La votazione è prevista per lunedì a Montecitorio e si pone l'obiettivo di accelerare l'operatività della società Stretto di Messina
Il Governo ha deciso di porre la fiducia sul Decreto Infrastrutture, il documento che al proprio interno include anche il progetto della realizzazione del ponte sullo Stretto. La votazione è prevista per lunedì a Montecitorio e si pone l’obiettivo di accelerare l’operatività della società Stretto di Messina e rispettare il cronoprogramma per avviare i cantieri del collegamento tra Sicilia e Calabria.
La richiesta
“Chiarire le modalità di approvazione degli atti aggiuntivi alla convenzione di concessione; aggiornare le modalità di approvazione del progetto esecutivo; esplicitare che il costo del progetto deve comunque risultare coerente con le risorse disponibili a legislazione vigente; chiarire alcuni profili relativi alla variazione dei prezzi; prevedere che la quantificazione dell’importo aggiornato del contratto con il Contraente generale sia sottoposto ad asseverazione da parte di uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale”.
E ancora “precisare che l’approvazione, da parte del Cipess, delle osservazioni, richieste e prescrizioni acquisite nella Conferenza di servizi e ritenute assentibili dal ministero dei Trasporti, delle eventuali prescrizioni formulate all’esito del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale, del progetto definitivo e di altri documenti dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2024; specificare che la società concessionaria può avvalersi di distacchi di personale da parte delle società del Gruppo Ferrovie dello Stato”.
Le novità
Sono diverse le misure riguardanti il ponte sullo Stretto inserite nel Decreto Infrastrutture. A spiccare, la norma che consente la possibilità di approvazione del progetto in fasi costruttive, con un aggiornamento dei costi coerente con le risorse disponibili. Tradotto: la Stretto di Messina potrà procedere con più tempo a disposizione per ultimare l’opera, bypassando il vincolo del 31 luglio 2024 come data ultima entro la quale presentare il progetto definitivo, che vedrà invece la luce al Mit solo il prossimo settembre.
Poi la commissione VIA – VAS, rinnovata proprio la scorsa settimana al Ministero dell’Ambiente (LINK), avrà a disposizione altri trenta giorni di tempo per valutare se siano presenti o meno tutte le integrazioni documentali richieste alla società romana, con la Stretto di Messina che per formularle aveva richiesto 120 giorni di tempo in più della precedente scadenza.
Soltanto in seguito e quindi a ottobre inoltrato si potrà pensare di parlare dell’approvazione del progetto esecutivo e di altri documenti da parte del Cipess, l’organismo interministeriale, che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2024. Nel caso in cui tutti questi passaggi dovessero trovare accoglimento, e le intenzioni del governo lasciano presagire che questo possa verificarsi, la Stretto di Messina avrà a quel punto altri dieci mesi di tempo per produrre il progetto esecutivo. Sul passaggio politico voluto in particolare dal ministro Matteo Salvini, la Stretto di Messina ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
Un’importante novità riguarda poi le procedure di esproprio. Entro trenta giorni dalla dichiarazione di pubblica utilità, la società “Stretto di Messina” o il Contraente generale potranno stipulare atti di cessione con i proprietari delle unità immobiliari coinvolte, molti dei quali si sono già rivolti però ai propri legali. La battaglia dei no ponte continua attraverso i Comitati nonostante l’indennità per gli espropriandi sarà maggiorata del 15% del valore venale dell’immobile.