Il racconto del trionfale ritorno di Cristiano Lucarelli a Catania: il "Massimino" e il condottiero livornese impazziscono di gioia
L’amore tra Cristiano Lucarelli e Catania non si è mai sopito. Troppo forte il legame venutosi a creare tra il verace tecnico livornese e la città dell’Elefante, talmente solido da resistere anche a due addii e alla distanza. E’ bastato rimettere piede “a casa”, nel suo “Massimino”, per riaccendere in un istante passione e ardore reciproci. “Il bingo più bello del mondo”, lo striscione con cui la Curva Nord ha riaccolto il proprio condottiero, chiamato ad invertire la rotta e riportare la formazione etnea ai vertici del girone C dopo un avvio di stagione a dir poco complicato. Applausi su applausi, fragorosi e sentiti. Una standing ovation all’ingresso in campo da parte dei 16 mila accorsi al vecchio “Cibali” che Lucarelli ha ricambiato con un inchino e un ringraziamento prima di concentrarsi, con tutto sè stesso, sulla gara contro la Turris.
La partita di Cristiano Lucarelli
A bordocampo, si è rivisto il Cristiano di sempre. Perennemente con il joystick a telecomandare i suoi in ogni singolo movimento. Il suo Catania, nonostante i pochi giorni d’allenamento trascorsi insieme, sembra già seguirlo alla lettera. Compatto e ordinato, fluido nella manovra e attento quando c’è da difendere. Il gioco convince, le occasioni non mancano. Prima Di Carmine, due volte, poi Rocca: l’urlo resta strozzato in gola al mister a tutto lo stadio. Poi, la liberazione, al 38°: calcio d’angolo battuto alla grande da Mino Chiricò, stacco imperioso di Marcos Curado e 1-0. Esplode il “Massimino”: primo gol di un difensore, prima marcatura su palla inattiva dall’avvio di campionato. Aria di cambiamento, effetto Lucarelli. L’allenatore di Livorno esplode di gioia, pugni chiusi ed esultanza. Salvo poi tornare subito a incitare i suoi, vietato categoricamente distrarsi. Nella ripresa, sempre stesso copione. Lucarelli in piedi, osserva e manovra la squadra, consigliandosi col fido Vanigli. All’improvviso, però, ecco la doccia gelata: la Turris, alla prima occasione della partita, sfonda sulla destra e pareggia con De Felice. 1-1, tutto sembra finito. Il tecnico del Catania, ormai lo si conosce, non è un tipo che si arrende. Mai. 97° minuto -siamo oltre il recupero -, calcio d’angolo: Chiricò va di nuovo dalla bandierina, pennellata in mezzo e testa di Bouah. 2-1, esplosione clamorosa di tutto lo stadio. Cristiano non si contiene, lascia l’area tecnica e corre verso la Nord, tutti impazziti di gioia. Vittoria, trionfo, successo: alla Lucarelli.
Tutto il popolo rossazzurro, a fine partita, si stringe intorno al suo tecnico. Che canta, urla e salta insieme ai tifosi e ai suoi ragazzi. Poi, il ritorno negli spogliatoi, godendosi il tributo della Tribuna A in un pullulare di entusiasmo. Per il Cristiano-ter, davvero, non poteva esserci debutto migliore: Catania e il Catania sono pronti alla risalita insieme al loro condottiero.
Lucarelli: “Non poteva esserci vittoria più bella: sono tornato qui per queste emozioni”
Il tecnico rossazzurro ha raccontato in sala stampa tutte le emozioni vissute nei 96 minuti di un incredibile Catania-Turris.
“Avessi potuto scegliere come vincere oggi avrei scelto sicuramente questo modo. Questa vittoria può essere il segnale che il vento sta cambiando – le parole di Cristiano Lucarelli – La squadra e la città avevano bisogno di un pomeriggio del genere. E’ stato emozionante, bellissimo vincere così: sono tornato a Catania proprio per vivere emozioni del genere. Sono soddisfatto della partita, abbiamo meritato di vincere, giocando bene sia nel primo tempo che nella ripresa. Il gol della Turris era arrivato sull’unico loro tiro in porta. Finalmente sono riuscito a vincere all’esordio a Catania, le altre due volte avevo pareggiato per 1-1 al debutto (contro il Fondi nel 2017 e con il Bisceglie nel 2019) e quando hanno segnato loro ho pensato che la storia si sarebbe ripetuta. Fortunatamente, però, alla fine è arrivata la vittoria. L’importanza delle palle inattive? Sì, anche a Terni eravamo la squadra che più aveva fatto gol sui calci piazzati. E’ un aspetto fondamentale perchè può essere un modo per sbloccare le partite più ostiche e complicate. Qui a Catania abbiamo tanti giocatori tra l’1.85 e l’1.90 d’altezza: in settimana abbiamo dedicato una sessione alle palle inattive e continueremo a lavorarci tanto”.