Accordo su revisione aliquote, ma semplificazione ancora lontana - QdS

Accordo su revisione aliquote, ma semplificazione ancora lontana

Accordo su revisione aliquote, ma semplificazione ancora lontana

martedì 30 Novembre 2021

La vera riforma dovrà insistere in modo più significativo sulla pressione tributaria. Un’altra grossa “palla al piede” che nuoce molto alla tax compliance

PALERMO – È stato raggiunto dai partiti di maggioranza l’accordo sulla revisione delle aliquote. In pratica è stato concordato come spendere gli otto miliardi di euro che costituiscono la dotazione per una riduzione della pressione fiscale.

Come già annunciato da questo Quotidiano, le aliquote Irpef da cinque dovrebbero ridursi a quattro, con l’eliminazione del 41% e con l’abbassamento delle aliquote “centrali”, quelle del 27% e del 38%, ridotte rispettivamente al 25% ed al 35%. La relativa “spesa” complessiva sarà di sette miliardi.

Per l’Irap dovrebbe esserci una riduzione “verticale”, che costerebbe l’ulteriore miliardo a disposizione. Dovrebbe essere eliminato il tributo per le ditte individuali, le società di persone ed i lavoratori autonomi.
In effetti, di concreto, è stato fatto molto poco. Il risparmio annuo dell’Irpef sarebbe contenuto nella somma di duecento/trecento euro all’anno. Troppo poco.

Specialmente se si pensa che, con l’inflazione e con la sicura revisione “in peius” delle detrazioni, il saldo non potrà essere certamente favorevole ai contribuenti, nemmeno per quelli degli scaglioni intermedi per i quali è stata prevista la riduzione dell’aliquota.

C’è da sperare che, quando si affronterà veramente la riforma fiscale, la diminuzione della pressione tributaria sia più visibile, magari con una vera semplificazione degli adempimenti, un’altra grossa palla al piede dell’attuale sistema che nuoce moltissimo alla “tax compliance”.

Continua, intanto, il pressing del partiti politici e dei sindacati sul rinvio delle scadenze fiscali di novembre. Parliamo anche del pagamento delle dodici rate della “rottamazione ter” e delle quattro rate del “saldo e stralcio”.

Sembrerebbe, comunque, che il Governo, dovendo rispettare le condizioni di “copertura” della spesa, sia disponibile solo ad un rinvio di soli nove giorni, con la scadenza del 30 novembre posticipata al 9 dicembre (alla quale, però, sono da aggiungere e i cinque giorni di tolleranza previsti dalla vigente normativa).

Insomma, un tunnel nel quale non si vede ancora la luce. Non c’è dubbio, infatti, che tanti rinvii, tanti adempimenti e tanta confusione, unitamente alla gravissima situazione sanitaria ed economica che non è certamente cessata, potrebbero avere causato errori commessi dai contribuenti, anche quelli assolutamente ligi al proprio dovere fiscale, errori che determineranno sicuramente un grosso aumento del contezioso tributario, specialmente quando l’Agenzia delle Entrate-Riscossione comincerà a notificare cartelle a causa della “decadenza” delle dilazioni che, magari a causa di mancati pagamenti avventi in buona fede, vengono recuperate tutte in una volta, con sanzioni ed interessi.

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