Canicattini Bagni, via libera alle modifiche al Prg - QdS

Canicattini Bagni, via libera alle modifiche al Prg

Luigi Solarino

Canicattini Bagni, via libera alle modifiche al Prg

sabato 30 Settembre 2023

Il Consiglio comunale ha approvato, con i soli voti di maggioranza, la rielaborazione del Piano. Il sindaco, Amenta: “Una città che guarda al futuro, non si prevede altro consumo di suolo”

CANICATTINI BAGNI (SR) – Il Consiglio comunale di Canicattini Bagni ha approvato, con i soli voti della maggioranza, l’adozione della variante e rielaborazione del Piano regolatore generale e Regolamento edilizio.

Le decisioni politiche e amministrative che hanno portato alla sua rielaborazione sono state illustrate dal sindaco, Paolo Amenta, che ha sottolineato come ormai i Prg sono destinati dalla nuova normativa regionale ad essere sostituiti dal Pug, Piano urbanistico generale, che dovrà interagire con i Piani regionali, provinciali e paesaggistici, riaprendo così il discorso su cosa è lo strumento urbanistico e su come va utilizzato.

Sapendo che potrà superare alcuni confini di tipo vincolistico, guardando anche alle strategie di sviluppo del territorio, ed assegnando, pertanto, un ruolo e un compito fondamentale al Consiglio comunale che già da adesso, con l’adozione dell’attuale rielaborazione del Prg, mette in moto l’iter per la pubblicazione e l’eventuale presentazione di osservazioni da parte dei cittadini, prima di essere presentato per la definitiva approvazione da parte dell’Assessorato regionale.

Trattandosi di una rielaborazione il Prg mantiene i diritti già acquisiti, evitando modifiche di categorie, rispettando, nel contempo, norme importanti che hanno portato i tecnici progettisti a rivedere l’ampiezza del centro storico e alcune parti dello strumento urbanistico.

Il nuovo Prg non prevede altro consumo di suolo, né aumento di spazi e cubature

“Un Piano regolatore generale reale – ha spiegato il primo cittadino, – quello che si presenta al Consiglio, che superate tutte le valutazioni e, soprattutto, le difficoltà di iter dovute al blocco Covid, non prevede altro consumo di suolo, né aumento di spazi e cubature, essendo già programmato per una popolazione più che il doppio di quella attuale, con un numero importante di zone C, e pensando a sanare piccoli pezzi di aree già interessate da edificazioni che risultano ancora zone agricole”. “

“Uno strumento urbanistico – ha concluso il sindaco Amenta – che deve fare i conti con la città del futuro, che guarda ai corridoi ecologici, all’ampliamento del verde, alle periferie, all’impiantistica sportiva e alle aree per la crescita della cultura del movimento come sottolineato in questi giorni in occasione della manifestazione ‘Sport City Day’”.

La Consigliera di minoranza, Rita Cassarino, è intervenuta per evidenziare l’erronea attenzione che la proposta di Piano darebbe ad alcune aree come Bosco di Sopra dove risultano scarse le costruzioni, rispetto a Contrada Palombara, all’ingresso della città, dove invece risulta un ampio agglomerato, per garantire continuità e omogeneità al territorio. Il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Carpinteri, ha replicato come in Contrada Bosco di Sopra non sia stata fatta alcuna modifica rispetto al precedente piano, mentre in Contrada Palombara è stato il Cru regionale a stracciare, con il Prg del 1995, tutta la zona C3 perimetrandola come Parco Urbano di interesse naturalistico. Per cui, ha proseguito Carpinteri, con la variante del Piano si sta classificando la parte dell’area già edificata che arriva in via Vittorio Emanuele, come zona di completamento da E a B2, mentre la parte retrostante, come già decretato dal Cru, rimane zona agricola.

L’altra Consigliera di minoranza, Livia Uccello, ha chiesto che venga eliminato il vincolo di rischio idrogeologico nell’area di Villa Alagona, tra via Don Luigi Sturzo e via Paolo Rio, dove persiste un progetto di auditorium comunale. Il sindaco Amenta, ha risposto che bisognerà effettuare uno studio specifico da presentare all’Autorità di Bacino, che ha il compito di annullare detto vincolo, dimostrando la realizzazione delle opere di raccolta delle acque piovane con la conseguente eliminazione del rischio iniziale.

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