Dal voto del 2023 che ha rieletto Tranchida, l’aula consiliare di Trapani è cambiata. Si fa spazio l’esigenza di modificare le norme regolamentari sulla soglia minima necessaria per costituire un gruppo autonomo
TRAPANI – I numeri sono sempre gli stessi, 16 consiglieri di maggioranza su 24. Ma dal voto del 2023 è cambiato tanto dentro e fuori l’aula consiliare di Trapani.
Un dato su tutti: sei consiglieri della coalizione che ha riconfermato il sindaco Giacomo Tranchida fanno parte del gruppo misto, gli altri due sono di minoranza. Il “misto” è comunque il gruppo di maggioranza relativa a Palazzo Cavarretta e già questo dice molto sulle dinamiche politiche del Tranchida bis. “Misto” che rimanda ad un’esigenza che si fa sempre più forte ed intensa in Consiglio, quella di mettere mano al regolamento per scendere a due – al momento è a tre – la soglia minima per poter costituire un gruppo autonomo. Esigenza accompagnata da un altro dato: il ritorno, timido, a volte, impacciato dei partiti.
La coalizione civica del sindaco Tranchida si sta politicizzando
Ha cominciato a farlo con il Pd, che si è presentato “civico” ma ha poi piazzato la sua bandiera. Pensava di tenerla issata con la collaborazione dei Verdi per rispettare la regola del tre ma gli ambientalisti hanno fatto un’altra scelta ed i dem si sono ritrovati con due consigliere (Marzia Patti e Giulia Passalacqua) nel “misto”, in attesa che due sia meglio di tre. Soluzione che andrebbe a genio anche ad altri due consiglieri di maggioranza, Salvatore Daidone e Sonia Tumbarello che, appena qualche giorno fa, hanno annunciato la loro adesione a Sud chiama Nord di Cateno De Luca. Per evitare di finire nel “misto” hanno però tenuto in piedi il gruppo civico “Polis con Coerenza” con Claudia La Barbera. Mossa tattica ma pure politica. Un segnale distensivo nei confronti del resto della maggioranza.
Sud chiama Nord non ha sostenuto Tranchida
Il suo leader De Luca ha usato la “sciabola” in campagna elettorale nei confronti del primo cittadino che, a sua volta, ha parato i colpi ed è passato al contrattacco. È dunque da equilibristi politici essere nello stesso tempo rappresentanti del Movimento di De Luca ed esponenti della coalizione Tranchida. Con la regola dei tre consiglieri ed a maggior ragione con quella che verrà dei due – alla fine dopo qualche schermaglia consiliare la modifica regolamentare dovrebbe andare in porto – potrebbero cercare visibilità politica i verdi, quelli di Europa Verde. Hanno eletto il consigliere Baldo Cammareri – artefice dell’azzeramento del gruppo Pd – ed hanno “imbarcato” alle Europee l’assessore Lele Barbara, che si è candidato alle elezioni dell’8 e 9 giugno.
Barbara non è più consigliere ma soltanto assessore. In aula può contare su due fedelissimi: il vicepresidente Andrea Genco e Angela Grignano. Per il momento è stata scelta la via della contaminazione, perché nel gruppo RiGenerazioni-Europa Verde c’è pure Giovanni Parisi ed ha i galloni di capogruppo.
Sulla linea di confine tra politica e civismo c’è il gruppo di maggioranza “Trapani Tua”. Prima erano in quattro, ora sono in tre per scelta strategica. Si è infatti sfilata la presidente Anna Lisa Bianco – finita nel “misto” – perché è stata coinvolta in un’inchiesta giudiziaria che non si è ancora conclusa. Alle richieste di dimissioni, e con il suo gruppo sotto pressione, ha risposto con un passo di lato, che ha consentito alla maggioranza di salvare capra e cavoli. “Trapani Tua” è ufficialmente una lista civica, ma c’è sostanza politica. Si tratta di consiglieri e di un assessore-consigliere che possono essere considerati dei fedelissimi dell’assessore regionale Mimmo Turano, nel governo siciliano in quota alla Lega e confermato nel mini-rimpasto in corso per il suo risultato elettorale alle Europee. In sintesi: lui è leghista a tutti gli effetti, i suoi amici no. Difficile dichiararlo all’interno della coalizione Tranchida che è a tradizione Pd. Lo stesso primo cittadino ha la tessera dei dem.
Se cambieranno le norme regolamentari la politica avrà dunque una nuova chance per farsi sentire. Finora è rimasta in naftalina. Prodotto largamente usato negli ultimi anni per far prevalere gli accordi trasversali ed in qualche caso politicamente anomali. In attesa di quel che sarà la maggioranza difende l’Amministrazione e recupera sui ritardi accumulati per l’approvazione degli strumenti finanziari. Nuove regole che invece non lascerebbero tracce significative nella minoranza. Fratelli d’Italia ha i suoi tre consiglieri, l’Mpa si ritrova nel “misto” con due rappresentanti e c’è poi il gruppo “Amo Trapani”. Una “civica” con il suo leader Giuseppe Guaiana che si è candidato alle Regionali nella lista della DC di Totò Cuffaro. Ma si tratta di una esperienza che si è conclusa. Sindaco e giunta hanno dunque poco da temere. Senza nuovi gruppi, senza nuovi equilibri stabilizzati non si può parlare di rimpasto, anche se qualche pezzo della maggioranza potrebbe gradire.