Il consumo di frutta e verdura è essenziale per rafforzare il sistema immunitario, ma gli italiani non ne mangiano a sufficienza
in collaborazione con ITALPRESS
ROMA – È noto che una buona alimentazione può aiutare nella difesa contro i virus influenzali, rafforzando il sistema immunitario e diminuendo i sintomi gastrointestinali causati dall’influenza. Uno studio dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano su un campione di 5.500 italiani, tuttavia, dimostra che non si mangia la giusta quantità di frutta e verdura.
In particolare, i giovani (anni 14-18) mangiano meno verdura rispetto agli adulti (anni 18-70): mediamente consumano, tra verdura cotta e cruda, 217 grammi, mentre gli adulti ne assumono 328 grammi. Tuttavia, entrambe le quantità non sono sufficienti rispetto a quanto raccomandano le linee guida della Sinu (Società italiana di nutrizione umana), che consiglia quattrocento grammi di verdura al giorno, in maggioranza cruda (mediamente due porzioni da duecento grammi cadauna tra cotta e cruda, come pomodori, sedano, finocchi, carote, ma anche zucchine, melanzane, carciofi, ecc…). I giovani, infatti, mangiano circa il 60% della verdura quotidiana consigliata e gli adulti l’80%: in tutti e due i casi, si mangiano meno verdure di quante ne servirebbero per un’equilibrata alimentazione protettiva, soprattutto in questo periodo.
Non è solo il consumo di verdura a essere insufficiente. La ricerca dell’Osservatorio rileva che la quantità di frutta consumata per una corretta alimentazione protettiva è assolutamente scarsa. Di frutta, soprattutto quella di stagione, i ragazzi mediamente ne consumano 63 g, cioè meno di un’arancia al giorno, e non superano i duecento totali quotidiani, a dispetto dei 450 consigliati dalla Sinu (in media tre porzioni). Gli adulti, invece, arrivano a 290 g di frutta al giorno.
Seguire una dieta specifica è ancor più importante se i sintomi influenzali coinvolgono il tratto gastroenterico, come sottolineato da Michela Barichella, medico specializzato in Scienza dell’alimentazione del Comitato scientifico dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano e responsabile Uos Nutrizione Clinica Asst Pini-Cto di Milano: “I sintomi dell’influenza causano disidratazione e malnutrizione. L’alimentazione è fondamentale, poiché migliora le difese immunitarie soprattutto grazie alle vitamine e agli antiossidanti contenuti in frutta e verdura e ai fermenti lattici vivi che si trovano in latte fermentato e yogurt”.
Per ridurre la diffusione dell’influenza o i suoi effetti, gli esperti dell’Osservatorio consigliano di “alimentarsi in modo corretto per garantire la giusta quantità di vitamine e sali minerali. Si consiglia di consumare almeno tre porzioni di frutta e due di verdura fresca al giorno, in particolare kiwi, agrumi, frutti di bosco, peperoni, pomodori (meglio se crudi), broccoli, cavolo e verza. E di utilizzare aglio e cipolla nella preparazione dei cibi. Questi alimenti, infatti, oltre a essere ricchi di vitamine e sali minerali, hanno proprietà antisettiche, fluidificano e aiutano a eliminare il catarro. Condire le pietanze con il limone al posto (o in aggiunta) dell’aceto oppure pasteggiare con una spremuta di agrumi: questi frutti, grazie al contenuto di vitamina C, facilitano l’assorbimento del ferro presente in altri alimenti che, a sua volta, potenzia le difese naturali contro raffreddore, mal di gola e tosse”. Il consiglio, inoltre, è di “ricordare che le spezie svolgono un’azione vasodilatatrice che favorisce la sudorazione e la conseguente stabilizzazione della temperatura corporea. In particolare, curry, paprica e peperoncino sono fonti naturali di un importante principio attivo antinfiammatorio: l’acido acetilsalicilico”.
Inoltre, secondo gli esperti, “anche il brodo e altre bevande, se sufficientemente caldi, creano vasodilatazione e quindi apportano beneficio alle vie aeree superiori irritate, creando un effetto fluidificante su muco e catarro”. Gli altri consigli sono di “non dimenticare l’importanza di integrare i liquidi. Occorre bere acqua e bevande salutari come l’infuso di rosa canina, che contiene vitamine, zinco, flavonoidi e tannini, oppure tisane tiepide dolcificate con miele; aprire le finestre più volte al giorno per almeno 15 minuti per favorire un buon ricambio di aria, ricordando che il ristagno e l’umidità favoriscono la proliferazione batterica. L’umidità dovrebbe assestarsi intorno al 50-60% perché un microclima troppo secco favorisce l’ingresso di germi e batteri nelle vie aeree, mentre troppo umido ne aumenta la proliferazione”. Necessario anche “mantenere un’ottima igiene del corpo, lavandosi spesso le mani, scegliere con cura l’abbigliamento, vestendosi a strati ed evitando capi troppo pesanti poiché provocano abbondante sudorazione. Via libera alla lana sulla pelle, che offre un ottimo isolamento termico”.
Infine, “fare attenzione agli sbalzi di temperatura. La differenza tra la temperatura interna ed esterna non dovrebbe mai superare i 10-15 gradi. Evitare i luoghi troppo affollati, dove si moltiplicano le occasioni di contagio”.