Ad Aci S Filippo, frazione di Aci Catena, alcuni residenti segnalano cumuli di raee, perlopiù pali dell’illuminazione dismessi, lasciati da mesi a cielo aperto. Dal Comune replicano: “Si sta provvedendo a portare tutto in discarica”
ACI CATENA – Come stanno procedendo i lavori di sostituzione dei pali dell’illuminazione pubblica ad Aci Catena? A porsi la domanda, nelle ultime settimane, sono stati diversi residenti di Aci San Filippo, frazione in cui si trova l’area Com della Protezione civile e che da mesi assistono al progressivo deposito delle lampade e dei pali rimossi dal centro abitato.
“Si tratta di rifiuti speciali di tipo Raee, eppure vengono lasciati a cielo aperto. Pensavamo si trattasse di una situazione momentanea, ma dallo scorso inverno non sono stati rimossi”, commenta al Quotidiano di Sicilia un uomo che abita in zona e che sottolinea come l’area “dovrebbe servire per gestire potenziali emergenze, non per accatastare rifiuti”.
Raccolta la segnalazione, questa testata ha contattato il direttore dei lavori Sebastiano Fichera per chiedere le modalità di smaltimento del materiale. “Si sta provvedendo a portare tutto in discarica”, chiosa Fichera, dipendente del Comune di Aci Catena che si è occupato anche del progetto di efficientamento energetico.
L’intervento è stato finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oltre tre milioni di euro con cui sostituire le lampade esistenti con nuovi fanali a led e riqualificare i quadri e le linee elettriche, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’illuminazione e ottenere anche risparmi di natura economica per quanto riguarda i consumi energetici. “Siamo soddisfatti di poter avviare questa nuova fase di progettazione e messa in sicurezza dell’intero territorio comunale”, dichiarò la sindaca Margherita Ferro l’anno scorso, nei giorni in cui l’ente locale ufficializzò l’esito della gara d’appalto indetta dalla centrale unica di committenza che riunisce i Comuni di Aci Sant’Antonio e Aci Catena.
Ad aggiudicarsi l’appalto è stata la ditta Aveni srl di Barcellona Pozzo di Gotto. L’impresa ha avuto la meglio sulla concorrenza proponendo un ribasso del 33,58 per cento sulla basse d’asta di 2,1 milioni di euro, per un importo del contratto di poco meno di un milione e mezzo, a cui aggiungere 56 mila euro per oneri di sicurezza.
L’aggiudicazione arrivò a metà settembre dell’anno scorso, dopo che la stazione appaltante ritenne adeguati i chiarimenti forniti dall’impresa in merito ai costi della manodopera. “Si ritengono soddisfacenti a dimostrare il costo del personale nel rispetto dei minimi salariali”, si legge in una determina del responsabile unico del procedimento Alfio Grassi.
Concluse le operazioni relative all’affidamento dell’appalto, il Comune di Aci Catena il 28 dicembre 2023 la consegna del cantiere, a cui ha fatto seguito l’anticipazione di una parte dell’importo contrattuale su richiesta della Aveni e poi, a metà febbraio del 2024, “l’attestazione di concreto inizio dei lavori” redatta dal direttore Sebastiano Fichera.
Da allora gli operai dell’impresa barcellonese stanno andando avanti nelle attività di installazione dei nuovi pali dell’illuminazione. Lavori che a fine luglio hanno portato gli uffici comunali a liquidare circa mezzo milione di euro come pagamento per il primo Sal, acronimo di stato di avanzamento dei lavori.
Ma se per il direttore dei lavori la questione del deposito dei pali e delle lampade rimosse sarà presto chiusa con lo smaltimento nel sito individuato dal progetto – il quale tuttavia non è rintracciabile tra i documenti caricati sul sito istituzionale del Comune di Aci Catena – chi vive nei pressi dell’area Com lamenta il progressivo accatastamento dei materiali. “Può sembrare un dettaglio, ma non lo è: la normativa – commenta un cittadino – dice chiaramente che questo tipo di rifiuto va gestito con una serie di accortezze che ci chiediamo se siano state prese in questi mesi. Ciò che si vede passando dalla strada sono due cumuli di pali e di lampade. La speranza – conclude il residente – è che l’area possa presto essere liberata, nell’interesse della cittadinanza, anche perché è giusto rimanga libera nel caso di emergenze”.
Il Quotidiano di Sicilia ha provato a contattare anche la prima cittadina Margherita Ferro per commentare la vicenda, senza però ottenere risposta.