa dire “questa cosa l’ho fatta io”. E siamo certi che questa cosa funzionerà, basta che iniziamo, anche perché al resto ci penserà Lei, Rosalia, Patrona mia e Vostra.
Così è se vi pare.