Via libera dal Cda all’aggiornamento del Piano strategico 2021-2030: confermati gli obiettivi industriali, economici e ambientali
Vincere la sfida della transizione ecologica, nonostante la crisi economica e le tensioni internazionali, per rimediare alla carenza di risorse e frenare il cambiamento climatico: questo l’obiettivo del piano decennale di A2A, aggiornato e approvato dal Consiglio di amministrazione presidieduto da Marco Patuano: previsto un investimento di 16 miliardi di euro in dieci anni. I due pilastri dell’economia circolare e della transizione energetica, nell’attuale contesto geopolitico, richiedono estrema flessibilità: per questo la rimodulazione del piano 2021-2030 di A2A è focalizzata sullo sviluppo dei business distintivi del mercato domestico, prevalentemente attraverso crescita organica. Adesso l’azienda potrebbe presto realizzare un termovalorizzatore a Catania e il primo impianto di riciclo di batterie al litio in Italia.
Il piano 2021-2030 di A2A
“Nel 2022 il prezzo dell’energia elettrica ha raggiunto i 700 €/MWh lo scorso agosto, mentre l’inflazione in area Euro ha raggiunto il 10% a luglio e il tasso di interesse Euribor a 12 mesi ha superato il 2% a settembre”, ha spiegato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. Per Mazzoncini il precedente governo ha avuto il merito di snellire le procedure per lo sviluppo degli impianti fotovoltaici; ma ora occorre che il governo attuale scelga di allinearsi con gli standard europei: “In Europa si spendono in media 90 euro per abitante all’anno per favorire la transizione ecologica, in Italia meno della metà. Su questo parametro influiscono la capacità di contrarre debito e di aprire cantieri – ha detto -. La nazione deve allinearsi agli altri Paesi Ue, perché il disallineamento non gioverebbe a nessuno”.
Il contesto geopolitico non ha frenato la multiservizi italiana dal programmare le azioni indispensabili al raggiungimento degli obiettivi prefissati, in concerto con le direttive Ue che spingono sulle necessità di decarbonizzazione e di autonomia energetica. “Abbiamo mantenuto invariata la nostra visione decennale, con una direzione chiara su dove fare investimenti – ha continuato l’amministratore -. Prevediamo tanti investimenti per non perdere tempo e per potenziare tanto la generazione elettrica quanto la rete e gli impianti di trattamento dell’ambiente. Già nei primi due anni di attività, abbiamo realizzato un’importante parte delle azioni previste dal piano 2021-2030 e prevediamo di portare a compimento, entro il 2026, l’80% dei progetti”.
I risultati già raggiunti
A2A ha già compiuto – nei primi due anni del piano decennale – investimenti infrastrutturali nel Paese pari a 3,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’economia circolare, sono già stati realizzati: gli impianti per il trattamento di rifiuti organici e scarti agroalimentari di Lacchiarella e Cavaglià; quelli per il trattamento dei fanghi a Corteolona e per la depurazione a Gavardo, Alfianello e Val Trompia. Portati a termine anche i lavori di conversione dell’impianto Biofor, l’acquisizione di TecnoA – azienda del Centro-Sud che tratta circa 300 kton di rifiuti all’anno – per recuperare energia direttamente dagli scarti urbani e industriali e l’acquisizione di Sea Energia, società che serve gli aeroporti di Linate e Malpensa, con l’obiettivo di favorire la decarbonizzazione.
Nell’ambito della transizione energetica, invece, acquisiti già i portafogli di impianti di generazione green per 436 MW di potenza nominale, consentendo all’azienda di diventare il quarto player nel settore delle rinnovabili. A questi risultati si aggiungono: la piattaforma di sviluppo FER, con pipeline di progetti per 800 MW; il potenziamento delle centrali di Chivasso e Cassano; la realizzazione di due cabine primarie per la garanzia di resilienza della rete elettrica a Milano.
L’attenzione dell’azienda, durante la crisi, si è rivolta anche alla tutela dei consumatori, privati cittadini e aziende: “Abbiamo consentito risparmi importanti con i nostri contratti a prezzo fisso (39% sull’elettricità e 40% sul gas), pari a 520 milioni di euro soltanto nei primi 9 mesi del 2022 – ha precisato Mazzoncini -. Le rateizzazioni concesse sono state di 8 volte superiori rispetto al 2019 e di cinque volte superiori rispetto ai primi mesi del 2021”.
Transizione energetica e termovalorizzatori
Oggi A2A ha acquistato un’importante posizione sulla transizione energetica in Italia, con la disponibilità di 7TW/h da energia rinnovabile. L’azienda è il quarto operatore in eolico e solare, il secondo operatore per produzione di energia idroelettrica, il terzo player per produzione di biometano, ma è soprattutto il leader indiscusso della termovalorizzazione. “Le discariche si riempiono e non sappiamo più dove smaltire i nostri rifiuti – aggiunge l’amministratore delegato -. I termovalorizzatori fanno sì che i rifiuti trovino il loro posto anche quando le discariche sono ormai al completo e che da questi si possa ricavare energia. I nostri impianti traggono principalmente energia dai rifiuti urbani che, così, non finiscono in discarica”.
I termovalorizzatori di Catania e Gela
Esistono regioni italiane, secondo l’ad Renato Mazzoncini, che potrebbero velocemente raggiungere l’autonomia energetica. Sulla scorta di questa consapevolezza, l’ipotesi della realizzazione di due termovalorizzatori in Sicilia: uno a Catania e uno a Gela, ma resta in piedi anche l’opzione Palermo.
A2A è interessata al progetto: “Avendo oggi il 50% del mercato della termovalorizzazione in Italia, logicamente siamo interessati a tutti i progetti che possono venire avanti – fa sapere il numero uno della multiservizi -. Quando la Regione Siciliana ha aperto la manifestazione d’interesse per i termovalorizzatori, abbiamo presentato la nostra proposta per quello di Catania, in associazione tra l’altro con Acciaierie di Sicilia, un’azienda che opera a Catania. Quindi in una logica integrata e molto circolare tra un’azienda che consuma energia per produrre acciaio in Sicilia e la necessità di una soluzione per i rifiuti. Vedremo adesso come andrà avanti”.
Al via prossimamente un impianto di riciclo di batterie al litio
Il mercato delle automobili elettriche e della smart mobility è in continua crescita. Per questo è sempre più urgente la questione dello smaltimento delle batterie al litio. Risulta possibile recuperare alcuni componenti e trasformali in energia elettrica, ma non esiste ancora un impianto in grado di farlo in Italia. Presto arriverà la soluzione di A2A anche a questo problema: “In Italia non si estrae cobalto e nichel. Ma quando comprate un’auto elettrica, li importate – conclude l’amministratore delegato -. Noi togliamo loro il passaporto e li riutilizziamo per produrre energia elettrica. Apriremo la prima fabbrica di riciclo di batterie al litio e contiamo di riuscire a trattare circa 10 kton all’anno”.