Cenere, ad Acireale l'elenco delle imprese che la useranno nei cicli produttivi

Cenere vulcanica, ad Acireale istituito l’elenco delle imprese che la useranno nei cicli produttivi: ecco quali sono

Cenere vulcanica, ad Acireale istituito l’elenco delle imprese che la useranno nei cicli produttivi: ecco quali sono

Simone Olivelli  |
lunedì 30 Settembre 2024

Questi i profili delle due aziende che ad Acireale si sono fatte avanti per riutilizzare la cenere vulcanica

Una ditta che si occupa di lavori stradali e un vivaio. Sono questi i profili delle due aziende che ad Acireale si sono fatte avanti per riutilizzare la cenere vulcanica. Il tema, divenuto centrale in seguito ai diversi parossismi che in estate hanno interessato oltre una decina di comuni della provincia di Catania, già a inizio dell’anno era finito al centro di un decreto dell’assessorato regionale ai Rifiuti.
Il provvedimento tracciava le linee guida da seguire per la gestione delle ceneri, così da sottrarre il materiale alla disciplina dei rifiuti. Nel vademecum, che si occupa delle fasi di raccolta, detenzione e utilizzo, veniva specificata l’esigenza di creare un elenco di imprese disponibili a trattare le ceneri all’interno dei propri cicli produttivi. Un compito che, allo stato, spetta ai singoli Comuni, anche se c’è già chi ha avanzato la possibilità di centralizzare l’onere coinvolgendo le Srr, ovvero gli enti che all’interno dei singoli ambiti in cui è diviso il territorio regionale si occupano della pianificazione del ciclo dei rifiuti. Considerati i territori che solitamente vengono colpiti dalla caduta della cenere dell’Etna, si tratterebbe della Srr Catania Area Metropolitana e della Srr Catania Provincia Nord. Per ora, però, tutto sta in capo ai Comuni ed è quello di Acireale che al momento ha fatto di più.

La manifestazione d’interesse

A inizio agosto, l’ufficio Ambiente e Protezione civile della città dei cento campanili ha pubblicato un avviso con cui veniva richiesto alle imprese del territorio di dichiarare il proprio interesse a essere inserite nell’elenco.

Alla scadenza dei termini, fissati per il 9 settembre, sono state tre le istanze recapitate: di queste una è stata esclusa in quanto “l’operatore economico ha omesso di riportare nel modello la destinazione delle ceneri vulcaniche all’interno del ciclo produttivo indicato”, mentre le restanti sono state accolte. Stando a quanto appreso dal Quotidiano di Sicilia, si tratta di un’impresa edile con sede nella frazione acese di Scillichenti e di un vivaio di proprietà della nota famiglia Faro. Tuttavia, si tratta di un elenco aperto, come specificato nella determina firmata dal dirigente Nicola Russo: “La costituzione dell’elenco è soggetta a periodico aggiornamento in funzione delle istanze che pervengono oltre il predetto termine”.

I controlli sulle contaminazioni

A prevedere per primo la possibilità di trattare le ceneri vulcaniche non come un rifiuto, evitando dunque i costi del suo smatlimento, ma come una materia idonea a essere introdotta nei cicli produttivi è stato il decreto legge 77 del 2021, con cui è stato modificato il codice dell’ambiente. “Le ceneri vulcaniche, laddove riutilizzate in sostituzione di materie prime all’interno di cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”, è il testo del comma che è stato introdotto.

La necessità di escludere che i materiali raccolti dai luoghi pubblici e privati contengano sostanze inquinanti in concentrazioni tali da impedire il loro utilizzo è specificata anche nel decreto firmato a inizio anno dall’assessore regionale Roberto Di Mauro. “L’ambito di applicazione delle linee guida è riferito esclusivamente alle ceneri vulcaniche depositatesi a seguito dell’attività eruttiva dell’Etna nei territori dei Comuni interessati dalla deposizione delle stesse e che sono oggetto di raccolta su strade, piazzali pubblici e privati, tetti e superfici di copertura di edifici, aeroporti, tombini, canalette di scolo, purché esenti da evidenti segni di contaminazione antropica che ne rendano tecnicamente impossibile il recupero a fini produttivi”, si ricorda nella determina che ufficializza l’inserimento delle due imprese nell’elenco dei gestori.

Per riuscire a mantenere questi requisiti sarà dunque necessario prevedere in ottica futura un’organizzazione del sistema di raccolta che garantisca la pulizia dei territori in tempi celeri. Un problema, questo, che nei mesi scorsi invece si è palesato nella sua complessità, portando a una serie di riunioni tra i sindaci da cui sono emersi diversi orientamenti, tra chi propende per l’istituzione di un fondo di rotazione a favore dei Comuni e chi ritiene più utile investire direttamente nell’acquisto di mezzi da affidare alla Città metropolitana o a un altro soggetto aggregatore.

L’intervento del sindaco di Acireale

Poco dopo la pubblicazione della determina sull’albo pretorio del Comune, a intervenire sull’istituzione dell’elenco delle imprese è stato il primo cittadino di Acireale Roberto Barbagallo, che, tramite Facebook, ha replicato a chi ha fatto notare l’assenza dei sindaci da un evento sul tema della cenere vulcanica organizzato da ConfAmbiente. “Sono stato assente, come tutti i sindaci della provincia di Catania, semplicemente perché non ero a conoscenza dell’incontro – ha scritto Barbagallo –. L’argomento è sicuramente di particolare interesse per gli enti locali, costretti a gestire il fenomeno della cenere vulcanica, e Acireale ha ben chiare le possibilità aperte dalla normativa che ha eliminato la sabbia vulcanica dalla voce rifiuto e del successivo decreto attuativo della Regione”. Barbagallo, che ha difeso l’impegno della propria giunta per riconoscere “le spese per il servizio di somma urgenza di rimozione delle cenere negli edifici scolastici, di spazzamento e di raccolta dei sacchetti nelle aree pubbliche e nelle vie di tutto il territorio comunale”, ha poi aggiunto: “Dispiace che, dopo il grande lavoro disposto dal nostro ente, si sia persa un’occasione di confronto su un tema, che sta particolarmente a cuore a noi sindaci, chiamati ad affrontare in prima linea questa emergenza e che con impegno e grande dispendio di risorse dobbiamo garantire la sicurezza dei nostri cittadini e il decoro dei nostri territori”.

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