Acqua del Simeto per usi irrigui, l’affare si complica - QdS

Acqua del Simeto per usi irrigui, l’affare si complica

redazione

Acqua del Simeto per usi irrigui, l’affare si complica

Giuseppe Bonaccorsi  |
mercoledì 08 Maggio 2024

Continua a slittare l’inizio dei lavori alle paratie di “Ponte Barca”, nel paternese, per convogliare 600 litri al secondo dal fiume alle rete idrica. Non solo mancherebbe il parere della Soprintendenza

PATERNÒ – Gli annunciati lavori alle paratie di “Ponte Barca”, in territorio di Paternò, per convogliare 600 litri al secondo del fiume Simeto nelle condotte del Consorzio di bonifica 9 di Catania, in favore delle colture e delle aziende agricole e di zootecnica assetate della Piana, ha tutte le caratteristiche di un intervento “alla sicula”: annunciato, ma mai portato a termine per burocrazia e difetti di pianificazione. Eppure quell’acqua, che certo non ha l’effetto di un miracoloso toccasana dopo mesi di siccità, sarebbe servita quantomeno per ridurre l’emergenza in alcune aree della Sicilia orientale e dare un segnale di vicinanza a centinaia e centinaia di agricoltori e operatori.

Una vicenda dal sapore pirandelliano

I fatti di una vicenda dal sapore pirandelliano iniziano il 26 aprile quando dall’Ufficio di presidenza della Regione viene diramato un comunicato che rende noto come – dal lunedì successivo, 29 aprile – sarebbero stati avviati i “lavori del consorzio di bonifica di Catania per canalizzare provvisoriamente le acque del fiume Simeto a valle della traversa di Ponte Barca, dove si registrano perdite dalla paratoie”. Il documento annunciava che i lavori sarebbero durati tre giorni e che la decisione era stata presa dalla cabina di regia per l’emergenza idrica guidata dal presidente della Regione, Renato Schifani. Il comunicato spiegava anche che “la deviazione temporanea non richiede opere ad impatto ambientale e consentirà di poter immettere su alcune zone del territorio circa 600 litri al secondo, fornitura che sarà disponibile anche nei mesi estivi”.

I lavori del Consorzio di bonifica di Catania mai iniziati

Tutto quindi sembrava volgere per il meglio, ma lunedì 29 i lavori non sono cominciati. È quindi venuta fuori la notizia, scritta dal nostro quotidiano, di un presunto stop giunto al Consorzio dalla Sovrintendenza di Catania che sui lavori non aveva espresso alcun parere. Trattandosi di un’area sottoposta a vincolo ambientale l’ente a tutela del patrimonio e dell’ambiente doveva emettere prima un nullaosta. Da una interlocuzione telefonica con il dirigente paesaggistico della Sovrintendenza si è scoperto che in una riunione informale, tenutasi proprio il 29 negli uffici della Sovrintendenza con esponenti del Consorzio e della Forestale, si era arrivati a un accordo di massima, attraverso la presentazione di un progetto mirato sul quale la Sovrintendenza avrebbe poi espresso un parere prima di dare il via libera ai lavori. Progetto che al momento non sarebbe ancora arrivato sul tavolo della Sovrintendenza. Senza il parere, evidentemente, la Sovrintendenza, in presenza di un avvio dei lavori, avrebbe presentato una denuncia e sul luogo sarebbero arrivate le forze dell’ordine.

Legambiente e Lipu diffidano la Regione dall’avvio dei lavori

Ma c’è di più in questa vicenda pirandelliana. Esiste infatti una dettagliata nota congiunta di Legambiente Sicilia e della Lipu, datata 6 maggio e indirizzata oltre che al Consorzio di bonifica 9 di Catania, al dipartimento regionale Ambiente, alla Sovrintendenza, al gestore della riserva Oasi del Simeto, alla Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, al corpo Forestale oltre che ad altri enti e al ministero dell’Ambiente, attraverso la quale Legambiente e Lipu diffidano la Regione dall’avvio dei lavori in assenza “del provvedimento di Vinca e di Via”.

Nel lungo documento firmato dal presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, e dal delegato Lipu di Catania, Giuseppe Rannisi, viene contestata la notizia di avvio dei lavori motivandola col fatto che “l’area di Ponte Barca è una delle più importanti aree naturalistiche della Sicilia e la zona umida formatasi a monte della traversa ospita molte specie di uccelli”. Partendo da questo dato importante per la salvaguardia di un’oasi Legambiente e Lipu diffidano il Consorzio di bonifica dall’iniziare i lavori e il prelievo di risorse idriche “in assenza di provvedimenti in materia di Valutazione di incidenza e di Valutazione di Impatto ambientale di competenza del Dipartimento regionale Ambiente e di quantificazione del minimo deflusso vitale”. Legambiente e Lipu quindi chiedono un intervento immediato del Dipartimento regionale ambiente per le autorizzazioni e il rilascio dei pareri sui vincoli, atti propedeutici prima dell’arrivo delle ruspe.

Appare evidente, quindi, che su questa vicenda si stanno aggrovigliando numerosi pareri e disposizioni che, a meno di una bacchetta magica, potranno arrivare a una soluzione definitiva in tempi non brevi mentre l’emergenza nelle campagne continua…

Passanisi (Coldiretti): “Regione trovi altre soluzioni. I fondi per la siccità? Non andranno agli agricoltori”

Sulla vicenda di Ponte Barca, abbiamo intervistato il presidente di Coldiretti Catania, Andrea Passanisi.

Presidente, sui lavori a Ponte Barca sembra di essere finiti al centro di una tragicommedia….
“Non ci sono parole. E dire che da mesi diciamo in tutti i tavoli istituzionali che l’emergenza idrica sarebbe esplosa alle porte dell’estate… Se tutto viene confermato, secondo la diffida di Legambiente e Lipu, siamo davanti a un imbarazzo istituzionale. Il problema è che la Regione deve trovare con immediatezza altre soluzioni per sostenere la Piana di Catania e il suo tessuto produttivo. La priorità resta il sostegno all’agricoltura e alla zootecnia, ma ci rendiamo conto che bisogna ponderare anche altri rischi legati alla salvaguardia dell’ambiente e del nostro suolo. Non possiamo certo mettere a rischio il futuro delle nostre oasi naturalistiche con tra l’altro un prelievo d’acqua che secondo gli esperti e i lavoratori di quelle zone, avrebbe un impatto positivo minimo. Per questo da tempo avrvamo prospettato la ricerca di altri interventi. Ora noi è da tempo che evidenziamo gli effetti dei cambiamenti climatici, dei fenomeni meteorologici che stanno portando alla distruzione di molte colture. Per non parlare della crisi nera della zootecnia, che avrebbe bisogno di immediati interventi. Avevamo chiesto di avviare una programmazione degli interventi e non provvedimenti che hanno il sapore di una toppa su una falla enorme. Nonostante ciò, però, ancora non vediamo nulla”.

Il presidente Schifani, commissario per l’emergenza, ha ottenuto due giorni fa a Roma, dal tavolo per l’emergenza venti milioni di stanziamento dal ministro Musumeci, per primi interventi atti ad affrontare l’emergenza idrica.
“Certo, ma se si leggono bene i comunicati, lo stesso Musumeci scrive che questi primi fondi saranno destinati solo per usi civili. Lo stesso ministro Musumeci fa riferimento che ‘Gli interventi riguardanti il settore agricolo e quello delle infrastrutture idriche rientrano nelle competenze di altri ministeri’. Ciò nei fatti cosa vuol dire? Che per l’agricoltura e la zootecnia non c’è nulla e questo è grave perché l’agricoltura non viene messa in prima linea. Ma così avremo un deserto con migliaia di disoccupati e la distruzione di un territorio che produce una parte importante della ricchezza della nostra regione”.

Quindi gli interventi vanno chiesti ai ministeri di Agricoltura e Ambiente..
“Sembra così, e tra l’altro in concertazione. Insomma che tempi ci vorranno per avviare un circolo positivo? Appare evidente quello che già da tempo noi associazioni sosteniamo e cioè che l’agricoltura siciliana non è in primo piano nell’emergenza in atto. A meno di un miracolo del meteo quest’anno sarà un disastro…”.

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