Il problema viene alimentato quotidianamente da tutti coloro i quali si rendono protagonisti di comportamenti poco consoni alla guida e che non rispettano le regole stabilite dal codice della strada
Nove incidenti mortali in una sola settimana, la Sicilia registra un alto livello di mortalità stradale. Il problema viene alimentato quotidianamente da tutti coloro i quali si rendono protagonisti di comportamenti poco consoni alla guida e che non rispettano le regole stabilite dal codice della strada. Grande la sofferenza espressa dal responsabile della sede di Catania dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada – Onlus, Pietro Crisafulli, che rilancia un messaggio allarmante già più volte ribadito sui giornali: “E’ davvero straziante assistere impotenti a quanto sta accadendo sulle strade siciliane. A Catania ed in tutte le province della nostra regione, si registrano sempre più casi che coinvolgono i giovani. E’ come se fossimo continuamente in guerra, solo che al posto delle armi ci sono le auto, ovvero mezzi che dovrebbero essere sinonimo di sicurezza, ma così non è”.
Pietro Crisafulli è il padre di Mimmo, investito da una automobile non fermatasi allo stop. Aveva 25 anni quando il 6 marzo 2017 perse la vita, poco dopo le 23, all’incrocio tra Via Sacco e Via De Logu a Barriera. Spesso la giustizia tanto attesa tarda ad arrivare, con patteggiamenti e rinvii continui. “Non crediamo più nella giustizia italiana, va riformato tutto”, queste le parole del padre della vittima, il cui fratello è morto nel 2013 nel medesimo modo. “E’ necessario fare qualcosa al più presto – dichiara il responsabile di Familiari e Vittime della Strada -, avviare collaborazioni con le istituzioni che, concretamente, possano tramutarsi in progetti incentrati sulla prevenzione e sul rispetto del codice della strada. Chi ha sbagliato è una persona che ha tolto un padre a due bambini, che ci ha condannati all’ergastolo del dolore, allo strazio più grande che una famiglia possa conoscere, ad un qualcosa che le parole non possono descrivere. Il dispiacere, che ogni familiare di una vittima è costretto a vivere, deve fungere da monito a chi si mette alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o dopo aver bevuto. Basta morti sulle strade”. “E’ una scia di sangue infinita”. Così il presidente dell’A.I.F.V.S. – Onlus, Alberto Pallotti, parla delle tragedie che si stanno consumando in Sicilia. “E’ la dimostrazione evidente – continua – che sulle nostre strade il fenomeno non si è fermato, bensì miete vittime praticamente all’ordine del giorno. Non si tratta di sfortuna, né di casualità. Ci sono delle precise cause scatenanti che non possono essere più ignorate. E’ necessario arginare le distrazioni alla guida. Servono più controlli e le forze dell’ordine – conclude il presidente Pallotti – devono essere messe in grado di far rispettare la legge”. Secondo l’ultimo rapporto Istat sugli incidenti stradali relativo al 2018, sembra che gli incidenti derivino soprattutto da comportamenti errati. Tra i più frequenti si confermano la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,8% dei casi).
Le violazioni al Codice della Strada più sanzionate sarebbero proprio l’inosservanza della segnaletica, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza a bordo e l’uso del telefono cellulare alla guida. Edoardo, Maria, Salvatore, Paolo, Alessandro, Giovanni, sono questi alcuni dei nomi delle persone che hanno perso la vita e, insieme a loro, tutti quei familiari che hanno perso la fiducia nelle Istituzioni, in un mondo più sicuro, in una Regione che fa rispettare le leggi. La speranza è l’ultima a morire, ma in questi casi non ci si aspetta più nulla.