Il crollo della vecchia infrastruttura è divenuto una sorta di simbolo della devastazione seguita all’alluvione del 2011. Oggi, il nuovo collegamento sul torrente Longano è quasi pronto
BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) – Sono trascorsi quasi dieci anni dall’alluvione che colpì la città di Barcellona Pozzo di Gotto nella mattina del 22 novembre 2011 e dai conseguenti disastri legati soprattutto all’esondazione del torrente Longano, ma anche di altri torrenti e saie.
Non si trattò di un fenomeno isolato ma di un evento preceduto e seguito, negli anni precedenti e successivi, da altri dello stesso genere, seppure più localizzati e meno distruttivi. La documentazione storica, invece, attesta almeno altri due eventi di maggiore rilievo, che provocarono addirittura vittime, più o meno a distanza di centovent’anni l’uno dall’altro – nel novembre del 1757 e nel febbraio del 1880 – e con il secondo a precedere di circa centotrent’anni quello del 2011.
Simbolo dell’alluvione del 2011 divenne in particolare il crollo del ponte di Calderà, posto alla foce del torrente Longano, infrastruttura fondamentale per il collegamento costiero. L’anno successivo, per limitare i disagi fu noleggiato e collocato un ponte temporaneo di tipo Bailey con senso alternato di marcia, che nonostante le caratteristiche di provvisorietà ha rappresentato fino a oggi l’unico modo per garantire, pur in maniera precaria, una continuità nella viabilità litoranea.
Intanto si avvertì subito la necessità di ricostruire al più presto un ponte adeguato alle esigenze della zona e già nel 2012 un gruppo di tecnici offrì gratuitamente un progetto che però venne rifiutato. Successivamente, si valutò anche la possibilità di spostare l’opera a monte per poi decidere di realizzarla nuovamente nell’originaria sede, ma l’indisponibilità immediata di fondi, difficoltà burocratiche e ricorsi amministrativi permisero la firma del contratto di appalto soltanto il 26 novembre 2019. I contrattempi e i rallentamenti hanno caratterizzato anche la fase di costruzione, sia per ritardi nella consegna di materiali che per ulteriori problemi burocratici, come ad esempio, recentemente, la necessità di approvazione di una variante.
Adesso l’opera, realizzata attraverso l’azione sinergica, in particolare della Città Metropolitana di Messina e del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, è in dirittura d’arrivo e quasi pronta per la consegna e l’apertura al traffico. Lo assicura il direttore dei lavori, Anna Chiofalo: “Relativamente all’appalto del ponte di Calderà, per quanto riguarda i lavori principali, l’opera è quasi ultimata e posso confermare che la parte strutturale è stata completata in ogni suo aspetto e sono stati effettuati tutti i controlli previsti dalle norme. In ultimo, la prova di carico sull’impalcato e la verifica di tensione dei pendini, che sono una parte strutturale importante. Tutte le verifiche hanno dato i risultati attesi. Restano da completare solamente elementi di dettaglio e il controllo dei flussi veicolari per consentire il transito nel migliore dei modi. Sullo stato di avanzamento dei lavori, quindi, si ritiene che nel prossimo mese sarà possibile aprirlo al transito.”
Il ponte – di tipo misto acciaio-calcestruzzo, della lunghezza di quarantaquattro metri a campata unica sorretto da un arco metallico centrale, largo circa quattordici metri, con due carreggiate separate da uno spartitraffico centrale e con alle estremità i marciapiedi per il transito pedonale – sarà intitolato, come da mozione approvata dal Consiglio comunale nella seduta del 30 giugno 2021, a Roberto Materia, sindaco durante il cui mandato fu avviata la ricostruzione dell’infrastruttura e venuto a mancare il 2 maggio 2021.
L’inaugurazione, per coincidenza non voluta, potrebbe dunque cadere in una data ormai prossima al decennale del crollo, assumendo un significato simbolico positivo nel consegnare alla storia e dichiarare definitivamente chiuso un periodo che ha profondamente segnato la città, ma anche negativo nel mostrare quanto difficile sia realizzare in tempi celeri opere fondamentali per i territori.
Luca Basilio Bucca