Villafrati, il Parroco nega l'inchino davanti casa del boss - QdS

Villafrati, il Parroco nega l’inchino davanti casa del boss

redazione

Villafrati, il Parroco nega l’inchino davanti casa del boss

domenica 07 Luglio 2019

Soddisfatto l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, "prendo atto delle spiegazioni di don Guglielmo Bivona e e della sua dichiarata ed esplicita estraneità a persone appartenenti ad organizzazioni mafiose"

Il parroco di Villafrati nel palermitano smentisce presunti inchini a boss mafiosi durante la processione del Corpus Domini lo scorso 30 giugno.

In una lettera indirizzata all’arcivescovo di Palermo, don Guglielmo Bivona ribatte alle accuse che gli sono state mosse.

“Il percorso è stato approvato dalla curia, dalla questura, nonché dal sindaco e dal comandante della stazione dei carabinieri – afferma il parroco – gli altari delle soste vengono allestite dai fedeli secondo una loro libera volontà”.

“Dunque – spiega don Guglielmo Bivona – nessun inchino nei pressi della famiglia del mafioso, e smentisco espressamente la circostanza per cui mi sarei intrattenuto per salutare la moglie del ‘mafioso'”.

La lettera del parroco ha convinto l’arcivescovo Corrado Lorefice che in una nota afferma di “prendere atto delle spiegazioni fornite dal parroco, Bivona, e della sua dichiarata ed esplicita estraneità a qualsiasi forma di compiacimento o vicinanza a persone appartenenti ad organizzazioni mafiose – si legge in una nota dell’arcidiocesi di Palermo – ribadiamo con forza, nel contempo, la condanna da parte della Chiesa di Palermo e del suo Arcivescovo di ogni forma di strumentalizzazione di qualunque tipo di manifestazione religiosa o di pietà popolare messa in atto da chicchessia”.

Secondo una prima ricostruzione ci sarebbe stato un nuovo caso di inchino all’abitazione di un boss durante la processione religiosa segnalato alla Procura di Palermo che si sarebbe fermata davanti alla casa di proprietà di un boss.

Una circostanza che non è passata inosservata tanto che il sindaco del paese e il maresciallo dei carabinieri avevano abbandonato il corteo.

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