Aggiudicata anche la gara per gli studentati nell'ex ospedale Vittorio Emanuele: l'ufficialità dall'Università di Catania.
Stanze per dormire, locali soggiorno dotati di punto cottura, ma anche sale ricreative e da gioco, un locale che fungerà da nursery e una palestra. È ciò in cui si trasformeranno, nel prossimo futuro, i locali dell’ex ospedale Vittorio Emanuele di Catania.
L’Università di Catania mercoledì scorso ha ufficializzato i risultati della gara d’appalto per la rifunzionalizzazione dei padiglioni 8, 11, 12 e 13 della struttura di via Plebiscito in residenze universitarie. Ad aggiudicarsi i lavori è stata l’associazione temporanea d’imprese composta da Edil Restauri e Tecnoteam Costruzioni.
In entrambi i casi si tratta di ditte con sede legale a Paternò, la prima è di proprietà di Luca e Salvatore Giuffrida, mentre la seconda di Domenico Nicolosi. L’Ati ha proposto un ribasso del 42,42% sulla base d’asta, portando così l’importo del contratto che verrà firmato a poco più di 9,1 milioni di euro, di cui 700mila euro per oneri di sicurezza.
Il progetto per il futuro dei locali dell’ex ospedale Vittorio Emanuele di Catania
Il cantiere che verrà allestito all’interno dell’area che ospitava l’ospedale servirà all’edificazione di quattro unità edilizia, di cui una – il padiglione 8 – verrà adattato per ospitare i servizi comuni che saranno rivolti agli studenti, fra cui una nursery. “Tale nuova destinazione comporta poche diverse esigenze, rispetto la precedente funzione, quali ad esempio la presenza di ausili per il superamento delle barriere architettoniche”, si legge nella relazione tecnica del progetto.
Gli altri tre padiglioni ospiteranno le residenze degli studenti. I lavori prevedranno la realizzazione sia di scale interne che esterne d’emergenza.
“Grazie alla presenza di altezze di interpiano notevoli – si legge nel progetto – è stato possibile ricavare dei piani soppalcati, destinati a ospitare camere residenziali; a tale proposito, venendosi a creare nuove elevazioni, anche se interne al volume originario, si è reso necessario l’adeguamento sismico dell’edificio. Nella fattispecie, il progetto prevede la realizzazione di due nuovi piani intermedi, uno tra il primo ed il secondo piano ed un altro tra l’attuale secondo piano e la copertura”.
Per rendere sicuri i nuovi piani, si interverrà con “travi metalliche che creano una intelaiatura tra le pareti portanti in muratura le quali svolgono – viene specificato – la duplice funzione di sostenere i carichi dei nuovi impalcati utili e di costituire un contributo alla resistenza alle forze orizzontali delle pareti murarie esistenti”.
Obiettivi green
Nel progetto per i locali dell’ex ospedale Vittorio Emanuele vengono fissati anche degli obiettivi in chiave green: l’impiego per almeno il 15% di materiali riciclati, l’uso di componenti ed elementi prefabbricati disassemblabili per almeno il 50 per cento del proprio peso e interventi che consentano di incrementare di almeno tre classi energetiche gli immobili, a eccezione di quelli storici e sottoposti a vincoli (in questo caso è richiesto il raggiungimento della classe B).
Stando al cronoprogramma, i lavori, da condurre allestendo tre cantieri paralleli, dovrebbero durare un anno e mezzo.
Gli altri lavori in corso
Il complesso dell’ex Vittorio Emanuele è attualmente oggetto di altri lavori. In estate il Quotidiano di Sicilia aveva dato notizia dell’aggiudicazione dei lavori per la ristrutturazione dei padiglioni che saranno trasformati in aule studio e spazi destinati alla didattica.
L’appalto, del valore di oltre 19 milioni di euro poi ribassati a quasi 12 milioni, era andato al consorzio ragusano Galielo, che aveva indicato come ditte esecutrici la Isa Restauri e Costruzioni di Mistretta (Messina) e la Icogen di Vittoria). La durata dei lavori in questo caso è stata quantificata in tre anni.
L’ex nosocomio non sarà soltanto una struttura destinata a diventare la casa quotidiana degli studenti universitari. La parte centrale del complesso, infatti, ospiterà il museo dell’Etna. In questo caso il cantiere è stato avviato ancor prima dell’aggiudicazione delle gare indette da Unict. A vincere l’appalto è stato la Euroinfrastrutture, di Santa Venerina.
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