L’assessore alla Famiglia, Nuccia Albano, interviene sulla carenza delle strutture e sulla povertà alimentare - QdS

L’assessore alla Famiglia, Nuccia Albano, interviene sulla carenza delle strutture e sulla povertà alimentare

redazione

L’assessore alla Famiglia, Nuccia Albano, interviene sulla carenza delle strutture e sulla povertà alimentare

Roberto Greco  |
sabato 09 Settembre 2023

“Il problema della scarsità del tempo pieno è all’attenzione del Governo regionale”

PALERMO – Riguardo alle problematiche relative alle mense ma anche a quelle più ampie della povertà alimentare, che attanaglia soprattutto le regioni del Sud, interviene al QdS l’assessore alla Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana Nuccia Albano.

Non ha più senso chiamarla “emergenza alimentare”, visto che il dato è strutturale, ma di vera e propria “povertà alimentare”. Qual è la sua analisi della situazione?
“Forse anche perché manca una vera e propria educazione all’alimentazione. Guardi, qui non si tratta esclusivamente di essere più o meno abbienti ma di educazione a questa problematica. Se noi, come genitori, abituassimo i nostri bambini e ragazzi alla cosiddetta dieta mediterranea ed evitassimo di fornire loro, spesso per pura comodità, merendine confezionate, bevande gassate o sacchetti di patatine a favore di cibi più sani, frutta o verdura anche approfittando della merce a chilometro zero quasi sempre di ottima qualità, la situazione potrebbe essere diversa. La scuola, purtroppo, può solo suggerire un indirizzo, anche per l’atavica mancanza del c.d. tempo pieno e delle mense scolastiche. Servono nuovi strumenti informativi e formativi che facciano cambiare indirizzo alla società anche per recuperare il concetto di socialità che, spesso, è uno strumento di forte contrasto all’esclusione sociale”.

La legge regionale 16/2021 affronta, anche se solo in via teorica, il problema della povertà alimentare. In via teorica perché, in realtà, non sono mai state assegnate risorse economiche significative per affrontare il problema…
“Non basta una legge regionale. Il percorso educativo, per le nuove generazioni, dovrebbe iniziare all’interno delle scuole e c’è la necessità di un maggiore respiro legislativo che compete sì alla Regione ma, in prima istanza, allo Stato. Solo sulla base di una vera sinergia si può generare l’intento necessario per mettere a sistema questa problematica. Voglio ricordare inoltre, da medico, l’eccesso di peso nei ragazzi, spesso sottovalutato, che porta nel tempo a danni dei quali si dovrà occupare il servizio sanitario nazionale, creando una ricaduta che potrei definire come ‘il gatto che si morde la coda’”.

Quali sono, a suo giudizio, le strategie da mettere in campo?
“Innanzitutto un’oculata campagna di sensibilizzazione che tenga conto dei tempi. Penso, ad esempio, non tanto a una campagna di affissione tradizionale, ma a un vero e proprio reality show che, anziché preparare piatti gourmet, recuperi la sana tradizione italiana insegnando alle famiglie il valore proteico e alimentare dei diversi piatti e il loro utilizzo in funzione dell’età dei bambini e dei ragazzi e che tenga conto, inoltre, di quanto serva a loro per la crescita e sviluppo”.

A proposito delle mense scolastiche che lei ha citato, al di là della mancanza di fondi e problemi strutturali di alcuni plessi, perché questa problematica non viene affrontata, e quindi risolta, la possibilità di mettere a sistema il ruolo delle mense scolastiche? Rappresentano, spesso, l’unica possibilità di usufruire di un pasto formalmente corretto…
“Condivido la sua analisi. Di recente con l’assessore Turano (l’Assessore dell’istruzione e della formazione professionale della Regione Siciliana, ndr) ho affrontato il problema della scarsità di mense scolastiche e del c.d. tempo pieno con particolare riferimento agli istituti scolastici delle periferie. Una maggiore attenzione a quei territori permetterebbe, come lei ha indicato, innanzitutto di poter fornire un pasto equilibrato dal punto di vista alimentare, ma questa scelta rappresenterebbe anche una possibilità concreta di presenza dello Stato proprio in quei territori in cui c’è più bisogno di noi anche per l’eliminazione del disagio sociale, diminuire la dispersione scolastica e per tenere lontane le nuove generazioni dalle lusinghe della criminalità, sempre pronta a sostituirsi allo Stato”.

In conclusione, quali sono gli interventi attivi che vi proponete di mettere in atto?
“Siamo consapevoli dei disagi che vive la nostra popolazione. Nella vecchia finanziaria, quella in atto oggi, abbiamo inserito a bilancio una cifra considerevole per il Banco Alimentare e l’housing sociale, 7 milioni e mezzo di euro, e 2,5 milioni di euro per le povertà educative, altro argomento da non sottovalutare. Tale orientamento sarà contenuto anche nella nuova finanziaria, anche per diretta volontà del Presidente Schifani”.

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