Balcone, terrazzo e lastrico solare - QdS

Balcone, terrazzo e lastrico solare

Balcone, terrazzo e lastrico solare

martedì 28 Febbraio 2023

Vi è una notevole differenza in tema di disciplina urbanistica del lastrico solare e del terrazzo

Vi è una notevole differenza, nel campo dell’edilizia, in tema di disciplina urbanistica del lastrico solare e del terrazzo. Il lastrico solare invero è quella parte dell’edificio che, pur essendo praticabile in quanto pianeggiante, rimane sempre un tetto o quanto meno la copertura degli appartamenti sottostanti. Il terrazzo, invece, pur costituendo un ripiano di copertura nasce già delimitato – tutto attorno – da muri laterali e ringhiere, tali da consentire l’utilizzo per affacciarsi e, quindi, “inspicere” sui fondi altrui creando, sovente, delle servitù di veduta a seguito della relativa usucapione ventennale.

I tribunali amministrativi, più volte – Tar Abruzzo (sentenza 24.7.2018 n. 305) – hanno chiarito la superiore differenza per cui mentre il lastrico solare, al pari del tetto di copertura, ha la funzione di coprire l’edificio di cui è parte integrante oltre che funzionale, la terrazza è invece costituita da una superficie scoperta, che è posta al di sopra di tutti gli appartamenti, mentre altre volte è posta sullo stesso piano di altri appartamenti, dei quali forma parte integrante; e ciò nel senso che – per il modo in cui è realizzata – la sua destinazione principale non è tanto quella di coprire i sottostanti appartamenti quanto quella di consentire un comodo affaccio a beneficio dell’appartamento, al quale è collegata costituendo una proiezione verso l’esterno.

Cogliamo l’occasione, a proposito del terrazzo e del balcone, per dire che la loro chiusura o copertura – tale da creare un ambiente chiuso – viene considerata dalla giurisprudenza amministrativa una vera e propria trasformazione urbanistica che, come tale, richiede il permesso di costruire (ora “C.I.L.A”.: acronimo di: comunicazione inizio lavori asseverata).

Infatti, la trasformazione di una superficie aperta in una chiusa crea una maggiore volumetria e, quindi, la nascita di un nuovo locale – autonomamente utilizzabile – il che costituisce un’alterazione del territorio, stante il suo rilievo ambientale e funzionale.

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