Grazie al brevetto sottoscritte collaborazioni scientifiche con diversi atenei italiani e stranieri
CATANIA – L’Università di Catania ha ottenuto il brevetto internazionale per “l’estrazione e la determinazione di microplastiche in campioni a matrici organiche e inorganiche” che permette, per la prima volta al mondo, di determinare e quantificare con elevata sensibilità le microplastiche inferiori a 10 micrometri.
L’invenzione è frutto della ricerca del Laboratorio di igiene ambientale e degli alimenti (Liaa) dell’università di Catania. La ricerca – già pubblicata su riviste scientifiche internazionali come la prestigiosa “Water Research” (Elsevier) e presentata in diversi congressi internazionali – è stata condotta dal direttore del Liaa, Margherita Ferrante, dalla ricercatrice Gea Oliveri Conti e dal dottore di ricerca Pietro Zuccarello.
L’originalità e l’inventività di questa metodologia – che permette la reale quantificazione delle microplastiche inferiori a 10 micron fino alle nanoplastiche per quasi tutte le tipologie di plastica – è stata accettata per tutte e dieci le rivendicazioni depositate nella domanda di brevetto. Prima di questa invenzione tutte le metodologie di estrazione di microplastiche internazionalmente accettate prevedevano un processo di filtrazione per la raccolta delle microparticelle e microfibre plastiche e il processo selettivo dimensionale non consentiva di riconoscere quelle con diametro inferiore al poro del filtro utilizzato con conseguente perdita irrimediabile delle micro- e nanoplastiche.
Il brevetto – che ha reso il Liaa l’unico laboratorio in grado di determinare le microplastiche con dimensione inferiore ai 10 micrometri a livello mondiale – ha permesso all’ateneo di Catania di sottoscrivere diverse collaborazioni scientifiche con vari atenei italiani, ma anche con centri di ricerca in Tunisia, Austria e a breve con la Columbia University negli Stati Uniti.
Il Liaa, inoltre, sta sviluppando applicazioni del brevetto in campo ambientale, alimentare e medico al fine di meglio comprendere le interazioni ad oggi sconosciute tra microplastica e cellule nell’ottica di chiarire la relazione tra microplastiche ambientali e salute.