Med Dialogues, il Mediterraneo tra geopolitica e sicurezza - QdS

Med Dialogues, il Mediterraneo tra geopolitica e sicurezza

Med Dialogues, il Mediterraneo tra geopolitica e sicurezza

sabato 07 Dicembre 2019

Partita ieri la quinta edizione della conferenza. Ospiti da oltre cinquanta Paesi. Il ministro Di Maio: “Stabilità Mediterraneo è stabilità di Ue e Italia”

ROMA – Ha preso ieri il via la quinta edizione della Conferenza Rome Med, Mediterranean Dialogues, promossa dal ministero degli Esteri e dall’Ispi. Il futuro del Mediterraneo tra geopolitica e sicurezza, economia, sviluppo, società civile e cultura, sono i temi che verranno affrontati quest’anno e che sono stati al centro dei dialoghi bilaterali avuti alla Farnesina dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha aperto ieri la conferenza.

Oltre cinquanta leader tra presidenti, primi ministri e ministri e circa mille tra imprenditori, accademici ed esponenti delle principali organizzazioni internazionali con quaranta sessioni sui quattro pilastri “Shared security”, “Shared prosperità”, “Migration” e “Culture and civil society”.

Med Dialogues intende contribuire ad affrontare le sfide e le opportunità del Mediterraneo “allargato”, mettendo al centro il ruolo del’Italia in questo contesto e valorizzando le grandi opportunità del bacino. Focus sulla Siria e sulla Libia, aree complesse in cui l’Italia da sempre svolge un ruolo di mediazione e di contributo attivo alla risoluzione dei conflitti insieme ai suoi alleati. La gestione di flussi migratori, la transizione post-Isis e l’impatto geopolitico dei cambiamenti climatici, sono gli altri temi dei panel in programma fino ad oggi.

“Dal Mediterraneo allargato – ha detto Di Maio aprendo la conferenza – originano molte delle crisi globali che interessano il nostro Paese. La stabilità e la prosperità della regione sono condizioni essenziali per la stabilità e la prosperità dell’Italia e dell’Unione europea. La collaborazione con i Paesi dell’area ha una rilevanza strategica. Per questo ho effettuato la mia prima visita bilaterale come Ministro degli Esteri nel Regno del Marocco, partner di riferimento su tanti temi di interesse comune, e mi riprometto di effettuare presto altre missioni nei Paesi del Mediterraneo allargato”.

“Il contributo dell’Italia – ha continuato Di Maio – alla crescita del Mediterraneo allargato può contare anche sul sostegno del nostro settore privato. Dopo l’Europa, questa regione costituisce la zona più prossima per il nostro tessuto produttivo, con oltre 1.200 imprese attive nell’area e uno stock di quasi 47 miliardi di investimenti nel 2018. Una presenza che è cresciuta nell’ultimo decennio a un ritmo intenso (+22% in Nord Africa e +43% in Medio Oriente) a testimonianza di una vitalità economica e commerciale della regione che resta elevata, nonostante le crisi”.

“Il Mediterraneo rappresenta un mercato di 500 milioni di consumatori dove si concentra il 20% del traffico marittimo mondiale, con oltre 450 tra porti e terminal, nonché un grande hub strategico per la sicurezza energetica”, ha sottolineato il ministro.

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