Case allagate, strade groviera e colme di fango e detriti: è questa la situazione nei comuni più colpiti dal maltempo degli scorsi giorni. Ecco cosa ne pensano i residenti.
Strade ridotte a pericolosissime groviera, sensi unici alternati, tombini saltati, operai al lavoro per riparare questi ultimi e per ripulire le strade dal fango. Questo è lo scenario che si presenta a pochi giorni di distanza dall’alluvione che ha colpito la costa ionica del Catanese, composta dai centri di Acireale, Giarre e Riposto.
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Tra tutti i fatti accaduti spicca ovviamente lo scivolamento di ben tre auto in mare nella frazione marinara ripostese di Torre Archirafi.
Alluvione costa ionica Catanese, la situazione a Riposto
Inoltre a Torre Archirafi, come è possibile vedere dalle immagini, il pezzo di lungomare che collega il simbolico arco con lo spiazzo in cui sono avvenuti i famigerati fatti è ancora ricoperto da fango e detriti e le auto scivolate in mare sono ancora lì. Gli operai sono ancora a lavoro, a stretto contatto con il sindaco di Riposto, Davide Vasta, che ha chiesto lo stato di emergenza al ministro per la Protezione Civile ed ex presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Gli operai assieme ai residenti della zona, qualcuno dei quali ha anche soltanto la casa per le vacanze estive, hanno detto all’unisono: “Lavoriamo giorno e notte per rendere questa zona quantomeno come prima”. Abbiamo anche notato come i Vigili del Fuoco siano al lavoro per rimuovere i rami pericolanti degli alberi colpiti dalla pioggia.
La voce ai residenti
Il dipendente di un distributore di benzina: “Danni ingenti”
Ma, come abbiamo già detto, i problemi causati dall’alluvione alla costa ionica Catanese non si fermano certo al centro di Torre Archirafi. La Strada Provinciale 17, che collega la Strada Statale 114 Orientale Sicula proprio con Torre Archrafi, è piena di veri e propri pericoli per la circolazione stradale e il collegamento con la frazione al momento è interdetto.
Un dipendente di un distributore di benzina posto quasi in corrispondenza con il tratto di strada chiuso racconta al QdS: “I danni sono stati ingenti anche perché quel giorno in cui ha cominciato a piovere abbiamo cominciato a vedere dei macigni che scendevano lungo la carreggiata e andavamo verso giù. Verso le 10 la pioggia era sempre forte, però abbiamo cominciato a vedere i primi danni. C’erano buche lì, muri crollati dall’altra parte. Un po’ più in fondo c’è un buco, che è all’incirca un metro e mezzo di profondità, per la larghezza si perde pure il conto ed è lungo quanto la carreggiata. C’è stata una brutta alluvione che ha ricordato quanto successo in passato, ma le vittime sono state più che altro le persone che avevano le auto parcheggiate a Torre Archirafi o quelle che avevano la casa allagata. È stato disastroso e si nota la sofferenza di queste persone”.
Il giovane risiede a Giarre e riguardo ai danni chiede: “Dove abito io al centro di Giarre non ci sono stati danni. Però a nome penso dei cittadini di Torre Archirafi chiedo che la Regione intervenga per aiutare queste povere persone che da un giorno all’altro si sono ritrovate senza più delle macchine, senza più delle case, con strade bloccate, con frane. C’è bisogno di qualcuno che le aiuti, perché non possono fare nulla da sole. Hanno perso tutto e la loro disperazione sarà anche altro”.
“I danni vengono dalla montagna”
Un residente nel centro di Riposto spiega come la causa di questi danni da maltempo, secondo il suo parere, venga dai centri più vicini alla montagna.
“I danni non sono causati solo dal paese di Riposto – afferma -, ma sono partiti da monte, cioè a dire da Milo, Fornazzo e altri posti. C’erano tutti i torrenti, hanno fatto tutte strade, i torrenti sono spariti, perciò partendo dal monte noi siamo a valle e subiamo le conseguenze peggiori. Sono anni e anni, ma nessuno prende provvedimenti. Un altro caso simile è successo nel 1994, lo stesso danno, sia a Riposto, sia a Torre, sia a Giarre, dove ci sono molte persone. Quest’anno fortunatamente non ci sono scappati morti. Queste strade principali, come via Callipoli di Giarre, da dove scende tutta quest’acqua da monte e da Santa Venerina, non avendo sbocchi dei torrenti, che non esistono più, cosa pretendiamo? Che ci sia il mare calmo qua quando piove? No, c’è il diluvio con danni immensi a case e mezzi”.
Il problema è quindi soltanto di natura geologica, in quanto “non ci lamentiamo con i Comuni – conclude – perché i danni partono dalle montagne e vanno a scendere. Noi siamo a valle e siamo gli ultimi arrivati. L’amministrazione nostra è alla fine, perché questi danni cominciano da monte, tutti i torrenti partono dalla montagna e arrivano a Riposto, che sarà sempre allagata”.
La signora Migliaccio: “Ho saputo tutto dal Comune di Aci Castello”
Al QdS è intervenuta anche una donna di Aci Castello, che aveva ricevuto comunicazione dell’allerta arancione dalle autorità e si è trovata costretta a rimanere in casa per diversi giorni a causa del maltempo.
“Siamo stati barricati in casa tre giorni – ha detto la signora – perché sapevamo che c’era questa allerta arancione. Ma io non l’ho saputo dal Comune di Riposto, bensì da quello di Aci Castello dove ero prima residente. Quando mi è arrivata la comunicazione del sindaco di Aci Castello che c’era allarme arancione e poi rosso io ho fatto mente locale e ho pensato che l’allarme non poteva essere solo ad Aci Castello o Aci Trezza, ma anche da questa parte. Poi in realtà dai video che mi sono stati inviati mi sono resa conto dell’allarme arancione e rosso ad Aci Castello e Aci Trezza, dove la pioggia non è stata così violenta come invece è stata dove siamo noi adesso”.
Un errore istituzionale, e non solo, che ha fatto molto discutere per la signora, dato che “le istituzioni sono diciamo un po’ assenti – prosegue la signora Migliaccio -. Io oggi per esempio ho cercato tutta la giornata di chiamare i vigili urbani di Riposto, i quali mi hanno detto che non sanno niente, che poi anche questo è un errore. Il vigile urbano è il front office nei confronti dei cittadini. Non sapevano se venivano a prendersi la spazzatura o meno, non sapevano niente. Mi hanno dato un numero di telefono del Comune, che naturalmente o dà occupato o non risponde. Mi rendo conto che c’è una situazione un po’ drammatica, soprattutto a Torre Archirafi o a Riposto, come abbiamo visto in televisione”.
Anche i tg nazionali non sono riusciti a dare un’idea di quello che davvero stava accadendo sul momento.
“Quello che ho potuto notare è che i tg nazionali hanno parlato – conclude -, ma non hanno dato il giusto peso di quello che è successo qua, tranne il tg regionale. Danni non ne ho avuti, ho avuto solo l’acqua che mi è entrata dentro, ma questo è un danno relativo. Non so sotto cosa sia successo, ma è chiaro che qualcuno dovrà pur muoversi. I tg nazionali non hanno dato il giusto risalto. Io sono bergamasca, ma i miei parenti da sopra non hanno percepito la gravità di quello che è successo qua. Quando io poi sono riuscita a mandare i video di quello che era successo qua allora hanno capito che la situazione effettivamente era drammatica. Poi non so se qui hanno diramato l’allarme, non so nulla, perché non abbiamo saputo nulla noi qua. Ho saputo tutto dal Comune di Aci Castello e mi sono adeguata”.
“L’amministrazione di Giarre può fare ben poco”
Un residente di Giarre parla di come non sia la prima volta che un’alluvione si abbatta sulla costa ionica Catanese. E insiste su come ci si debba attrezzare per questi cambiamenti climatici.
“Una cosa che già si è ripetuta – dice al QdS -, perché tantissimi anni fa Giarre aveva vissuto un’alluvione, per cui questa è la seconda. Purtroppo le manifestazioni dal punto di vista del clima sono cambiate, noi non siamo abituati a questo e in più ci sono la mano dell’uomo, che ha distrutto tanti posti, e il fatto che hanno costruito tutto, ma la natura si vuole riappropriare di questo. L’amministrazione può fare ben poco, perché ormai soldi non ne ha nessuno nei Comuni. Non sono capaci neanche di pulire un tombino. Bisogna stare attenti e cercare di evitare che possano succedere queste cose”.
La testimonianza di un ristoratore: “Dal torrente è uscito un po’ di tutto”
Infine nel territorio di Acireale il maltempo ha colpito oltre alla Timpa, anche la frazione di Capo Mulini, con l’esondazione del torrente nella parte sud del borgo. Il titolare di un ristorante della zona, residente a Riposto, spiega come le fognature si siano riversate in mare rendendolo di un altro colore.
“Ci sono stati parecchi danni – racconta al QdS -, parecchi allagamenti dappertutto a causa di tombini otturati e della cattiva gestione del territorio. Si deve curare di più l’afflusso delle acque per la pulizia dei torrenti, perché posso garantire che noi che siamo stati qui in prima linea e dal torrente è uscito un po’ di tutto. Quindi se si mantengono puliti si evita tutto questo”.