Istat: a livello nazionale raggiunto il 79,1% del dovuto. Bene Catania (81%), meno Ragusa (66%). La capacità di riscuotere misura l’efficacia e l’efficienza nella gestione della fiscalità locale
PALERMO – Nel 2017 in Sicilia ogni 100 euro di tributi comunali dovuti ne sono stati effettivamente incassati 76,20 dagli enti locali. Sebbene ci collochiamo al quintultimo posto su scala nazionale, non ci distanziamo tantissimo dalla media nazionale (79,10 euro). Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile), recentemente diffuso dall’Istituto nazionale di statistica, in Abruzzo (65,80 euro), Molise (70,90 euro) e Calabria (72,70 euro) è possibile osservare i risultati più disastrosi.
A sorpresa, nelle posizioni più basse della classifica troviamo anche il Trentino Alto Adige (73,50 euro). La capacità di riscossione delle amministrazioni misura l’efficacia e l’efficienza nella gestione della fiscalità locale.
La situazione siciliana sta vivendo un grandiosa ripresa rispetto ai periodi precedenti, miglioramento già iniziato nel 2016 (72,10 euro). Dal 2008 al 2015 mai erano stati toccati i 70 euro di riscossione, ci si collocava sempre al di sotto con punte minime pari a 65,60 euro proprio nel 2015. Per il 2017, la provincia che prodotto i peggiori risultati è stata L’Aquila, capace di recuperare appena la metà dei tributi comunali dovuti (50,70 euro), in deciso peggioramento rispetto all’anno precedente (76,80 euro).
A seguire troviamo Isernia (64,60 euro) e ben due province siciliane: infatti, al terzo e quarto posto scorgiamo Ragusa (66,10 euro, rispetto ai 77,70 euro dell’anno precedente) e Trapani (67,20 euro). Anche ad Enna e Caltanissetta si osservano valori inferiori alla media regionale (rispettivamente 72,10 euro e 75,50 euro). Mentre i Comuni stanziati nella provincia di Catania riescono a superare la capacità media di riscossione italiana, con 81 euro.
A Firenze (86,60 euro), Ascoli Piceno (85,80 euro) e Sondrio (85,80 euro) si rileva la capacità di riscossione maggiormente elevata a livello nazionale. In generale, nelle province settentrionali si rileva la capacità di riscossione più alta, anche se non mancano esempi positivi provenienti dal Mezzogiorno, seppur più rari: è questo il caso di Sassari (83,10 euro), Brindisi (83,10 euro), Teramo (82,40 euro) e Andria-Barletta-Trani (82,30 euro).
Una maggiore capacità di riscossione contraddistingue le amministrazioni provinciali siciliane. Infatti, in questo caso, con una capacità di riscossione pari al 79,30 euro su 100, ci collochiamo al quinto posto in Italia. Fanno meglio di noi solo il Friuli Venezia Giulia (91,20 euro), Toscana (84,40 euro), Veneto (82,30 euro) e Lombardia (80,10 euro). Dall’altra parte della classifica scorgiamo regioni come Basilicata (59,70 euro), Molise (59,90 euro), Abruzzo (62,70 euro) e Puglia (65,40 euro).
Caltanissetta si piazza al quarto posto in Italia, con una capacità di riscossione quasi completa (93,60 euro), a precederla vi sono Pordenone (94,40 euro), Sondrio (94,50 euro) e Gorizia (95,30 euro). Ai piani alti troviamo anche Trapani (92,50 euro), Agrigento (89,80 euro) e Palermo (82,80 euro).
Per la Sicilia, un andamento in controtendenza si rileva a Catania (62,80 euro) e Enna (66,90 euro). Mentre Benevento (42,80 euro), Crotone (50,90 euro) e Matera (54,70 euro) sono le province in cui la capacità di riscossione risulta più inefficace in Italia.