Due mesi fa il governatore aveva brindato all'avvio dei lavori: “Una media velocità, scelta intelligente”. Ma il suo assessore Aricò: “Non tutta la linea Palermo-Catania è percorribile a 200 km/h”.
“Diciamo che è una media velocità, non alta. Mi hanno spiegato che è meglio così per motivi tecnici e strategici. E la trovo una scelta intelligente”. Così parlava del nuovo collegamento ferroviario tra Palermo e Catania il governatore Renato Schifani lo scorso 23 marzo al cantiere di Taormina, in occasione del via ai lavori sulla Messina-Catania. Ad ascoltarlo c’era il ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
Da alcune settimane il tema della finta alta velocità progettata da Rete ferroviaria italiana per la Sicilia era emerso nel dibattito pubblico. Ma per Schifani il progetto di alta capacità fino a un massimo di 200 km orari rimaneva la scelta più intelligente. Due mesi dopo il Governo regionale fa marcia indietro e ammette che i grandi lavori di raddoppio ferroviario tra Palermo e Catania fanno acqua da più parti.
“Non tutta la PA-CT-ME è percorribile a 200 km/h”
“Non è alta velocità, ma questa non è neanche alta capacità. Non tutta la linea Palermo-Catania-Messina, infatti, è percorribile a 200 km/h“. Queste sono le parole di oggi dell’assessore ai Trasporti Alessandro Aricò, che già nelle settimane scorse aveva più timidamente ammesso i limiti dell’infrastruttura in costruzione o progettazione.
Lo aveva fatto in audizione alla Camera, così come il 16 maggio all’Assemblea regionale siciliana rispondendo a una interrogazione parlamentare del deputato del Pd Giovanni Burtone. Aricò ha preso atto di quanto denunciato più volte, anche da questa testata: e cioè che l’alta capacità renderebbe il collegamento ferroviario Palermo-Catania un’ottima rete ferroviaria novecentesca, ma lontana da quella che unisce le città del Centro-Nord da oltre dieci anni.
Alta velocità… intermittente
Non solo. Il Governo regionale ha scoperto pure che l’alta velocità non solo è finta, ma è pure intermittente, visto che dei 178,5 chilometri interessati dai lavori, da Fiumetorto (in provincia di Palermo) fino a Catania Bicocca, due terzi – 111 km – rimarranno con un solo binario adatto ai 200 km orari. L’altro, quello esistente e vecchio, forse verrebbe adeguato dopo il 2030.
“Quando ci siamo insediati – ha spiegato Aricò – abbiamo guardato il progetto della Palermo-Catania-Messina approvato in precedenza, e ci siamo accorti che in alcuni tratti non verrà realizzata una doppia nuova linea con struttura adeguata alla velocità superiore, ma solo una nuova linea adeguata accanto a quella preesistente che verrà ristrutturata”.
Peccato che il progetto che oggi è in fase di realizzazione/progettazione sia stato chiesto proprio dalla Regione siciliana nel 2015, trasmesso da Rfi a Palermo nel 2017 e ancora nel 2019. Quando sia Aricò che buona parte della giunta Schifani sedeva all’Assemblea regionale siciliana nei banchi della maggioranza di Nello Musumeci.
“In gallerie attuali velocità massima di 120 km/h”
Infine, Aricò ha aggiunto un ultimo tassello: “Ci siamo accorti che le sagome delle gallerie attuali consentiranno una velocità massima di 120 km/h. In ogni galleria, quindi, si impiegheranno in media 4 minuti in più, per un totale di 40 minuti in più sull’intera linea. Abbiamo fatto presente al ministro Salvini, che ha condiviso la nostra posizione, che spendendo per le gallerie appena alcune centinaia di milioni in più su un totale di 11,5 miliardi, si risparmierebbero 40 minuti di viaggio. Arrivare a Catania in 80 minuti è sempre meglio di 120”.
Salvini oggi è passato da Catania in occasione della presentazione dei lavori della Ragusa-Catania, ma non ha detto nulla sui nodi emersi. Non è chiaro quindi se abbia cambiato idea rispetto a quanto dichiarato due mesi fa a Taormina, quando aveva liquidato la faccenda come “cose da tecnici e ingegneri”.
Aricò ha però sottolineato: “Il Governo regionale ha chiesto al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, di integrare il progetto affinché la Sicilia abbia almeno un’intera alta capacità che aiuti i siciliani a uscire dall’isolamento e a raggiungere il più velocemente possibile il ponte sullo Stretto e il resto d’Italia». Insomma di ottenere una vera Alta Velocità non se ne parla. Eppure gran parte del collegamento Palermo-Catania è ancora nella fase della progettazione esecutiva.
Schifani: “Ponte Stretto rilancia tema dell’alta velocità”
Il presidente Schifani preferisce rilanciare sull’alta velocità tra Messina e Palermo, tratta non coinvolta al momento da progetti di velocizzazione. “Il Ponte sullo Stretto ripropone il tema dell’alta velocità ferroviaria anche nella nostra Isola, tra Palermo e Messina, e il ripristino del corridoio Berlino-Palermo che all’epoca del Governo Monti fu cancellato dopo la decisione di non realizzare il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria”.
“Ho già parlato con il ministro – ha aggiunto – e sono in contatto con i nuovi vertici di Rfi, che incontrerò a breve, per verificare che, anche attraverso il Governo che collabora come non mai con la Sicilia, questo corridoio torni ad essere centrale e reinserito nella programmazione delle opere prioritarie”. Meglio guardare al futuro, il più lontano possibile.