Tensione al Centro per l’impiego dopo lo stop all’Assegno di inclusione. Il consigliere Imperiale spinge sul confronto col Ministero, mentre dalla Cisl avvertono: “Serve fare quadrato e riorganizzare risorse”
PALERMO – È un’estate che volge al termine con qualche difficoltà sul piano delle delle misure a sostegno delle famiglie che versano in condizione di fragilità. Nella mattina di ieri, al Centro per l’impiego del capoluogo è scoppiato il caos, con gli uffici presi d’assalto da centinaia di persone che, negli scorsi giorni, si sono viste sospendere il pagamento dell’assegno di inclusione. A monte dell’interruzione, secondo le prime ricostruzioni, ci sarebbero delle discrepanze relative ai dati dei percettori raccolti dai sistemi del Ministero, da cui deriverebbe la mancata convocazione presso il Centro per l’impiego.
“Un disservizio – ha commentato Salvatore Imperiale, presidente della IV Commissione consiliare, che si occupa di Pari opportunità e Politiche di genere – penalizzante sia per chi ha bisogno del sostegno economico, prontamente sospeso dall’Inps, sia per gli impiegati del Cpi, costretti a fronteggiare la rabbia e la frustrazione continua dei percettori Adi convocati da un ufficio o un altro senza alcuna chiarezza”. Imperiale, per questa ragione, ha dichiarato la sua intenzione di richiedere un tavolo di confronto tra Ministero, Centro per l’impiego e Servizi sociali del Comune di Palermo in modo tale da affrontare in maniera risolutiva la problematica.
Gli episodi e i fenomeni che mettono in difficoltà le persone già di per sé svantaggiate, hanno inoltre portato le realtà sindacali ad accendere un campanello d’allarme. L’aumento degli indici di disagio sociale nel capoluogo e nel territorio circostante, infatti, è stato al centro di un appello del segretario generale di Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana, che per questo ha affermato: “Bisogna approntare subito un piano complessivo che porti a una strategia che comprenda l’ampliamento dei destinatari delle politiche sociali e che possa dare nuova linfa a quelle abitative, sanitarie e legate anche alla salute mentale”.
Per La Piana, oltre alle periferie reali occorre pensare a quelle esistenziali: “dei ‘luoghi’ spesso dimenticati da tutti, perché necessitano di interventi di persone competenti e con professionalità adeguate”. L’appello del segretario della Cisl è, pertanto, rivolto a “un’azione sinergica fra tutte le realtà del territorio per dare risposta alle emergenze e per affrontare il degrado sociale delle nostre città, dove sono in crescita fenomeni di microcriminalità e di violenza diffusa soprattutto nella movida e dove cresce il disagio sociale di tante famiglie ma anche le situazioni connesse alle condizioni di disabilità o di non autosufficienza”.
“Non è più rinviabile una riorganizzazione di tutte le risorse destinate al sociale e al socio sanitario – ha concluso La Piana – pensando soltanto all’unico obiettivo di porre al centro il benessere della Persona, attraverso anche un patto fra enti e soggetti che gestiscono gli strumenti esistenti e creando nuove forme di aiuto rispondenti ai nuovi bisogni emergenti. La Cisl negli ultimi mesi sta portando avanti una forte azione per promuovere il ruolo del ‘contrattualista sociale’ che con competenza e buona conoscenza del territorio, sappia indirizzare le politiche sociali sempre sulla base dei veri bisogni del territorio e delle persone. Ma per affrontare la condizione di povertà crescente anche nei quartieri periferici, bisogna puntare anche sulle politiche del lavoro”.