Ciò consentirebbe ai Comuni di pagare le imprese che stanno realizzando opere pubbliche con fondi nazionali e comunitari.
L’Anci Sicilia chiede all’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, che si provveda in tempi brevi al riaccertamento dei residui di spesa extra-regionali per consentire ai Comuni di pagare le imprese che stanno realizzando opere pubbliche con fondi nazionali e comunitari. In una nota inviata all’esponente della Giunta Schifani, l’Associazione dei comuni siciliani precisa che “l’Assessorato dell’Economia ha completato il riaccertamento dei residui passivi relativi al 2022, re-imputando al bilancio 2023 della Regione siciliana una somma di quasi 500 milioni di euro (spese a valere interamente su risorse regionali). Dal momento che una parte importante dei trasferimenti destinati agli enti locali sono di natura extra-regionale, le tante imprese del territorio siciliano che stanno realizzando opere pubbliche per lavori affidati dagli enti a valere sulle risorse nazionali e comunitarie, corrono il serio rischio di vedere liquidate in forte ritardo le risorse loro spettanti”.
“Evitare ulteriori danni al sistema imprese e agli enti locali”
“Bisogna evitare – spiegano Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia – che questa situazione generi ulteriori danni al sistema delle imprese e, di conseguenza, anche agli enti locali che, in qualità di stazioni appaltanti per molte di queste opere, sono esposti ad azioni legali”. “Per questi motivi – conclude Amenta – si chiede di procedere nel più breve tempo possibile, al riaccertamento dei residui di spesa extra-regionali”.