Bagheria, affido familiare, strumento da affinare e potenziare - QdS

Bagheria, affido familiare, strumento da affinare e potenziare

redazione

Bagheria, affido familiare, strumento da affinare e potenziare

Gioacchino D’Amico  |
venerdì 08 Marzo 2024

Si è svolto a Bagheria, nel teatro di Palazzo Butera, un momento di confronto tra istituzioni e operatori del settore per fare un punto su questo importante istituto e la sua applicazione

BAGHERIA (PA) – Porte aperte, da parte del Comune, per dare spazio ai temi delle politiche sociali. Sul tavolo la tutela dei minori, con un incontro che ha voluto accendere i riflettori sullo strumento dell’affido familiare.

Il tema è stato al centro di un convegno che si è svolto nei giorni scorsi nel teatro di Palazzo Butera, “Affido familiare: il bambino tra burocrazia e sentimenti”, organizzato dal Comune di Bagheria in collaborazione con la cooperativa sociale Nuova generazione e l’Afap (Associazione famiglie affidatarie Palermo Odv). L’evento, oltre a essere destinato alle figure professionali operanti nel settore, si è rivolto a tutta la cittadinanza, cercando di chiarire la natura e le finalità dell’affido familiare. Uno strumento che non va confuso, come spesso accade, con l’adozione.

L’affido ha una durata limitata e riguarda le situazioni familiari temporaneamente non idonee a soddisfare i bisogni e i diritti del minore. Esagerato definirlo uno strumento “sconosciuto”, ma pare che sul tema, tra disinformazione e pregiudizi, si faccia ancora molta confusione.

Sull’affido familiare carenza d’informazione

Guardando indietro, non sono così pochi i casi in cui le realtà associative (non soltanto in Sicilia) hanno evidenziato come sull’affido familiare ci sia carenza d’informazione, abbondanza di criticità, numerosi ostacoli per le famiglie affidatarie. Il tutto in un quadro dov’è in gioco la tutela dei diritti dei minori. Il più recente rapporto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, pubblicato a fine 2023 e aggiornato a dicembre 2020, rileva una quota di quasi 13.000 minori in affidamento familiare nel nostro Paese (1,4 per mille del totale dei minori presenti in Italia), il 40% dei quali composto da bambini con età inferiore ai 10 anni.

Nel corso del convegno, oltre alle figure professionali intervenute su diversi punti – come il ruolo del servizio sociale e dell’associazione in materia di affido, gli attori coinvolti nel percorso affidatario, l’importanza dello spazio neutro – ha preso la parola l’assessore alle Politiche sociali di Bagheria, Francesco Gurrado. “Un tema che dobbiamo promuovere – ha detto – perché spesso le famiglie non sono consapevoli dell’importanza di quanto si può realizzare con l’affido familiare. Occorre fare rete, mettere insieme le istituzioni. Spesso l’affido è il frutto dell’ottimo lavoro svolto dal Tribunale dei minori, ma bisogna sensibilizzare sull’affidamento consensuale, dare una possibilità ai minori che si trovano in contesti familiari difficili e poi favorire un ritorno alla loro famiglia d’origine”.

“Strutture come le Comunità per minori – ha concluso Gurrado – sono molto importanti, ma è chiaro che l’ambito familiare è tutt’altra cosa. Solo qui può trasmettersi l’affetto di cui hanno bisogno questi bambini”.

Complessità di alcune dinamiche dell’affidamento familiare

Non manca certo la complessità di alcune dinamiche dell’affidamento familiare. Tra questi aspetti, quello legato alla provvisorietà, che emerge da una considerazione della dottoressa Serena Di Marco, giudice onorario del Tribunale per i minori di Palermo: “Caratteristica dell’affido – ha spiegato – è la temporaneità, ma in alcune situazioni questa si perde e così si sfocia nell’affido ‘sine die’, un dispositivo giudiziario precario che, purtroppo, indica che abbiamo un po’ perso l’obiettivo”.

Di fatto, secondo il già citato report ministeriale, nel periodo considerato più della metà degli affidamenti (il 61%) sfora il limite di 24 mesi previsto dalla legge, e il 34% si spinge anche oltre i quattro anni.

Come per qualsiasi altro settore, il buon funzionamento dipende in gran parte dalla sinergia degli attori coinvolti. Un messaggio è stato lasciato anche dall’assessore della Famiglia e delle Politiche sociali della Regione Sicilia, Nuccia Albano: “L’assessorato – ha detto – nel novembre scorso ha pubblicato un bando per la promozione del diritto alle relazioni familiari dei minori stranieri non accompagnati, con l’obiettivo di incrementare le diverse forme di affidamento familiare in Sicilia. Un milione di euro per la selezione di soggetti che collaborino con il Dipartimento regionale della Famiglia, in grado di offrire sia la migliore soluzione progettuale del servizio, sia le migliori condizioni tecniche ed economiche per la sua successiva attuazione”.

“Dobbiamo sempre ricordare – ha concluso l’assessore Albano – che dietro a un affido c’è un essere umano, una storia di dolore e la speranza, più o meno cosciente, di scoprire l’affetto di qualcuno. Sentimento, magari, mai provato prima”.

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