Sicilia, economia sempre più debole, male servizi, edilizia ed export - QdS

Sicilia, economia sempre più debole, male servizi, edilizia ed export

Sicilia, economia sempre più debole, male servizi, edilizia ed export

giovedì 14 Novembre 2019

Banca d’Italia: “Nei primi sei mesi del 2019 calo degli occupati, disoccupazione al 21,1%”. Investimenti fermi: si intensifica l’aumento dei depositi bancari di famiglie e imprese

PALERMO – Segnali di indebolimento per l’economia siciliana nei primi mesi del 2019. L’andamento dei ricavi è peggiorato nel settore servizi, che ha risentito anche della riduzione dei flussi turistici, ed è proseguita la flessione dell’attività nell’edilizia. I dati, relativi all’aggiornamento congiunturale sull’economia dell’Isola, sono stati presentati nella sede di Palermo della Banca d’Italia, che ha redatto l’analisi in collaborazione con le altre filiali dell’Isola.

Presenti, tra gli altri, il direttore Pietro Raffa e il coordinatore dello studio Giuseppe Ciaccio. Le vendite delle aziende manifatturiere hanno mostrato una maggiore tenuta, nonostante il calo delle esportazioni, mentre si è arrestata la crescita degli investimenti industriali, che aveva caratterizzato il biennio precedente.

L’elevato grado di liquidità delle aziende, favorito anche dai buoni risultati reddituali degli ultimi anni, ha frenato la domanda di nuovi finanziamenti. Nella media del primo semestre dell’anno l’occupazione in Sicilia è diminuita rispetto allo stesso periodo del 2018, a fronte di un incremento in Italia. Il numero dei lavoratori autonomi è ancora calato, mentre è leggermente cresciuto quello dei dipendenti, per questi ultimi, nel privato si è osservato un aumento delle posizioni a tempo indeterminato.

Il tasso di disoccupazione è diminuito, rimanendo, però, doppio rispetto alla media nazionale. A fine di giugno, i prestiti bancari all’economia dell’Isola sono risultati stazionari rispetto a 12 mesi prima, interrompendo la debole crescita in corso da circa un triennio. L’andamento ha risentito della contrazione del credito al settore produttivo, invece, è proseguita l’espansione dei finanziamenti alle famiglie consumatrici. Il flusso dei nuovi crediti deteriorati è rimasto contenuto e inferiore al livello pre-crisi; segnali di peggioramento si sono rilevati tuttavia per le imprese, soprattutto per quelle manifatturiere e delle costruzioni. Si è intensificato l’aumento dei depositi bancari di famiglie e imprese.

“Registriamo un dato significativo legato al fatto che molti in Sicilia hanno rinunciato alla ricerca di un lavoro”, hanno commentato Raffa e Ciaccio.
“Nel primo semestre di quest’anno – ha spiegato Ciaccio – il numero di occupati è diminuito dell’1,1% rispetto al resto del Mezzogiorno, soprattutto tra gli autonomi, dove si registra -0,4% e alla media nazionale dello 0,5%. Il tasso di disoccupazione è del 21,1% dato legato proprio al minore numero di persone che hanno rinunciato alla ricerca di lavoro. Si consideri – aggiunge – che la media nazionale è del 10,4%”.

La diminuzione dell’export del 17,3% nel primo semestre 2019 è un dato che sorprende. “Infatti – spiega Ciaccio – si tratta di una novità rispetto al passato, perché è il settore che va peggio dopo anni di crescita. Diminuiscono chimica, prodotti agricoli e petrolio raffinato, restano in segno positivo elettronica e alimentare”.

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