A Pachino il vino come “collante” sociale - QdS

A Pachino il vino come “collante” sociale

A Pachino il vino come “collante” sociale

Pierpaolo Galota  |
martedì 20 Agosto 2024

È nata la cooperativa e impresa sociale “La Terre di Ebe” che intende fare rete tra i cittadini e gli enti, sia pubblici che privati, per la valorizzazione socio economica del territorio

PACHINO – È nata una nuova cooperativa Le Terre di Ebe – Impresa Sociale Ets con un ambizioso progetto, quello di mettere insieme i cittadini al fine di partecipare in modo attivo nella gestione dei servizi per un territorio e migliorare la qualità della vita della comunità. In questo processo il vino sarà l’elemento collante, in quanto è un settore che si sta rivelando sempre più cruciale per lo sviluppo socio-economico di quest’area del sud-est siciliano.

La nuova cooperativa ha sede legale e operativa a Pachino. Una ridente cittadina del siracusano, divenuta celebre negli ultimi anni per il celebre pomodorino “ciliegino”, ma che negli ultimi anni grazie all’impegno dell’associazione Vivi Vinum e di numerosi professionisti sta puntando a riscoprire la sua storia e le proprie radici vitivinicole. Le Terre di Ebe è un’idea che ha preso forma nell’ultimo anno grazie all’impegno di Viv Vinum Pachino che dal 2017 opera nel territorio con 190 soci volontari. La cooperativa di comunità nasce per reagire all’insostenibilità economica delle singole attività e all’assenza di servizi di interesse generale. Quindi l’obiettivo sarà quello di coinvolgere più persone possibili e fornire così una risposta collettiva. Questa cooperativa si è ufficialmente costituta nel mese di febbraio 2024 e conta 25 soci fondatori: nove donne e sedici uomini. Viene naturale domandarsi perché questo nome Ebe. A questo interrogativo ha risposto Maurizio Campo, neo presidente della Cooperativa, il quale ha spiegato che Ebe nella mitologia greca era la dea della giovinezza. Conosciuta come la coppiera degli dei, colei che serviva il nettare e l’ambrosia agli dei dell’olimpo. Ebe, nella mitologia è rappresentata come un giovane di grande bellezza e vitalità, simbolo della primavera della vita. Una donna al di sopra delle parti, silenziosa e pacata. Per questo “noi vorremmo essere dei coppieri silenziosi e ribelli, una nuova primavera per la nostra comunità” ha aggiunto Maurizio Campo.

La cooperativa di comunità aderisce alla Confcooperative, ha provveduto all’iscrizione al Runts venendo così riconosciuta come ente senza scopo di lucro, che opera per la promozione e lo sviluppo della cooperazione in un territorio che ha tanto da offrire alla comunità. Il nuovo presidente, Maurizio Campo, ha molta esperienza nel mondo della cooperazione, visto anche la sua lunga esperienza professionale all’interno del mondo del credito cooperativo. Inoltre, questa nuova realtà si inserisce nel contesto del programma “Il Credito Cooperativo acceleratore per lo sviluppo nelle aree dalla Val di Noto alla Val di Mazara: terre dei vini”, con l’intento di dare continuità e nuova forza ai percorsi già avviati da Vivi Vinum Pachino. Un percorso proposto dalle Banche di Credito Cooperativo di Pachino e San Cataldo, da Confcooperative, Federazione Siciliana delle BCC, Federazione Italiana delle BCC e finanziato da Fondo Sviluppo Spa.

Le Terre di Ebe per prendersi cura del territorio

La cooperativa di comunità servirà a prendersi cura del territorio, del lavoro, dell’innovazione e della sostenibilità. Infatti “l’autorganizzazione e l’autogestione dei cittadini rappresenta un modo concreto per risollevarsi dalla crisi economica. È uno strumento che potrà consentire ai cittadini di attivarsi in prima persona per rispondere ai bisogni o creare opportunità per il proprio territorio” ha sottolineato Maurizio Campo. La novità di Le terre di Ebe sta nel suo statuto: è anche impresa sociale. Il nuovo progetto possiede così un sottofondo culturale, che si sostanzia nel fare rete, piuttosto che chiedere assistenza e previdenza. La nuova impresa così vorrà lavorare per connettere risorse materiali come beni archeologici, musei ma anche risorse immateriali: saperi, tradizioni e competenze. Il lavoro però non si fermerà qui ma il fermento sarà nella riscoperta di potenzialità inespresse e sopite. “Vorremmo dimostrare con i fatti di potere essere un ascensore sociale e uno strumento dinamico, che per la sua natura mutualistica e non speculativa, sia in grado non solo di dare risposte ai bisogni del persone e delle comunità” ha aggiunto Maurizio Campo. Inoltre, durante la presentazione della nuova cooperativa, Walter Guarrasi, presidente dell’associazione Vivi Vinum Pachino ha illustrato le numerose attività promosse lungo questo anno dall’associazione. Un percorso che ha voluto mettere in rete cantine, scuole, istituzioni, imprese, associazioni e professionisti del settore. Specificando come tutto questo è stato un acceleratore di sviluppo per il territorio.

La cooperativa è stata presentata ufficialmente all’interno del palmento della Cantina Rudinì, luogo simbolico dove presto l’uva sarà lavorata, segnando l’inizio di una nuova stagione produttiva. Alla presentazione hanno partecipato figure del mondo cooperativo e bancario, tra cui Concetto Costa, presidente della BCC di Pachino e Federcasse Sicilia, Luciano Ventura, segretario generale di Confcooperative Sicilia, Walter Guarrasi, presidente di Vivi Vinum Pachino, e lo stesso Maurizio Campo. Le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale de Le terre di Ebe sono lo sviluppo della comunità di Pachino-Marzamemi e delle aree confinanti.

La cooperativa intende lavorare con enti pubblici e privati tramite attività, suddivisibili in quattro macro-aree: viticoltura e agricoltura sociale; organizzazione e gestione di attività culturali; organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale e religioso; infine formazione scolastica ed extrascolastica sia per evitare la dispersione scolastica, e fenomeni come bullismo e contrasto alla povertà educativa. La cooperativa “Le Terre di Ebe” rappresenta un esempio concreto di come la cooperazione possa non solo preservare, ma anche rilanciare un territorio ricco di tradizioni.

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